giovedì 26 gennaio 2012

Venerdì, 06 gennaio 2012 - Una richiesta un po' strana

Ieri

"Pronto, l'idraulico?"
"Affermativo"
"Le devo fare una richiesta un po' strana!"
(pensiero: "Non mi dire, solitamente la sobrietà è di casa tra i nostri clienti"): "Dica"
"Ho comprato una vasca idromassaggio da X (nostro rivale, anzi nemico. Scherzo, frequenta il mio bar e ogni tanto esco pure insieme al figlio, anch'egli avventore dello stesso, che lavora con lui) ma preferisco che me la monti lei"
(pensiero: "Fallito. La sinapsi primaria si rifiuta di inoltrare il pensiero a quella successiva): "..."
"Sì, perchè sa...le vostre vasche non mi piacciono, hanno tutte una linea anni Ottanta" (io quando sento queste cose vorrei morire al posto loro) "insomma non vi aggiornate, siete retrogradi" (pensiero: "Signora, se vuole anche aggiungere che macelliamo bambini e rubiamo le pensioni fuori dalla Posta faccia pure)
"..."
"Di contro c'è da dire che siete molto accurati nel montaggio e nella manutenzione"
"..." (giuro: non parlavo più, anche perchè quando il genio si esprime in cotal modo come può uno scoglio arginare il mare?)
"Cioè, non che ci voglia molto." (e te pareva...) "Voi fate il vostro lavoro come va fatto, sono gli altri che sono delle...bestie"
"Sisì"
"Eheh" (un dialogo tra imbecilli, praticamente)
"Per me non c'è problema"
"Ok, allora lei passa in settimana da X, ritira..."
"No, scusi, mi faccia capire: lei la vasca non ce l'ha a casa???"
"Eh no, io ho solo una piccola Matiz. Come faccio a caricare quella vasca?"
Avevo gli occhi che ormai stazionavano ad un metro abbondante dalle orbite "E quindi dovrei passare a prenderla io???"
"Eh, sì" (con tono stupito)
Mi è scappato da ridere "No, maaa...signora, scusi un attimo, ma le pare una cosa non dico normale, che è parola che odio, ma, boh, consueta, ordinaria, abituale???"
S'inalbera "Le avevo detto che era una richiesta un po' strana!!!" (forse voi non lo sapete ma è un alibi molto in voga nelle caserme. Uno, arriva, suona e dice: "Debbo dirvi una cosa un po' strana: ho appena rapinato una banca." I militi lo ammanettano e lui diventa una iena perchè, cazzo, gliel'avevo detto che li aveva avvisati)
"Signora, non scherziamo e facciamola veramente finita qua: si levi dalla testa l'idea che io vada da X a ritirare la vasca. Trovi un modo per farsele portare a casa e io arrivo a montargliela."

(segue fissaggio dell'appuntamento, lunedì 9 gennaio alle ore 9)

Tasto rosso del cell, ricerca del numero in rubrica dell'acerrimo nemico e telefonata.

"Ciao bestia"

Gli spiego la storia

"Lascia stare, va, che su 'sta rincoglionita e la sua stracazzo di vasca, avrei da raccontarti una storia che finirei domani. Ti dico solo che è da ottobre che mi spacca le palle." (ho edulcorato) "La prima volta che ti becco al bar te la racconto, dai"

Attendo con ansia, poi riferirò.

Notare che mi ero ripromesso di raccontarvi le cazzatissime dell'ultimo mese ma, come vedete, sono sempre fuorisincrono rispetto ai neuroni malati dei miei clienti.

Domenica, 01 gennaio 2012 - La tregua

Riemergo dalle nebbie (che manco ci sono più, peggio delle mezze stagioni) in uno dei pochi momenti liberi di questi ultimi due mesi ed in particolare di questi ultimi 30 giorni pre e post natalizi. Trenta giorni di ultrafuoco, con esposizione aperta sette giorni su sette, segretaria che s'è presa un principio di polmonite (fortunatamente niente di grave, proprio perchè bloccata in tempo) e che quindi ho dovuto sostituire, aumento esponenziale di imbecilli: insomma un rilassante cammino di avvicinamento al Natale.

La chicchissima del mese rimane un episodio che per farlo capire appieno debbo prima pubblicare una foto, per cui dovrei trovare una mattina in cui ricordarmi di portare via la macchinetta, perchè non ho il cavetto per collegare il cellulare al computer. Con la presenza di spirito che ho il mattino alle 5.30 sarà facile che il 31 dicembre del 2012 sarete ancora qui ad aspettarla. Non disperate comunque che imbecilli, anche se di minor rango, ne ho comunque osservati parecchi. Parecchi perchè parecchi son stati i visitatori: non sto qui a far (assurdi) commenti sulla crisi (ci ha già pensato il nostro ex PdC) ma evidentemente in questo Natale si sono venduti solo articoli di arredobagno, visto che avevamo una media di 50 visitatori al giorno, con punte di 100 al sabato e alla domenica.

Iniziamo con questo, gli altri nei prossimi giorni, primo perchè sto crollando, secondo perchè così almeno ho il rovello di mantenere la promessa e scrivere con più frequenza nonostante gli impegni (dal 2 iniziano i fuoritutto svuota magazzino, aiuto!!!).

Settimana scorsa

1) Marito e moglie alla "Dio li fa e poi li accoppia". Il marito mi affetta le gonadi, perchè vuole un box doccia nell'ordine: rettangolare, ad apertura scorrevole reversibile, estensibile, ante sganciabili, chiusura calamitata, non meccanica, mi raccomando!!! (in effetti il mondo è pieno di gente che è morta chiudendosi nell'anta della doccia, ndf), telaio in alluminio cromato. Gli faccio vedere una serie di modelli: 1500 euro (troppo!!!), 1200 (troppo!!), 1100 (troppo!). Ad un certo punto mi ferma e mi dice di non fargli perdere tempo (notare: io a lui...), che tanto più di 300 euro non intende spenderli. Gli vorrei far intendere, con abile giro di parole, che a quel prezzo non troverà niente ma mentre lo sto per dire mi spunta una lampadina e mi ricordo di un box doccia che c'era in esposizione quando mi assunsero, una roba di una bruttezza vergognosa, nel senso di vergognarsi a vendere una simile oscenità, che stazionava da anni in magazzino e che mi faceva l'occhiolino ogni volta che partivo per la discarica. Chiamo Lamine e gli dico di portarmelo su dal magazzino. Lamine, con notevole presenza di spirito (lui sì) mi guarda con uno sguardo che significava solo una cosa: "Quella merdata là?", fortunatamente non parla, capisce al volo (cosa strana per lui) di cosa sto parlando e si precipita giù per le scale. Arriva, glielo sfilo, gli faccio vedere le specifiche della scheda tecnica e quella di presentazione alla clientela. Lui è soddisfattissimo!

"Queste belle cose le tenete in magazzino e in esposizione mettete questa roba! Va che siete ben strani!!!" (noi...)

Tutto a posto? Manco per idea. A questo punto entra in gioco la moglie, con occhio clinico e accigliato

Moglie: "Scusi, ma cosa significa cristallo temperato e serigrafato?"
Io: "Temperato significa più resistente e più sicuro in caso di rottura perchè si rompe in tanti piccoli pezzettini con i bordi smussati, è ottenuto con un procedimento particolare di riscaldamento e raffredamento"
Marito, ormai innamorato del suo prossimo acquisto: "Come i finestrini dell'auto, giusto?"
Io, stupito: "Giusto, si usa in tutte quelle strutture che possono costituire un pericolo per le persone: l'auto per l'incidente, le docce per gli svenimenti o le cadute, ecc..."
Il marito, con classe notevole, si dà una grattata ai gioielli
Moglie: "E serigrafato?"
Io: "E' un procedimento di stampa con forme definite"
Moglie: "In parole povere?"
Io: "E' un procedimento industriale di evoluzione dello stencil"
Moglie: "Lo stencil??? Quello delle forme dei bambini???"
Io: "Sì!"

Non so cos'abbia interpretato ma sta di fatto che inizia a perlustrare i disegni sulle ante alla ricerca di sbavature. Dopo tre minuti in cui, mentre la speleologa indaga sui misteri della serigrafia, io e suo marito parliamo del meteo (che brutta china che sto pigliando), si rialza e annunzia al popolo in vibrante attesa:

"Non ci sono difetti"
(pensiero: "Grazie, graziella e grazie al cazzo, è industriale!!!") "Certo signora, gliel'ho detto: è un procedimento industriale!"
"Quindi lei vuole vendermi come artigianale una lavorazione fatta in una fabbrica?"
"Chi ha parlato di artigianato?"
"Lei"

La voglia è quella di prendere l'anta e spaccargliela sulla faccia, sperando che non sia temperato il vetro e che si spezzi infilanzandole la carotide

Fortunatamente interviene Lord Brummel

Marito: "A quanto me lo fa?"
Io: "300 euro, con uno sconticino perchè non si è capito se è industriale o artigianale!!!"
Marito: "Affare fatto!" (a ripensarci avrei potuto dire 3000 o 30000 che l'avrebbe comprato comunque)
Io: "Più ovviamente il montaggio"
Marito: "Lo monto io, non si scomodi a venire a casa mia!" (montare un box doccia non è una sciocchezza ma se si offre lui, che lo faccia, tanto l'ultima cosa che ci manca in questo periodo è il lavoro)
Io: "Giusto così, un po' di sano artigianato casalingo!!!"

La moglie vorrebbe uccidermi, perchè ormai ha capito che il marito ha stornato il suo amore da lei a quel cazzo di box doccia. Mi strafulmina con lo sguardo. Penso che nelle preghiere di Natale e di Capodanno abbia chiesto benedizioni per tutti e maledizione per me. Probabilmente in questo momento sul suo comodino ci sarà una bambola con le mie fattezze, trafitta da qualche migliaio di spilloni.

Nel dubbio

Buon Anno!!!

Lunedì, 28 novembre 2011 - Giustificare l'assenza

Premetto due cose: la prima è che, come ho già scritto, adoro il mio lavoro e pagherei per farlo, la seconda è che ho l'enorme fortuna di poter portare il lavoro a casa, nel senso che tutte le menate burocratiche (e sono tante, credetemi), posso farle tra le quattro mura domestiche, mentre cucino, gioco con la mia cagnona, faccio una navigata sui miei siti preferiti. Detto queste le ultime cinque settimane sono state l'inferno sulla terra e oggi è stato il primo giorno con una mezza giornata libera.

A questo punto sorge spontanea la domanda: ma perchè le menate burocratiche devi sbrigartele tu e non la segretaria (che, unica collega, ci legge, quindi andateci piano, ahahahah)? Perchè ai piani alti hanno deciso di STRAVOLGERE l'orario di apertura dell'esposizione. Il mio precedente datore di lavoro, per motivi personali (voglia di stare con la pupa nel weekend), aveva imposto come orario (dell'esposizione, noi non abbiamo orario): dal lunedì al venerdì 9-12 e 15-20, preferendo perdere qualche denaro (non molti, la nostra fetta di mercato segue altre logiche rispetto a quelle della GDO) per stare con la famiglia. Anche con la nuova proprietà la tradizione era continuata, senonchè settimana scorsa mi chiamano in direzione e mi comunicano che

"..."
"..."
"Il nuovo orario sarà il medesimo ma esteso sui sette giorni. Darne comunicazioni agli interessati e organizzare i turni."
"Gli interessati sarebbero due: X (La Svety) e Y (Lamine), quindi dobbiamo assum..."
"Assumere???"
"Si fanno girare quelli che ci sono, altro che assumere" con tono che non è che non ammetteva replice ma nemmeno inarcate di sopracciglia.
Indomito: "Sì, ma..."
"Appena il nuovo orario andrà a regime, vedremo come riconoscerle il tutto a livello economico" (tradotto: "Quello che manca lo fai tu, (cretino)")

Grazie all'enorme disponibilità di tutti, marxista escluso per questioni di contratto, siamo riusciti, gestendo gli straordinari, a produrre una tabella di marcia, che speriamo di rispettare.

Siccome qualcuno me l'ha chiesto in PVT, specifico che siamo in sette

La Svety e Lamine in esposizione. La prima a segretariare, il secondo tuttofare tra magazzino, manutenzione del verde, pulizie, banca, posta e che più ne ha, più ne metta.
Antonio (un grande!) e George Best lavorano nei cantieri e, nei periodi di magra per l'edilizia (come questo), negli impianti industriali.
Baldo (a cui vogliamo bene anche se rumeno) nei piccoli interventi domestici.
E part-time, il marxista (quello però l'abbiamo assunto...lasciamo perdere, che altrimenti mi girano i maroni) a costuire camini e ad installare stufe.
E il sottoscritto, jolly. Col nuovo orario sempre di più, costretto (e questa è una costrizione vera, perchè è un lavoro che odio) a fare pure la segretaria (in autoreggenti e pornocchialetti).

Fatte tutte queste premesse noiose ma necessarie, per chiarire la mia assenza e per rispondere ai PM pubblicamente in modo da farlo una volta per tutte, passiamo alla ciccia. Di episodi ce ne sarebbero mille, inizio col raccontarne tre, gli altri nelle prossime puntate.

1) Ieri mattina, esposizione, moglie sottomessa con marito borioso, ma di quelli da film, alla Dogui.

Settore camini e stufe (mancava)

"Serve un aiuto?" (pensate voi a come sto messo, da artigiano a commessa della domenica)
Lui: "Stavamo solo guardando"
Lei: "Io però una domanda voleva farla"
"Dica"
Lei: "Volevo sapere cosa sarebbero esattamente i pellet"
"Segatura pressata in cilindretti"
Tutte questo a volume classico da domenica mattina. Toni morbidi, sorrisi larghi e comprensivi, decibel poco sopra lo zero. Ad un certo il boato...
Lui: "Ma cazzo, te l'ho detto già cento volte: quando non servono più fanno a pezzi i bancali e ci fanno 'sta roba"
Una volta riacquistata la funzionalità dell'orecchio: "No, quelli si chiamano pallet"
Lui come se avesse preso un cartone in mezzo al grugno
Lei: "Bene, continuiamo a guardare in giro"

Tempozero hanno preso la porta.

2) Qualche giorno fa

Ore 19.30, ultimo intervento della giornata

Finisco l'installazione di una porta doccia, che non è esattamente un'operazione leggera, ricevuta, pagamento, quando arriva la maledetta: "Senta, avrei una cosa da farle vedere"

Nervi a fior di pelle, maroni a fior di pavimento, fame da campo profughi

"Cooosa?" con musta da Jack Nicholson in Shining
Mi conduce in cucina o meglio quello che lei definiva cucina, in realtà una caverna.
"Vede, si forma la muffa sulle pareti, c'è un odore che si fa fatica a starci dentro, a volte mi marcisce persino il cibo se lo chiudo male e lo lascio lì per qualche giorno, i toast, per esempio"
"Ellammaddonna" guardo fuori dalla finestra, buio pesto: "Scusi ma fuori da qui che c'è? Una siepe di alberi?"
"No, no, proprio un bosco!!!"
"Eh, signora, sfido io che ci sia 'sta umidità. A lei i funghi non conviene andare a comprarli, le crescono direttamente in frigorifero"
Ride
"Mi consiglia un muratore?"
"Ma no, per far che? Basta un deumidificatore, anche di quelli portatili"
Si fa seria
"Lei lo fa per guadagnarci, guardi vè" con gesto della mano come a volermi dare delle sculacciate
Lo stomaco inizia a ruggire: "Quindi?"
"Quindi niente, era solo per chiederle se mi conveniva chiamarle un muratore"
"Sì, così poi le consiglia lui cosa fare. Per me le dice di rivolgersi ad un idraulico"
"Ok, ok, allora la saluto, alla prossima"

AAA cercasi maroni, anche usati

3) Il marxista non si scompone. Provo a caricargli delle molle ma questo non è il classico fattone moderno, questo è un comunista vecchio stampo, coi capelli corti e gli occhiali con montatura in osso. Neanche la caduta del governo Banana l'ha scomposto, mi ha detto che "Abbiamo cambiato un delinquente solo con un governo di banchieri e quindi, per loro natura, delinquenti." E' grande analisi politica!
Non demordo, continuo a caricare più molle di un orologiaio ma la sua chiusura, oserei quasi dire la sua "ritirata strategica", mi fa temere per la mia incolumità. Già mi vedo classificato come i conoscenti di Moretti in "Bianca". Il mio fascisolo recherà impressa la scritta "Nemico del popolo e della rivoluzione".

Giovedì, 10 novembre 2011 - Sconti - Quinta parte, la nonna

Continuano le settimane di fuoco, anche se questa m'ha concesso qualche pomeriggio di tregua almeno dal punto di vista operativo, in quanto impegnato a sbrigare qualche chilo di menate burocratiche.
Settimane che comunque non sono passate invano quantomeno dal punto di visto bloggistico

Una mia amica si sposa (non so da voi, ma qui in zona da quando quei due geppi inglesi si scambiati le fedi, è iniziato il calvario. Personalmente resisto, resisto, resisto) ed è venuta da noi a comprare tutto l'arredobagno, vasche, sanitari and so on. In accordo con i miei capi, perchè pur gestendo la baracca quasi autonomamente, devo pur rispondere loro, le è fatto un prezzo di favore, guadagnandoci i due terzi rispetto ad un cliente normale.
Insomma, uno sconto importante (è un'amica amica, ci mancherebbe altro). Accordi sull'installazione, baci, abbracci, ringraziamenti, gridolini, "Dove vai a fare l'addio al nubliato?" - "Dovremmo andare a Berlino, stiamo cercando un volo" - "Uhuhuhuhuh, ci sono stato" - "Ohhh".

Senonchè lei prima di uscire, mena il fendente:
"Ahhh, Fily, guarda che entro breve ti telefonerà mia nonna!"
"Uh?"
"Sai che è amica di tua nonna, no? Eh è un mese che rompe, dille che mi hai fatto il 50% di sconto, così lei è soddisfatta".

Due giorni dopo, ore 10.05, la segretaria mi chiama sul cellulare

"Fily, c'è una signora che continua a telefonare chiedendomi di te"
"Eh, non le hai detto che a mezzogiorno, quando rientro, telefono a tutti quelli che mi cercano?"
"Ti pare??? Certo che gliel'ho detto ma non so se fa finta di non capire o non capisce, ma ogni mezzora telefona!"
"Se ritelefona, dalle il mio numero di cellulare"

11.10

"L'idraulico???"
"Eh, anche buongiorno"
"E' stata lì per caso la mia Martina???"
"Sì, due giorni fa"
"Le ha fatto un buono sconto. No perchè sa, io conosco sua nonna!!!"
"Ah, bene!!!"
"Comunque sì"
"Mi dica quanto!"
"Il 50%"
"Sì ma...parliamo di soldi"
"Sarebbe stato 7000 euro, abbiamo concordato per 3500"
"Tantino, eh!"
"No, signora, è un prezzo di favore, appunto perchè so che lei è amica di mia nonna"
"Sarà, sarà!"

Click

Così, senza salutare nè prima, nè dopo.

Usciamo un attimo dal discorso, ricostruiamo chi è questo fulgido esempio di gradevolezza. Basta citare un'esperienza della sua vita. E' un amica di mia nonna, vero, con cui fece la patente insieme, ormai trent'anni fa.

Tutto quanto vado riportando è per interposta persona (mia nonna) su cui però tenderei a metter la mano sul fuoco, non per la sincerità della mia congiunta ma perchè conosco l'altro elemento.

1 - All'ultima lezione del corso di teoria, l'istruttore indicava il cartello stradale e loro dovevano semplicemente descrivere prima l'azione che bisognava eseguire e poi il significato del cartello. Il cartello era il classico triangolo con bordo rosso che raffigura un dosso.
L'istruttore indica e lei mette su una faccia alla Jimmy il Fenomeno, da dietro inziano ad arrivare suggerimenti: "Frenare, dosso" "Frenare, dosso", "Frenare, dosso"
Lei nell'ordine piazza un uno-due terrificante, come neanche il Manchester della finale di Champions del '99
1) "Saltare il fosso"
Rullo di tamburi
2) "Mangiare l'osso"

2 - All'esame di teoria vero e proprio, consegnò per prima, poi piantò su un cinema mai visto perchè rivoleva indietro la scheda per dare una controllata. Dovette intervenire il capo della motorizzazione, spero sparandole alle gambe.

3 - Prima lezione di guida
"Buongiorno signora, lei ha già guidato?"
"Non proprio, cioè, diciamo, qualcosina"
"In che senso qualcosina?"
"Gli autoscontri alle giostre!!!"
Mia nonna, che sedeva dietro, nel raccontare quest'episodio tra convulsioni varie, riferisce che l'istruttore si girò verso di lei e le disse: "Prenda il suo posto, per favore"

Lunedì, 31 ottobre 2011 - La neve: questione di prospettive

Adoro il mio lavoro, non mi pesa nulla, la mia fortuna è che i miei "padroni" non hanno mai saputo che pagherei per farlo, quelle poche volte che ne parlo "live" alle solite obiezioni "Dev'esser dura" "...gavetta..." e così via rispondo con facce e frasi fatte di prammatica ma che non sento minimamente.

Però poi capitano situazioni come questa

Cliente storica in condominio storico

"E' un po' che non la vedo in giro nelle case, ormai lavora solo in esposizione?"
"Da quando sono diventato responsabile della divisione esterna, faccio il jolly: dove servo, vado. Un giorno in esposizione, un giorno le trasferte fuoriregione, un giorno le case, un giorno i cantieri. Insomma, quello che serve in quel giorno"
"Ah, capito"
"Ultimamente quasi solo cantieri e magari qualche casa in pausa pranzo o alla sera"
"Capito, capito"

Pausa

"No, dico...deve essere bello lavorare nei cantieri"
"Bellissimo"
"Eh, mi immagino, veder nascere e poi crescere le case"
"D'inverno, poi..." (pensiero: "...soprattutto quando prendi in mano tubi d'acciaio che sono stati al freschino tutta notte")
"Ah, intende per la neve?"
"Anche"
"La neve rende bella ogni cosa, è vero!"

Vedendo i buchi nel cervello da cui scaturivano le risposte, chissà che neve intendeva...

Lunedì, 24 ottobre 2011 - Stai attenta perchè ti forzo le porte di casa

Nel P.S. del 5 aprile

http://deliridraulicotuttofare.splinder.com/post/24401922/erotidraulico

Scrivevo che

"Da ieri, con il primo grande caldo, è partita la magica stagione degli impianti d'irrigazione, di condizionamento e, in misura minore, dei pannella solari. Finora ancora calma piatta, ma vedrete che a breve l'imbecillità umana, che con la bella stagione dà il meglio, riuscirà a toccare nuove, incredibili, vette. Basta crederci e coltivarla con costanza."

Purtroppo per voi ma anche per noi, l'estate, almeno qui, è stata infame, fredda, piovosa e per cui si sono installati pochissimi impianti d'irrigazione, ancor meno condizionatori (i nostri son di fascia alta, non robazza da GDO) e quasi nessun pannello solare.
In realtà bastava attendere. Attendere stamattina per la precisione:

"Pronto?"
"Pronto, buongiorno, la chiamo dal luogo di lavoro"
Pausa
"Bene" (pensiero: "Invece io sono sul Blue Tornado di Gardaland con Irina Sheyk a destra e Alessandra Ambrosio a sinistra")
"Sabato 6, mi sposo"
Pausa
"Bene"
"No, perchè sa...il mio fidanz...ehm ex fidanzato e futuro marito, eheh" (pensiero: "Che matte risate, proprio budella divelte dai sussulti, questa è una battuta originalissima, seconda solo a chi alla mezzanotte e un secondo del primo gennaio ti dice "L'anno scorso...") "ha il picco lavorativo tra maggio e ottobre e per cui l'unico periodo veramente libero da impegni è questo"
Pausa
(pensiero: "Se aspetti che ti chieda che lavoro fa quel povero scemo, puoi attendere fino alla fine dei tempi, piuttosto mi faccio evirare") "Ok, scusi se sono troppo diretto: quindi?"
"Ecco no, niente, abbiamo comprato casa"
Pausa
(pensiero: "E me lo dici così, fammi almeno sedere, questa notizia mi sta sconvolgendo!") "Uhm"
"Col mutuo ovviamente"
(pensiero: "Evvabbeh, questo è troppo, portatemi i sali, col mutuo addirittura!!!")
"Insomma, venendo al dunque..."
Scatta la ola
"...volevo chiederle se lei era disponibile ad installarmi l'impianto d'irrigazione, perchè la nostra a casa l'hanno appena terminata, il prato, dove c'è schifo, insomma ha capito"
"Beh sì, nessun problema, magari in settimana passo di lì a fare un sopralluogo!"
"Questa settimana?"
"Sì, è una cosa veloce, venti minuti, una mezzoretta al massimo. Il tempo di pigliar le misure, decidere con lei l'intervento e fissare l'appuntamento"
"Io mi devo sposare!"
"Sì, questo mi è chiaro"
"In queste due settimane devo definire migliaia di cose, figuriamoci se ho il tempo per un impianto d'irrigazione"
"Guardi che mi ha chiamato lei"
"Sì, eheh, ci mancherebbe, non la prenda a male, la mia era una telefonata giusto per parlare"
(pensiero: "E allora, demente, chiama il Telefono Amico o, vista l'età mentale, il Telefono Azzurro, non l'idraulico") "Capisco, quindi?"
"Avevo pensato a dicembre, quando torniamo dal viaggio di nozze"
"Va benissimo, però a dicembre posso solo venire a pigliar le misure e definire il prodotto che vuole, non certo ad installarglielo"
"Ah nono, io questa primavera voglio un giardino splendente, fin dal primo giorno"
"Vabbè, non so cosa vuole lei e quanti giardini abbia visto ma non è che al primo sole, un deserto diventa una foresta"
"Vabbè ma comunque perchè non può fare il lavoro a dicembre?"
"Perchè al posto di vanga e zappa mi servirebbero martello pneumatico e fiamma ossidrica"
"Ahahahahahah..." (pensiero: "Ma che cazzo ridi? Ma ti rendi conto che se ti avesse sentito Tognazzi ti avrebbe usato come modello per la supercazzola 2.0?") "...in che senso?"
"Nel senso che d'inverno, il terreno ghiaccia" (pensiero: "Piero Angela chi?")
"E lei non ha gli strumenti adatti per ovviare?"
"No" (pensiero: "Purtroppo ai tempi dello scioglimento dell'URSS il mio datore di lavoro non fu così lungimirante da pigliare le rompighiaccio in svendita")
"Quindi lei mi vorrebbe dire che in inverno non installa impianti d'irrigazione?"
"Fino a fine ottobre/inizio novembre e da fine febbraio/inizio marzo in poi"
"Ma è lei che, mi scusi, non è capace o anche gli altri non fanno questo lavoro in inverno?"
"No, sono io, chiami altri idraulici e vedrà che dovrà chiamare i vigili per regolare il traffico"
"Ma no dai, cercavo di forzare la mano. Voglio lei, me ne hanno parlato bene, ci risentiamo a febbraio"
"Arrivederci"

Click

Questa è talmente stupida che non so neanche come taggarla. Forse come "Morte, morte, morte?" No, dai. In fondo ai miei clienti voglio bene come se fossero normali.

Martedì, 18 ottobre 2011 - Incazzato come una...

Raccontata oggi perde gran parte della sua spinta propulsiva, però settimana scorsa tra cantieri e burocrazia, quest'ultima devastante per la mia psiche (il primo che mi parla di riforme, lo incapretto), è stata 'na roba paragonabile all'Hell Week dei marines. A sera non avevo nè la voglia, nè la forza di fare altro.

Giovedì scorso, giornata da lupi in cantiere, perchè dovevamo finire entro il giorno dopo, dato che questa sarà la settimana dei collaudi e delle certificazioni e poi da lunedì prossimo dovrebbero iniziare a consegnare le chiavi. Tensione alle stelle, pause pranzo saltate, muratori ogni giorno diversi che parlano tutte le lingue del mondo tranne l'italiano (e meno male che ciancico un po' di rumeno, loro capiscono un pelo d'italiano, il ceppo è lo stesso e i gesti fanno il resto, altrimenti ero ancora là), insomma una corda di violino era allentata rispetto alle persone e ai ritmi di quelle giornate e specialmente di quel giovedì.

Cellulare, dalle 8 alle 9

Telefonata 1

"Senta, ma che ne dice di cambiare il mio filtro del depuratore?"
"Signora, a parte che i filtri sono più di uno, le ho detto al momento dell'installazione che i filtri vengo a cambiarli io quando sono in zona. Le faccio una telefonatina, se lei è in casa, ottimo, altrimenti sarà per un'altra volta. Tanto non è che dieci giorni prima o dopo cambia qualcosa"
"Ohhh, mi tranquilizza"
(pensiero: "-") "Ok, signora, arrivederci"

Ricordatevi sempre che nel frattempo starei lavorando tra rumeni da interpretare a gesti, tubi che non sono mai della lunghezza giusta, generatori di corrente senza benzina e amenità varie.

Telefonata 2

"Buongiorno, c'ho l'acqua che fa venire le malattie e lei non mi avevo detto niente!"
"Ehhh?"
"La mia acqua è tossica"
"Signora, ma che sta dicendo?"
"Venga subito a cambiarmi i filtri!"
"Signora, ma che sta dicendo? Sono venuto due settimane fa ad installarle l'impianto!"
"Ma lei che problemi ha? Ha paura che non la pago?"
"Signora, se vuole che le cambio i filtri, vengo anche stasera, ma guardi che sono 20 euro di chiamata, faccia lei"
"Fossero anche 200"
"-"
"La aspetto"
"Arrivederci"

Ricordatevi sempre che nel frattempo starei lavorando tra pompe che non vanno mai in pressione, geometri che mi chiedono modifiche dell'ultimo minuto, contatori divisionali che sparano numeri tipo gioco del Lotto.

Telefonata 3

"Buongiorno, si ricorda che è venuto ad installarmi il depuratore?"
"Bah...sì"
"Ecco, è meglio l'acqua del bagno che quella della cucina!"
"Ehhh?"
"Sì, è meglio quella del bagno senza depuratore che quella della cucina con?"
"Ma che sta dicendo?"
"Mi toglie tutti i sali minerali..."
(Ecco io quando sento 'sta perla schizzo di testa, perchè è una cosa che specifico sempre per mille volte prima di installare l'impianto) "Quello gliel'avevo detto!"
"Evvabbè, ma c'è una cosa ancor più terribile: è piena di sostanze nocive!!!"
"Sì, se non si cambiano i filtri"
"E i miei li ha cambiati?"
"Ogni sei mesi la chiamo e concordiamo il giorno per cambiarli"
"Bah..."
"Scusi, da quanto ha l'impianto?"
"L'ho installato a giugno del 2010, un mese dopo il matrimonio"
"Quindi scommetto che ci siamo già visti due volte oltre all'installazione"
"Dunque...uhm...una...due...sì, due volte"
(Qui sono esploso) "Psst, una profezia: la prossima volta sarà a dicembre di quest'anno!"
"Ahahahahah, adesso ho capito!"
"Arrivederci"
"Mi scusi, eh"
"Si figuri..."
Click
"...imbecille!"

La telefonata 4 la faccio io:

"Svety, fammi un favore, guarda "Striscia la Notizia" o "Le Iene" di ieri e dimmi se c'è un servizio sugli impianti di depurazione"

Secondo voi?

Veniva voglia di replicare l'Edward Norton de "La 25a ora"

P.S.

Abbiamo allargato il biznezz: sul mercato dei parametro zero abbiamo acquistato un pensionato che, chiusa l'aziendina per cui lavorava a tempo perso, non ha voglia di starsene a casa a curare i nipoti ed è venuto a chiederci se può continuare a costuire caminetti e barbecue ed installare stufe sotto la nostra egida. E' un conoscente del mio babbo, un idolo, praticamente costretto a sposarsi nonostante considerasse il matrimonio una "sovrastruttura borghese" si presentò in Chiesa con una 500 rossa con falce e martello sul cofano motore e che venne licenziato dalla grossa fabbrica milanese in cui lavorava perchè lui combatteva la (sua personale) rivoluzione, rubando chiavi inglesi e cacciaviti dal posto di lavoro. Da queste prime due settimane pare che sia schifato da tutti, nessuno ne ha intuito la genialità, l'unico con cui ha stabilito un minimo di rapporto sono io. Perchè so che ci siete voi.

Mercoledì, 05 ottobre 2011 - Chiarchiara

Ieri mattina una cliente mi ha chiesto:

"Ma lei da quanto lavora di mano?"
(pensiero: "Cooosa???")
Con faccia e occhi alla Leo di "Un Sacco Bello"
"In chessenso?"
"Ahah, nono, non in quel senso, intendevo da quanto tempo fa l'idraulico..."
"Ahhh...cinque anni proprio in questi giorni"
"Sicuro?"
"Sì, perchè?"
"No, perchèèè, insomma, volevo dire..."
Suspance
"...ha delle belle mani per essere un artigiano: senza ferite, unghie pulite, dita affusolate!"
(pensiero: "Basta droghe, basta!")

Intervallo

Stasera ho chiuso dentro due dita nella portatagliafuoco del magazzino. Indice e medio paiono un quadro di un pittore alcolizzato.

Possibile che oltre ad essere imbecilli, menino pure sfiga? E' possibile?

P.S.
Chi becca il riferimento del titolo (facile), si piglia un bacino. Per il femore facciamo un'altra volta. Ok, dopo questa potete chiedere la chiusura d'imperio del blog.

Giovedì, 29 settembre 2011 - Follia

Oggi una signora, che non aveva dato segni di squilibrio durante l'intervento, peraltro lunghissimo, perchè sono dovuto intervenire sullo scambiatore di calore dello scaldabagno, pagandomi, mi ha detto: "Io vorrei un mondo governato dalla pace e dall'amore tra le persone".

Penso di aver assunto un'espressione degna dell'Orso Yoghi. Una qualsiasi.

Martedì, 27 settembre 2011 - Erotidraulico - Seconda Parte

E va beeene...

Chierichetto prima della comunione, vale a dire: la lussuria, roba che tuttora tengo ben sottolineata nel CV. Anni e anni di servaggio alla messa delle 11. Più presente di un album di Ruggeri a tutte le cerimonie importanti, siano esse Natale, Pasqua, matrimoni e funerali. A proposito di funerali, alla tenera età di undici anni portatore della croce ai funerali, compresi quelli del parroco precedente (in quel momento capii cosa si prova ad alzare la Coppa del Mondo). A nemmeno dodici già incaricato di spegnere le candele e ritirare i paramenti alle 15 del Venerdì Santo. Una breve interruzione dovuta al fatto che la Notte di Natale dell'A.D. 1999 a capo di una squadriglia di sei elementi, coordinai il furto di una scatola da sei di Vin Santo. Bottiglie prontamente seccate con risultati facilmente immaginabili. Il buon cuore di Santa Madre Chiesa mi richiamò a corte dopo un solo anno, in quota cerimoniere per le due grandi feste liturgiche, nonostante un'adolescenza inquieta nel quale la sagrestia rimaneva l'unica ancora sicura d'approdo.
E allora tu, cara signora cinquantenne, dal capello in biondissima tinta, dall'abbronzatura improbabile e dalle tette impossibili, perchè mentre ti sto montando, in senso manuale, l'addolcitore sotto al lavello della cucina, mi chiedi:

"Una curiosità: le pompe di calore il caldo lo soffiano o lo succhiano?"

Mi è caduta la barba. E anche le palle.

Ora, accetto il dubbio, a suo modo anche sensato, ma già hai un fisico sagomato dal chirurgo o da qualche suo simile, già hai un modo di porti che ti manca solo un copertone bruciato davanti, già sei vestita come neanche in una spiaggia nudisti, c'è bisogno di usare proprio quei due termini?

P.S. che non c'entra nulla nè col post, nè con lo spirito del blog

BASTA ROMPERMI I COGLIONI con i vostri elenchi di sacrifici fatti per arrivare a essere qualcuno, sulle notti passate in bianco, della costanza (a cui ho sempre preferito Martina), ecc...Da quando sono ritornato dalla vacanze, complice la crisi forse?, ne avrò sentiti un centinaio. BASTA, BASTA, BASTA. Anche perchè, detto tutto in franchezza, rivendicando certe cose date l'idea di essere tutt'altro che felici della posizione che avete raggiunto grazie alle privazioni. Forse era meglio se vi foste fatti le canne...

Domenica, 25 settembre 2011 - Parentame - Seconda parte

Uno dei miei momenti preferiti è la doccia alla fine della giornata. L'esposizione è chiusa, i colleghi sono già tornati a casa, io accendo la radio e, con assoluta calma, mi faccio la doccia, facendo mentalmente il punto della situazione o, molto più prosaicamente, i fatti miei. E' veramente il relax totale. Anche mercoledì scorso lo era.

Senonchè...esco dalla doccia e mi trovo davanti due persone che vengono verso di me. Sono miope, non ho neanche il tempo di mettere a fuoco la situazione. Urla varie. Ho frequentato, frequento e spero di continuare a frequentare spogliatoi da vent'anni e per cui ho un senso del pudore, quantomeno per quel che riguarda la nudità, che rasenta lo zero. Nonostante questo cerco comunque di coprirmi, va bene morire ma nudo no, eccheccazzo.
"Filyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy"
Riconosco la voce di mia cugina e mi ricompongo. Niente di straordinario, solo l'imbecillità che trova la sua massima espressione.
"F, ma che stai facendo?"
"Ma dai, siamo venuti a correre nei boschi qui dietro, abbiam visto che c'era qui fuori la tua moto, abbiamo scavalcato e siamo entrati". Il plurale è dovuto al fatto che era insieme al suo nuovo toyboy. Un mammifero rinomato nella zona perchè anni fa, ma da allora non è migliorato, ci mise venti punti di sutura e una commozione cerebrale per capire il sempre ostico concetto in base al quale l'utilizzo del freno anteriore della bicicletta va sempre accompagnato dall'uso di quello posteriore.
"Ah!"
"Ma ti pare di andare in giro nudo per l'esposizione?"
(pensiero: "Quello scaldasalviette potrebbe essere usato come spranga?") "Hai ragione anche tu, la prossima volta farò la doccia con le mutande"
"Ahahahahahahahahahahahah, ci vediamo una volta ogni tanto ma rimani sempre un cretino!"
Il mio viso assume un'espressione che presumo non si sia più rivista dai tempi in cui scoprii che Babbo Natale non esisteva e che i bambini non li porta la cicogna.

Segue stimolante e divertente chiacchierata su vacanze ("Solo una settimana?"), inizio della stagione sportiva ("Alleni ancora quei bambini?" - N.B. i bambini avrebbero 18 anni - "Non sali più di categoria?"), ipotesi di famiglia ("Quando vi decidete a farmi zia, ah no, ahahah, non sarei manco zia") e "piccole" riparazioni domestiche ("Tu sai fare lavori di muratura, vero?" - "Bah sì, qualcosina" - "Se ti chiedessi di buttar giù il muro che divide camera mia da quella di mio fratello, che ora si sposa?") alla fine della quale la Linda Blair de L'Esorcista aveva un animo sereno e posato in confronto al mio.

P.S.
C'avrei un (breve) aneddoto pseudopornografico (parole, parole, parole, si capisce) ma prima ho bisogno dell'avallo delle lettrici.

Martedì, 13 settembre 2011 - Cancelli coltelli

E finalmente diamo un senso al "tuttofare", che magari qualcuno si chiede perchè non bastino i "deliri di un idraulico". No, non bastano, perchè quando ho tempo libero faccio qualche lavoretto, soprattutto (ma non solo) a persone anziane: tagliare l'erba, cambiare l'olio dell'auto, potare una siepe, aggiustare un'antina, spalare la neve, ecc...tutto quello che non concerne la mia professione in senso stretto e che non richieda una professionalità estrema.

Sono persone che mi "scelgo" io, dotate dell'intelligenza necessaria per sapere che la forchetta serve per afferrare un pezzo di cibo e introdurlo nella cavità orale e per cui è raro che succedano episodi da raccontare qui sopra. Venerdì scorso però è successo.

Ottant'anni, un ignorantazzo da far paura, uno di quelli che negli anni Sessanta ha trovato il modo di far due lire ma che è rimasto sempre l'ignorantazzo che era. Proprietario di nota auto tedesca. Da quando ho la patente, lo porto a fare il tagliando. Alla mattina partiamo con due auto, torniamo indietro con l'auto della figlia, al pomeriggio torniamo con l'auto della figlia, lui ritira l'auto e io torno a casa. Per motivi presumo di sicurezza, visto che le auto custodite non costano esattamente due lire, l'entrata dell'officina è formata da due cancelli. Si apre il primo cancello, si decanta in una zona intermedia, si chiude il primo cancello, si apre il secondo. Tutto automatico, come nelle banche.

Io non so da quanti anni ci sono quei due cancelli, so solo che da sette anni lo porto io e ci sono sempre stati. Lui non ha ancora capito come funzionano. Ogni volta sono furiose suonate di clacson, robe da concerto metal, pugni sul volante, bestemmie sparate ad un volume talmente alto che le sento a finestrini chiusi. Probabilmente ha pura di morire lì. Sette anni a passare il viaggio di ritorno a spiegargli il funzionamento dei cancelli. Sette anni a vergognarmi io per lui. Sette anni a non capire un cazzo.

Venerdì, dopo la consuete e gustosa scenetta, il capofficina:

"Lei è normale? Non ha ancora capito dopo vent'anni come funzionano i cancelli? Perchè adesso mi sono veramente rotto..."

Si è offeso. Lui!

Mercoledì, 07 settembre 2011 - Pure dal veterinario

Ci sono, ci sono. E' solo un periodazzo da lupi, dentro e fuori dal lavoro. Fortunatamente ci pensano i clienti e tutti i loro annessi e connessi ad allietarmelo.

Settimana scorsa intervento da una veterinaria, sostituzione della guarnizione del rubinetto. Mi dice che, per motivi facilmente comprensibili, però non vuole che io mi trovi ad operare con dentro gli animali ma non può nemmeno starmi ad aspettare ad inizio o fine turno perchè deve seguire altre attività extralavorative. Posso andare quando voglio che tanto non è urgente, basta che mi comporti come un cliente. Lunedì, verso le 11.30 arrivo e in sala d'attesa c'è una ragazzina con in braccio il suo abominio: uno di quei rompicoglioni di razza rompicoglioni che appena mi vede, inizia ad abbaiare.
Siccome era la prima volta che andavo e non c'erano insegne fuori, le chiedo se sono quelli "i..." BAU BAU BAU "...locali..." BAU BAU BAU "...della..." BAU BAU BAU "...Dott.ssa..." BAU BAU BAU "...C." - "Sì".

Siccome il rompicoglioni di razza rompicoglioni continuava ad abbaiare e io non avevo voglia di andare in discoteca alle 11.30 del mattino, mi piazzo fuori dalla vetrata (perchè il rc di razza di rc oltre ad essere rc era anche intelligente: se stavo fuori non abbaiava, anche se ero più vicino rispetto a quando ero nel locale) a fumarmi una paglia, aspettando il mio turno. Passano dieci minuti, passano venti minuti, passa mezzora, la chiesa di fronte inizia a scampanare. Mi metto dall'altra parte della strada, chiedendomi se la veterinaria stesse facendo partorire un'elefantessa.

Ad un certo punto si ferma una macchina a mezzo millimetro dal mio piede, la ragazzina esce, attraversa la strada e sale.

"???"

Busso alla porta dello studio e la veterinaria è dentro a guardar per aria. Ha senso insultare quella figlia di uomo astemio che ha passato mezzora della sua inutile vita da imbecille ribaltata a vedermi passare davanti allo studio del veterinario, senza nemmeno degnarsi di dirmi: "Scusi, io sono qui ad aspettare quell'idiota che ha barattato cinque minuti di piacere con ottant'anni di inutile spreco d'aria, d'acqua e di tutte le risorse naturali ed artificiali disponibili su questo mondo. Quindi se vuole può entrare"? No, non ha senso perchè l'idiozia non va coltivata. Va ignorata.

Ascesi, preghiera e contemplazione. E bestemmie.

Venerdì, 29 luglio 2011 - Buone vacanze

Parto per una trasferta di lavoro, in cui non penso di avere il pc a disposizione. Poi vado in vacanza.
Ci si legge verso il 20 di agosto. Buone vacanze a tutti i miei venticinque lettori.

Martedì, 19 luglio 2011 - Du iu spic inglisc?

Evito tutto il pregresso, perchè è inutile e perchè l'imbecillità va scodellata così, senza tanti infingimenti.

Impianto d'irrigazione a goccia NON FUNZIONANTE

Non funzionante per un cliente è come, non so se capitava solo a scuola mia, quando scagliavamo la soluzione di un'espressione e dicevamo che il libro era sbagliato. Sì, una volta su mille. Le altre 999 è il cliente che non sa usare l'apparecchiatura e/o non rassegnandosi al fatto di essere un inetto ci aggiunge anche l'idiozia dello sminchiamento (per cui ti becchi segni di cacciavitate, coltellate e martellate a cazzo quando va bene, distruttive per la struttura quando va male), sempre per citare l'Orologiaio. Fortunatamente non era questo il caso.

Telefonata

"..."
"..."

Poi, il colpo di coda del genio

Col tono che solo Archimede quando scoprì il famoso principio: "Ahhh, OFF vuol dire spento?"
"-"
"Pensavo volesse dire prova" (pensiero: "Ma prova de che? O va o non va")
"-"
"Ecco, perchè non funzionava"
"-"

Italia, anno del Signore 2011

Poi dicono che è colpa degli speculatori...

lunedì 23 gennaio 2012

Giovedì, 14 luglio 2011 - Un ometto

Oggi sostituzione di un lavello in cucina. Anche se è un lavoro che possiamo fare tranquillamente da soli, quest'oggi l'abbiamo fatto in due in modo da velocizzare i tempi e fare la pausa pranzo che già ieri avevamo leggiadramente saltato. Va bene che Gordon Gekko, ma anche Fabrizio Corona, diceva che "Il pranzo è per chi non ha niente da fare" ma due giorni di fila no, eccheccazzo!

Siccome in questa settimana stiamo lavorando in un cantiere che per venerdì prossimo deve essere finito, altrimenti la penale diventa 'na roba che quella di Berlusconi a DeBenedetti è uno scherzo, questi lavori al dettaglio li possiamo fare o rosicchiando tempo alla pausa pranzo o dopo le 19. Fatto sta che eravamo in una casa abitata, a quell'ora, da una mamma imboccante e da un nanetto deglutente, fianco a fianco a noi in cucina (non pensate a niente di drammatico: è gente molto povera, nella loro cucina potrebbe atterarci un Cessna, che non se ne accorgerebbe nessuno). Il solito di teatrino di "Come fa l'aereo?" e altre puttanate. Il bambino fa il verso e la mamma gli sbadila giù per il gargarozzo quintali e quintali d poltiglie non meglio identificate, roba da astronauti. Senonchè ad un certo punto il nanetto si rompe i coglioni di velivoli, draghi, BenTen e altra cianfrusaglia ed inizia ad emulare Giacinto Pannella, detto Marco. Nonostante il nanetto abbia solo due anni, gli manca solo la barba per assomigliare a Ferrara, ma per la mamma è praticamente allo stremo. Come farà a vivere senza mangiare le ultime due cucchiaiate di quella brodaglia, la FAO come può rimanere indifferente davanti a questa catastrofe? E l'ONU, che dice l'ONU?

Nel frattempo dico al mio collega di andare a prendere sul furgone la smerigliatrice perchè c'era da fare qualche adattamento del lavello. Quando ritorna, la mamma gioca l'ultima carta, "Se non mangi, il signore ti porta via con lui". Ora, a parte l'idiozia dell'inculcare ai bambini paure senza senso, il mio collega fa veramente paura, oltre ad essere di una bruttezza rara, acuita dal mio splendore. Ah, dimenticavo...è pure rumeno. (prima che arrivi qualche anima bella: sto scherzando, oltre a leggere 'sto blog, ci ho fatto pure le vacanze insieme - in Romania - l'anno scorso).
Sta di fatto che siccome l'intelligenza va di pari passo con la bellezza, a sentire queste parole, passando dietro alla mamma, fissa il bambino, allarga le gambe, impugna il flessibile, ribalta gli occhi e fa il gesto del tagliagole.

Pausa

Il bambino inizia a strillare, scopre la quarta dimensione, vomita verde, la sua testa ruota a 360°. La mamma non capisce più una sega, lo porta fuori in giardino per tranquillizzarlo.

"Ma sei sfigato?"
"Io??? E' il bambino che è sfigato, non capiva che stavo scherzando?"
"-"
"-"
"Vai sul furgone, per favore, che qui finisco io"

Dopo cinque minuti rientra la mamma col nanetto

"Cos'era successo signora?"
"Mah, penso l'abbia punto una vespa"
"!!!"
"D'altronde è la zona..."
"Eh sì, è stato anche bravo a non piangere più di tanto"
"E' un ometto lui" accarezzandogli i capelli
"Un ometto..." mentre mi si sfracella una gonade per terra. A quel cretino tutte bene gli vanno.

Venerdì, 08 luglio 2011 - L'ambientalista ottimista e il side project

Lo so che sembra incredibile ma in un mese mi capiterà almeno una decina di volte di andare nelle case di qualche vecchio/a a cambiare il rompigetto di qualche rubinetto.

Stamattina mentre sono in giro per cantieri, mi chiama un signore e mi chiede se posso andargliene a cambiare uno. E' un'operazione che richiede dai 30 ai 40 secondi, abita a una decina di km dal cantiere...

"Posso venire anche oggi, non c'è problema"
"Bene, allora lo aspetto, tra quanto è qui?"
"Eh, qui iniziamo la pausa pranzo alle 12, faccia conto che ci sarà il traffico del rientro, mezzogiorno e dieci, massimo mezzogiorno e un quarto, sono lì"
"Così tardi, ma se ha detto che sta lavorando a 10 km da qui"
"Sì, appunto, sto lavorando"
"Ehhh..."
(pensiero: "E' dura la vita, eh") "-"
"A che ora ha detto?"
"Mezzogiorno e dieci"
"A quell'ora mangio"
"Non c'è problema, ci metto un attimo, basta che mi apre la porta"
"Sì, ma la devo controllare"
"-"
"-"
"Bene, allora ci vediamo a mezzogiorno, arrivederci"
"Arrivederci"

Neanche a farlo apposta, incidente a metà strada. Coda, inversione a U e via tra le stradine dei paeselli a velocità da trasporto di organo vitale. Arrivo alle 12.20

"Allora, come la mettiamo?"
"Eh, c'era un incidente"
"Eh, ci avrei scommesso"
"-"

Mi porta in bagno, mi indica il rubinetto del lavabo

"Vuole un rompigetto normale e uno aerato?"
"Che differenza c'è?"
"Questo è quello classico da due euro, questo è quello che le consente di risparmiare acqua, qualche quattrino sulla bolletta e molti litri in meno di acqua sprecata"
"E quanto costa"
"Cinque"
"Ma che cazzo me ne frega a me dell'acqua sprecata, non so neanche se arrivo a domani, mi dia quello là, su"

P.S.

Side project

"Nonno, ieri ha grandinato peso, eh!"
"Osti, vegneven gio gross inscè" ("Venivano giù grosse così")
"Le hai viste dalla finestra?"
"No, s'eri in del camp, son sta lè un po', poi vuna m'ha centrà in del nas e se so dì: "Se sto che a fa, sarà mej che vo a cà" (No, ero nel campo, sono stato lì un pò, poi una m'ha beccato sul naso e mi sono detto "Cosa sto qui a fare, meglio che vada a casa)

Le grandinate a chicchi di piccole dimensioni può ancora sopportarle, ma quando i chicchi aumentano di volume gli 87 anni iniziano a farsi sentire...

Venerdì, 01 luglio 2011 - Parentame - Prima parte

Avantieri

Perseguendo la politica dell'abbattimento dei costi necessaria per rimanere sul mercato, per i piccoli lavori muratura (es. spaccare il muro in un punto predeterminato, per fare un pozzetto d'ispezione) cerchiamo di arrangiarci. Talvolta però capitano dei lavori veramente impegnativi e quindi preferiamo rivolgerci ad un muratore di professione.

"Pronto"
"Pronto, ciao, sono Filippo"
"Uè, ciao"
"Questa settimana quando hai un pomeriggio libero?"
"Ahahahahahah, ce li ho tutti liberi, sono in ferie a Sharm fino al 15"

!"£$$%/&)/=/&%$£" (continua...)

Telefono alla signora e, giustamente, mi dice che io le avevo garantito che il lavoro sarebbe stato fatto in settimana e che quindi si sarebbe rivolta ad un altro, anche se le dispiaceva perchè si era sempre trovata bene con me.
Vado a pranzo da mia zia (sarebbe una prozia, ma tant'è), con la faccia di uno a cui è appena morto il gatto, lei intuisce e mi chiede il perchè, glielo spiego.

"E se provassi a contattare il nosto ex vicino di casa?" (con cui, in effetti, ho fatto qualche lavoretto)
"Zia, aveva l'età di Matusalemme allora, figurati adesso"
"Ma figurati, l'ho visto due anni fa, il sabato di Pasqua al XXX e siamo stati anche lì a scherzare, parlando di come fosse facile perdersi di vista"
"Bah...beh, comunque dammi il numero"

(Buco di sceneggiatura) Casa che diventa un bazar ma alla fine il foglietto col numero salta fuori.

Chiamo la signora, le spiego la situazione e le dico che avrà una risposta di lì a dieci minuti.

Telefono, mi risponde la figlia (una zitellaccia che quando da piccolo andavo a giocare da mia zia, rompeva i coglioni perchè lei al pomeriggio doveva dormire. E va bene...il problema è che per lei il pomeriggio durava dalle 12 alle 20, scusate l'inciso)

"Pronto, buonasera cercavo il signor Giovanni"
"Non c'è"
"Peccato"
"Già"
"Dove lo posso trovare?"

Pausa alla Celentano

"No, non c'è proprio più, è morto un anno fa"
"Ah" (pensiero: "Zia, ringrazia il fatto di essere mia zia, altrimenti oggi lo slang del ghetto avrebbe coniato insulti nuovi")
"Già"

Convenevoli, condoglianze, frasi fatte. Robe terribili come "Beh, finalmente ha reincontrato sua moglie in Paradiso", anche se sarebbe stato più appropriato un "Già me lo immagino a tirare due porconi perchè il cemento è stato mischiato male, signora si metta il cuore in pace, suo padre in questo momento starà bruciando all'Inferno"

Click

"Allora?"
"E' morto!"
"Usti"
"Eh, usti il cazzo"
"Ma allora era lui quel Giovanni XXX che c'era sulle epigrafi l'anno scorso?"
"-"
"Me lo son sempre chiesta"
"-"
"Scusa"
"-"

Cioè, capite la situazione: lei sa frizzi, lazzi, sdazzi, cazzi e (don) mazzi di tutto il mondo e l'unica domanda che doveva fare alle altre pettegole del paese, ha pensato bene di bypassarla.

Buco di sceneggiatura: ecco perchè sulla rubrica della Telecom non campeggiava il suo numero di telefono.

Lunedì, 27 giugno 2011 - Abbiamo vinto tutti

Tre settimane fa, chiusi la settimana installando un climatizzatore. L'allegra famigliola di lì a poche ore sarebbe andata in vacanza per tre settimane, due delle quali qui sono state monsoniche, a star stretti.

Stamattina accendo il cellulare del lavoro: ieri sera sette chiamate dallo stesso numero. Mi dico: "Beh, alle otto ritelefonerò"

Ore 7.23

"Pronto?"
"Ahhh, finalmente risponde, eh"
"Lei è la signora che ieri sera..."
"Eh sì, complimenti, eh, complimentissimi!"
"Scusi, si rilassi. Chi è?"
"Si ricorda del climatizzatore che ha montato tre settimane fa?"
"Sì, ci son stati problemi?"
"Ho la casa allagata" (pagina 2 del Manuale dell'Artigiano: ogni descrizione del cliente va divisa prima in due, poi in quattro, poi in otto, poi in sedici, poi in trentadue e via di questo passo: praticamente ci sarà stato per terra poco più di uno scaraccio)
"Signora, oggi non ho un buco libero, sono sul furgone diretto fuoriregione"
"E io che faccio?"
"Non posso neanche mandare il collega, perchè è qui con me. Stasera"
"Cooosa?"
"Ma poi, scusi un attimo, lei non è andata in vacanza in queste settimane?"
"Sì"
"E come ha fatto ad allag...(pensiero stupendo, nasce un poco strisciando), signora mi può dire il livello del contenitore del tubo di scarico?"
"E' pieno!"

Tombola!

Consapevoli del fatto che il buonsenso non rientra nelle loro qualità intellettive di base, quando finisco un intervento ed elenco tutti gli accorgimenti, dovrebbero stare attenti a TUTTO quello che gli dico e non ad ascoltare con un neurone e con l'altro pensare a quanto scavallarmi di sconto. Altrimenti succede che si capiscono solo i primi sette ottavi della frase, ossia:

"Per quanto riguarda il tubo di scarico, guardate voi cosa fare: se lasciarlo libero, che tanto non dà fastidio a nessuno o se inserirlo in un contenitore. Io propenderei per la seconda..."

Tralasciando

"...nel caso ricordatevi di svuotarlo"

"Dunque?"
"Non poteva mettere una valvola anti-risalita?"
"Ehm, ehehehm" (un colpo di tosse che l'epiglottide si è piegata a 91°)
"No, niente"

Abbracciamoci forte, e vogliamoci tanto bene; vogliamoci tanto bene. Perché abbiamo vinto, abbiamo vinto tutti stamattina; abbiamo vinto tutti, artigiani; abbiamo vinto tutti; abbiamo vinto tutti, artigiani.

Giovedì, 23 giugno 2011 - Sconti - Quarta parte, cazzate gratis

Da quando Lamine è in ferie, trascorro il 90% della mia giornata lavorativa in esposizione, eseguendo tutti quei piccoli e grandi lavori di manutezione, gestendo il magazzino e aiutando la segretaria, dato che le scadenze del 30 giugno si avvicinano e lei è stressata come un marine nella Hell Week.

Alle 14 arriva una coppia di (apparenti) neopensionati, una sessantina abbondante di anni a testa, che volevano cambiare gli accessori del bagno. Dall'appendino al portascopino, dal bicchiere al portarotolo, dal dosapone al portasalviette. Il portasalviette, this is the question.

Lui mi fa sapere che rispetto alla linea che avevano scelto, il portasalviette era sicuramente più lungo, di quanto non sapeva, ma era più lungo e quindi non poteva stare nei fori che c'erano già, a meno di qualche soluzione antiestetica. Non ho alcun problema a tagliarglielo a misura e che però mi servono, per l'appunto, le misure. Mi dice che non c'è nessuno a casa, gli rispondo che a questo punto e meglio che misuri e ripassi. Dite che mi ha ascoltato? Ahahahahah, no. Mi dice che la taglierà lui. So già come andrà a finire.

Ore 14.45

Segretaria sulle scale

"Fily, telefono!"
"Pronto?"
"Pronto, sono R., quel signore che è venuto prima"
(pensiero: "Non chiedermi di venire a casa tua, perchè chiamo Ken Shiro e ti mando lui") "Non sono riuscito a tagliare il portasalviette"

Dovete sapere che il "Non sono riuscito" di un cliente vuol dire "Ci ho provato, essendo un incompetente, l'ho distrutto e reso inutilizzabile e, per non farmi mancare nulla, ho spaccato qualsiasi cosa mi sia capitata a tiro" (vedere Orologiaio Frustrato)

Silenzio mio, carico di tante virtuali legnate reali

"Se vengo lì a farmelo tagliare da lei, è un problema? Le misure le ho!"
(pensiero: "Vuoi anche un applauso?") "L'aspetto" (pensiero: "Imbecille")

Dopo 20 minuti arriva

Vedo i lati della barra centrale e sono accartocciati su loro stessi.

"Con cosa l'ha tagliato?"
"Col seghetto da metallo"
"Impossibile, non ci sono i denti da sega, questo è stato tagliata con una forbice o qualcosa di simile che, ovviamente, trattandosi di un metallo, ha piegato" (e tanti saluti a Taormina e Grissom)
"Eh, sì"
Per pietà, non indago su che forbice abbia usato, ma non escludo nè il trinciapolli, nè il troncarami.

La perla è che non si è limitato a disastrare un lato. No, probabilmente convinto che il materiale cambiasse da un lato all'altro (è risaputo che le portasalviette hanno una metà in wolframio e l'altro in Big Babol), ha pensato bene di distruggerli entrambi.

"Misura?"
"50 cm"

La parte che si è salvata dall'imbecillità sta sui 45 cm (per dar l'idea del disastro che è riuscito a combinare)

"Non si può far niente, o tenete quella vecchia o si rifanno i fori o ne dovete comprare un'altra"
"La cambio, per lei è un problema?"
"Assolutamente no"
"Gratis?" (pensiero: "Oh, scemo, assolutamente no, vuol dire che comunque me la paghi")

Etteppareva, già ti faccio un favore facendoti cambiare un accessorio e non tutta la linea, pure gratis la vuoi?

15 euro e levati dai maroni, imbecille.

P.S.

Stasera riunione, c'è tensione.

Mercoledì, 22 giugno 2011 - Intermezzo

Fresca, fresca

Da qualche tempo l'azienda di cui noi siamo divisione esterna è stata acquistata da un fondo che, tanto ovviamente quanto giustamente, ha rimosso l'amministratore delegato e il direttore di stabilimento mettendo due uomini di sua fiducia, che però si odiano con una costanza e una potenza che lascia quasi ammirati. Il primo è il classico manager rampante di una cinquantina di anni, belloccio, gran fisico, abiti su misura, cravatte da 300 euro al colpo, sposato con una commercialista che le poche volte che ho visto ho dovuto sottopormi a TSO per ricordami le mie generalità, senza problemi a dichiarare di avere due o tre amanti, tennis al mercoledì sera e golf alla domenica. L'altro è l'opposto: laurea in Ingegneria con la media del 31, 175 per 120 kg, triplo mento, barba di due-tre giorni, occhiali tondi, capello corto ma tanto inspiegabilmente quanto perennemente spettinato, mai visto una volta con la giacca, mercoledì sera sul divano e domenica pure. Per quanto posso capirne, sono entrambi molto bravi a fare il loro lavoro, uno perchè non è in cima ai suoi pensieri, l'altro perchè se per una maggior riuscita del suo lavoro, gli chiedessero di macellare dei bambini, non esiterebbe a mettere mano al disossatore.

Leggendaria quella volta che, dopo qualche settimana che era qui, mi telefonò:

"Si ricorda che le avevo detto che avrebbe dovuto prestarmi degli uomini per lo spostamento di quelle macchine?"
"Ovvio che sì"
"Ecco, avevo pensato a domani..."
"Ingegnere, domani è sabato"
"E quindi?"
"Guardi, per me non è un problema, però di sicuro le dico già che per gli altri sarà un no e onestamente non mi sento di fargliene una colpa"
"Perchè?"
"Eh, qui, ma anche lì, non si lavora al sabato!"
"Ma come? Se c'è da lavorare, si lavora"
"Ripeto, per me non c'è problema ma se loro non possono o vogliono, non possiamo obbligarli, tantomeno dall'oggi al domani"
"Bah"
Click
Un minuto dopo: driiin
"Se invece gli diamo due giorni di preavviso?"
"Ma guardi, se glielo dico oggi, di giorni di preavviso ne avrebbero otto, non penso che ci sarebbero problemi!" "No, io intendevo domenica, oggi è venerdì"
"-"

Oggi riunione nell'ufficio dell'ingegnere, da ore 12 in senso antiorario: io (responsabile divisione esterna), lui (direttore di stabilimento), responsabile acquisti, responabile costi e pianificazione, responsabile ufficio tecnico, responsabile ricerca e sviluppo. Inizia la riunione, telefonini spenti, dopo cinque minuti entra la segretaria dell'AD, l'ingegnere le dice che siamo in riunione, lei risponde che è una cosa urgentissima, il responsabile acquisti deve andare nell'ufficio dell'AD. La riunione si ferma. Dopo dieci minuti rientra il RA.
"Che problema c'era?"
"Mah, niente"
"Proseguiamo"

Dieci minuti dopo ritorna la segretaria. Riunione di nuovo sospesa.
"Vi dispiace se mi accendo una sigaretta?" con un'espressione alla Jack Nicholson in Shining che non ammetteva repliche.
"Si figuri". Il tempo di dirlo e la Marlboro s'era già consumata, probabilmente suicidatasi.

Ritorna il RA. "V, l'ha richiamata per il problema precedente?"
"Sì"
"Mi dice qual è il problema?"
"Sa che settimana scorsa sono andato da B per...?
"Sisì" -senza neanche lasciarlo finire
"Eh, lui è un fornitore a cui ci rivolgiamo ogni due-tre anni, per cui mica potevo pagarlo a 30 giorni e oggi probabilmente l'amministrazione gli ha trasmesso la fattura per la vidimazione"
"Quindi l'ha pagato subito? E quanto era la fattura?"
"120 euro"
"Quello su di sopra l'ha chiamata per 120 euro di fattura?"
"Eh"
Ritorna lo sguardo alla Jack Nicholson
"30 milioni di fatturato all'anno, una riunione sul campionario dell'anno prossimo, interrotta da 120 euro di fattura, neanche al manicomio, !"£$%&//&%$£!"

Non ha ancora finito di parlare che ritorna la segreteria. Appena la vede, la bottiglietta che c'era sul tavolo, va dritto per dritto fuori dalla finestra, sotto cui sta il parcheggio dei dirigenti, toc, imbarazzo generale
"Spero sia la sua, riunione sospesa, ci rivediamo venerdì sera, dopo le 20"

La gioia è comparsa sui volti degli astanti, soprattutto su quello del responsabile tecnico che, uscendo dall'ufficio, mi confida: "Io venerdì sera parto per il Kenya, avevo preso di ferie pure il venerdì pomeriggio, adesso chi glielo dice?"
Verso le 16 mi telefona il direttore di stabilimento: "Mi scusi eh, ma la riunione è anticipata a domani sera, alle 20"
"Nessun problema, ingegnere"
"Sa, qui pare che il lavoro sia un fastidioso intermezzo tra una fattura di 120 euro e una vacanza in Kenya"

Sconti - Terza Parte, tuttogratis

La scorsa settimana, oltre a tutto il resto, ho dovuto anche sostituire Lamine, che s'è preso quattro settimane di ferie per tornare in Senegal. Giovedì mentre stavo spostando dei bancali ascoltando, al solito, la radio a tuono, arriva la solita spaccamaroni. Le leggo il labiale "Vorrei..." e alzo il braccio destro a indice steso ad indicarle le scale che portano all'esposizione.
"Scusi?"
Con passo che più cadenzato di così, esiste solo quello dell'oca mi dirigo verso la radio, spegnendola. Probabilmente con lo sguardo.
"De-ve an-da-re di so-pra!"
"Di sopra dove?"
"In esposizione"
"Ma se sono stata su prima e la signorina m'ha detto di venire giù"
"Impossibile"
"Senta, vorrei delle barre portatenda" (Ma chi, nel 2011, ha ancora la tenda nella doccia? E soprattutto chi, nel 2011, cambia le barre?)
"Bene, sono sopra"
"No"
La tentazione è quella di andare di sopra, prendere le barre e finirla a sprangate.
"Andiamo di sopra, così vediamo chi ha ragione"

"Svetlana" - mai chiamata così in cinque anni in cui ho sfoderato tutti i vezzeggiativi dell'universo - "vieni qua..." ( mancava solo che le dicessi "...e dammi la zampa")
"La signora dice che le barre portatenda sono in magazzino"
"E' vero"
"Da quando?"
"Settimana scorsa Lamine" - a quel nome avevo già messo mano alla fondina, spero che si bruci peggio di un tedesco - "le ha portate giù perchè non si vendevano e ingombravano inutilmente"

Successivi dieci secondi

Sguardo mio "-"
Sguardo della segretaria "-"
Sguardo della signora "-"

Un'immagine di una potenza tale che al confronto il triello finale de "Il buono, il brutto e il cattivo" era fuffa.

"Vede, avevo ragione..."
"Sisì"

Signora batte Filippo 6-0, 5-0, abbandono per infortunio (rottura di un testicolo, per la precisione)

Scendiamo nel magazzino, io 'sta donna la vorrei già sgozzare (non ammettevo la sconfitta, a distanza di qualche giorno posso, anzi debbo, riconoscerlo), lei cerca di recuperare il rapporto, con sensibilità tutta femminile

"Adesso mi fa vedere i modelli?"
La stronco: "Signora, non è che ci siano tanti modelli, una barra è una barra, al massimo cambia il colore e le flange"

Alla parola flange la signora ha un mancamento, purtroppo momentaneo.

"Costa di più con le flange?"
"No, le flange sarebbero gli...attacchi ai lati"
"Ah, eh, certo, senza attacchi...si stacca"
"Bene" (pensiero: "Signora, noto che ha alle spalle degli studi di ingegneria...")

Tiro fuori l'immenso catalogo di barre portatenda di cui disponiamo, ben quattro modelli: bianca con flange tonde, acciaio satinato con flange tonde, bianca con flange quadrate, acciao satinato con flange quadrate.

"Lei quale mi consiglia?"

Voglio morire

"Questa" indicandone una a caso
"Io preferisco questa"
"Perfetto, tenga"
"Grazie"
"Viene lei ad montarmela?"
(pensiero: "Signora, le metto fuori una chiamata che deve ipotecare la casa") "Guardi, è molto semplice, deve fare quattro fori nel muro, stop"

Silenzio carico di domande

"Lei non ha un uomo per casa?" (ammetto che a ripensarci ora questa domanda mi fa sbellicare)
"Sì, c'è mio marito" me lo indica al volante di una fiammante Panda
"Perfetto"
"E poi?"
"Poi?"
"Intendo...dopo i fori?"
"Fa la doccia"
"E la tenda?"
"La infila prima"
"Ahhh"
"Eh"
"Poi va su..." (inteso: "dalla segretaria a pagare")
"Sisì, prendo la scala..."
"Esatto, prende la scala" (pensiero: "Brava signora, la vedo spigliata nell'aver già recepito che quella costruzione che le consente di salire di sopra è una scala)

Esce e va verso l'auto del marito...andrà a prendere i denari, no?

No.

Il marito accende l'auto e si avviano verso il cancello

Urlo tarzanico: "Signoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa"
Si sporge: "Sì?"
"E' andata a pagare?"

Scende all'auto, viene verso di me, con sguardo accigliato: "Devo pagarla?"
"-"
"Ma dai su, lei l'ha tirata giù dalle tende vecchie"
(pensiero: "A parte che sono cazzi miei...") "...certo e poi l'abbiamo confezioniata"

La parola confezione deve averla spiazzata, però è una parola complicata, tanto vale provare l'affondo.

"Eh, sì"
"Mahhh"
"E quanto la dovrei pagare?"
"Da listino 18 euro, arrotondiamo a 15"
"Facciamo 10?"
"Ma anche 5, perchè no?"

Dopo tre minuti arriva la segretaria

"Fily, la barra a cinque euro? Non è che hai perso uno zero?"

Dov'è la capsula di cianuro, dov'è?

"Ma anche tu, Svety, cinquanta euro una barra portatenda, ma siete parenti?" (la signora non era lì, avrei potuto infierire ulteriormente)
"La signora m'ha detto cinque"
"Va bene cinque, basta che si levi dai maroni"

Ho preso le rimanenti barre portatenda, le ho tolte dalle confezioni e le ho portate a casa. Ci giocherà il cane.

Quando la prossima signora, tra due-tre anni (questa è la frequenza), avrà il coraggio di chiedermi se avremo le barre portatenda, la risposta sarà una e una soltanto



NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

Lunedì, 06 giugno 2011 - Che bella giornata

Non c'è molto da premettere, bisogna leggere.

In sequenza

Inizio giornata di lavoro ore 6.00

6.05

Mentre stiamo caricando un furgone, un mio collega gioca allegramento a saltare giù dal cassone del pick-up tirando finti calci volanti ad un altro che mi sta di fianco, finchè, di calcio in calcio, non appoggia male la caviglia e con un croc che s'è sentito distintamente fino alla provinciale e un urlo che s'è sentito distintamente fino ad Helsinki, conclude la sua giornata e, se andrà bene, la sua mesata. Avete presente quando le mamme dicono ai figli che stanno facendo qualcosa di pericoloso: ti conviene non farti male, perchè se te lo fai, te ne faccio ancora di più? Ecco io non l'ho detto prima ma l'ho pensato dopo.
Mi giro verso lo sparring partner e gli intimo di portarlo al Pronto Soccorso. In stereofonia mi chiedono cosa devono dire ai medici sulla causa dell'incidente. LA VERITA', PORCA PUTTANA, LA VERITA'. Poi che venga qui l'Ispettorato del Lavoro se non ci crede, che gli faccio misurare il QI dei due imbecilli che giocano a fare i wrestler alle 6.05 del mattino, mandandomi a puttane un cantiere intero.

8

Collaudo dell'impianto idrico di un cantiere. 8.05, l'ingegnere non arriva. 8.10, l'ingegnere non arriva. 8.15, l'ingegnere non arriva. MA DOVE CAZZO E'? 8.20, l'ingegnere non arriva. Gli telefono: Ingegnere, non avevamo appuntamento alle 8? - Eh, mi scusi. - La scuso, ma alle 10 avrei un intervento!
Dopo 10 minuti arriva. Sembrava appena uscito da un film di Romero: colorito che al confronto Nicole Kidman è nata all'equatore, andatura caracollante, occhi che la luce per entrarci dentro doveva fare a gomitate. Faccio per avviarmi al generale nel parco che circonda le case, quando lui mi ferma e mi dice che partiamo dalle case. Mentre cerco le chiavi, inizia a tremare. Apro la porta della prima casa, parte diretto verso il bagno senza degnarmi di uno sguardo, mi dice di non entrare che deve controllare una cosa da solo (un segreto...). Dopo cinque minuti esce e mi dice che lì va tutto bene e che torniamo dopo. Alle 9.50, ben un'ora e venti dopo, entriamo nella prima casa. Una puzza di...boh, che si sentiva dal soggiorno. Mi giro verso di lui. Il colorito bianco è mutato in verde: Ieri ho avuto un addio al celibato - Bene, io esco - Lei faccia ciò che vuole che tanto la responsabilità è sua.

10.15

Intervento di routine, la signora tira sul prezzo. Io vorrei tirarle un cartone da tanto che sono già stressato.

10.45

Sto per tornare in magazzino: ho un box doccia da portare in esposizione (Lamine è in ferie) quando mi telefonano dal convento. Col convento non si scherza per due motivi: 1- C'è il mio confessore e quindi se sgarro, "c'è che c'è un treno che va all 'inferno città". 2 - Sono volontario in un'associazione che aiuta i migranti e quando, specie d'inverno, non abbiamo abbastanza posti letto, al convento ci danno un mano. Le urgenze del convento non sono urgenze, ma U-R-G-E-N-Z-E. Se un giorno fossi alla Casa Bianca a rifare l'impianto e il convento mi dovesse telefonare, saluterei Obama con l'altra mano e mi fionderei sul primo aereo disponibile. In mancanza d'aereo, andrebbe bene anche una zattera, che è sempre meglio delle braccia.

11.30

Finita la riparazione della lavastoviglie. Una lavastoviglie che ha visto la prima guerra.
D'indipendenza. Che poi, dice lui, i frati non fanno niente tutto il giorno, non possono lavare i piatti con le manine?

11.35

Prendo il furgone. Il convento, come tutti i conventi che si rispettino, è su una collinetta. La strada è stretta e quindi a senso unico alternato. In fondo alla discesa vedo l'emblema dell'intralcio al traffico: una Panda guidata da un'ottantenne. Mi fermo, perchè so già come va a finire. La macchina avanza alla pazzesca velocità di 1 metro alla settimana. Prendo tempo per accendermi una paglia. Quando rialzo la testa, la macchina s'era fermata. Si apre la portiera alla velocità di 1 metro al mese, scende una vecchia dalla clamorosa età di 100 anni. Sono passati ormai due minuti. Incredibile, ma ho la coda dietro. Avere una coda all'uscita di un convento alle 11.35 di una mattina di giugno è classificabile come materiale da Guinness?. Non basta: vedo il sedile abbassarsi e, alla velocità di un metro all'anno, uscire un'altra donna che probabilmente i cent'anni li sfondava. Qualcuno dietro inizia a suonare, mi sporgo allargando le braccia e spiegandogli la situazione a gesti. Capirà...
All'improvviso la vecchia guidatrice inizia a gesticolare freneticamente nei miei confronti. Pigia l'acceleratore, la Panda praticamente impenna, si fa la salita a 100 km al secondo, mi passa di fianco, tra il mio sportello e il suo ci passava (forse) un foglio e mi gesticola ancora come a dire: 'sti giovanotti impediti!

12

Arrivo in esposizione. La segretaria è in uno di quei giorni, di cui ho parlato qualche post fa. Mi aspetta sulla porta e mi dice: "Ha chiamato l'assicurazione e mi ha detto che quest'anno aumenterà di X" - "Dì a quegli invertebrati che noi ci autoassicuriamo" (un bacino, inteso come osso, a chi indovina la citazione). Il mio stress e il suo si incontrano e scoppiamo entrambi in una risata interminabile.

12-14

Incredibile periodo di pace che passo tagliando l'erba del giardino dell'esposizione.

14.15

Intervento di routine. Premetto che io adoro i bimbi, ne farei uno domani (anche perchè dicono che la semina è un bel momento, dicono eh) e spero di farne un migliaio appena le condizioni me lo permetterano. Però perchè, caro bimbo, studi così distrattamente scienze (esiste ancora o l'hanno chiamata in qualche modo figo)? Pensavo che l'esclamazione OUCH! esistesse solo nei fumetti. Lo pensavo. Lo pensavo fino a che uno dei tre marmocchi che girava per quella casa non mi è saltato con la testa sui maroni per annunciarmi che la scuola termina sabato 11, terminando contestualmente anche la mia attività riproduttiva.

15

Mi telefono mia mamma. In 'ste settimane ci ho litigato più o meno pesantemente, però la mamma è sempre la mamma e per cui sono felice di sentirla: Ciao Fily, hai presente il figlio della Maria XXX? - La tua amica? - Sì - Dimmi - Praticamente va male in latino e gli daranno sicuramente il debito - Interessante (ma che minchia me ne frega, non so manco che faccia c'ha e poi...c'era bisogno di telefonarmi?) - Le ho detto che potevi aiutarlo tu - In latino? - Sì - Mamma, ma (pensiero: ti droghi?) tu hai presente che scuole ho fatto? - Massì, ma il latino l'avevi fatto alle medie. Flashback: la prima immagine è un cuore che sanguina. E' vero, avevo fatto un corso pomeridiano di latino alle medie. Perchè ero cotto duro della morettina dell'altra classe, avrei fatto anche un corso di cucina o di burlesque pur di stare due ore con lei. Il filmino mentale si chiude con il cuore che sanguina ancora.

19.30

Dopo un intervento sto rientrando in esposizione per mollare il furgone. Tipico traffico da rientro. Una donna è ferma allo stop per immettersi sulla provinciale. Probabilmente è lì dalle 18 (è uno di quegli attraversamenti che si decideranno a sistemare dopo che ci scapperà il morto), rallento per farla passare, le faccio gli abbaglianti per farle capire la mia intenzione, l'altra corsia è libera. La signora non è che si limita a non attraversare, ma una volta che le sfreccio davanti, mi alza pure un bel medio. Chissà cosa pensava che stessi facendo con gli abbaglianti, ringraziare che non abbia chiamato la Questura.

Arrivato a casa sono rimasto molto deluso di non aver trovato da nessuna parte il cencio di Scherzi a Parte. Manco il celebre "quarto d'ora di celebrità" m'ha fruttato questa giornata. Vergogna.

Martedì, 31 maggio 2011 - Richiesta un po' strana - Prima parte

Qualche settimana fa arriva in esposizione una signora che, senza troppe storie, sceglie una vasca idromassaggio. Mi dice che ha appena comprato casa, che è stata ristrutturata da una squadra di muratori, mi porta le misure del bagno e persino una foto, il tutto perchè abita in un paesello a 30 km da qui e non voleva farmi fare la sfaticata di andare là per un sopralluogo banale, che poteva fare anche lei. Vorrei quasi darle un bacio ma mi trattengo ed è un bene visto che, se è vero che l'amore fa presto a trasformarsi in odio, dopo il numero che mi ha fatto, l'avrei accoltellata. Fissiamo la data dell'installazione e mi dice che il bagno è in una posizione "un po' strana" e che è meglio se, fermatomi in un punto che conosco, le telefoni per farmi guidare a casa sua. Assolutamente stordito davanti a cotanta gentilezza, non do peso a quell' "un po' strana". Bravo pirla.

Quella mattina faccio quanto segue, le telefono ed inizia a guidarmi, dopo due-tre km di strade pazzeeesche, mi fa inoltrare in mezzo ad una strada sterrata, strada sterrata che diventa prima una mulattiera, poi un sentiero in mezzo al bosco. Ad un certo punto le chiedo se ha una vaga idea del fatto che starei guidando un furgone e non una biciletta. Lei ride (che cazzo ridi?) e mi dice di proseguire che poi la ringrazierò. Finalmente arrivo a casa sua. Finalmente una sega. E' indescrivibile la posizione di quella casa, pareva di essere nelle fiabe: c'era uno spiazzo, circondato dal bosco, a 3-4 km dalla casa più vicina, e, in mezzo a questo spiazzo, una collinetta irraggiungibile in auto, alla cui sommità stava la casa, che era collegata al sentiero che avevo appena percorso da una scala che probabilmente era già vecchia nel 1911. Piena di erbacce, con pietrisco distribuito su tutta la rampa, ogni tanto anche qualche pianticella per non farsi mancare niente. In cima a questa scala, una porta a cui davo cinque minuti di vita prima di staccarsi e finirmi direttamente sul cruscotto del furgone.
Insomma tutto molto bello, oserei dire caratteristico, se non fosse che non ero andato a lì a passare una vacanza ma a portare su una quintalata di vasca idromassaggio.

Io e il mio collega non abbiamo tra le qualità fisiche di base la forza, ma a furia di "Tira", "Molla", "Dai", "Forza", ecc...riusciamo ad arrivare in casa. Una roba disumana, roba che se ci avesse visto un cinese che passa 16 ore al giorno confezionando borse in un sottoscala, ci avrebbe detto che siamo degli schiavi. Penso di aver perso un litro di sudore, eravamo sfiniti al punto che è bastata un'occhiata col mio collega per capire che prima di iniziare a lavorare era il caso di fumarci una paglia per rilassarci un attimo e riacquistare la forza. Comunque va detto che, nella sfiga, abbiamo avuto anche culo. Il bagno era la stanza che stava dietro a quella porta. Mentre siamo lì, fuori dalla porta, la signora mi dice: "Scusi, già che è qui, le dispiace venire a vedere l'occhiata in giardino che volevo installare anche l'impianto d'irrigazione?" - "Si figuri, prego, faccia pure strada". Però, appena giro i tacchi, mi viene il sospetto di cosa ci azzecchi un giardino (da irrigare, poi...) in quel contesto. Pensiero che metto subito in archivio, quando inizio a spiegargli come dovrebbe fare l'impianto, dove mettere la centralina, quali sono le migliori marche. Ad un certo punto, mentre le parlo, mi scappa l'occhio sul cancello e soprattutto su quello che c'è dopo il cancello. Una strada senza una buca, asfaltata, larga.

"Scusi signora, ma questa strada dove porta?"
"Giù, allo stradone" (lo stradone sarebbe la provinciale)
"E perchè lei m'ha fatto venire dall'altra parte?"
"Eh, sapevo che la vasca era pesante, non volevo farle attraversare la casa con la vasca in mano, infatti ha visto che la prima stanza che ha incontrato appena arrivato in casa è stata il bagno"
"-"
"E' per quello che le ho detto che mi avrebbe ringraziato, quando mi diceva che la strada era brutta"
"Già"

Vi ricorderei che quella "un po' strana" era la posizione, non la signora.

Lunedì, 23 maggio 2011 - Biglietto Amaro

Neanche a volerlo, terzo (e spero ultimo) episodio della trilogia del film neorealista di "Tre uomini e una gamba". Questa devo scriverla di corsa, perchè non vorrei che l'intervallo di tempo tra l'evento e il post, rifletta male la tragicità del primo. La nostra divisione esterna è fuori dal centro paese, quasi in campagna. Non c'è niente di commerciale nelle vicinanze: un'agenzia viaggi, un tabaccaio, un'edicola. Solo case e campi, campi e case.

E allora perchè, venti minuti fa, mentre ero fuori dalla porta dell'esposizione a fumarmi la seconda paglia della giornata che, in ordine d'importanza è dietro solo alla prima e all'ultima, mi si avvicina furtiva una signora, con una terribile chioma color rosso incendio, apre la porta, ruota la testa prima a sinistra e poi a destra, la scossa, la ritrae, richiude la porta. Mi fissa per dieci secondi, deglutisce e mi chiede:

"Scusi, ma i biglietti per l'autobus?"
"Prego?"
"I biglietti per l'autobus?"
"Signora, questo è un negozio di termoidraulica"
"Beh, allora, mi scusi. Lei però, dico così, non ha un biglietto per l'autobus?"
(pensiero: !!!???!!!???!!!???!!!???!!!???!!!???!!!???!!!???) "Mi dispiace"
"Sa dove lo posso trovare?"
"Mah, penso che se va in centro, qualsiasi bar vada bene"
"Eh ma no...non è un autobus qualsiasi"
(pensiero: "Ma che gente incontro? Non è autobus qualsiasi...cazzo è? Un'astronave?") "No?"
"E' l'autobus che parte da qui e poi fa tutto la riviera romagnola da Casal Borsetti a Gabicce."
"-"
"Eh...per portare noi anziani in vacanza, senza per forza andarci coi centri anziani o le agenzie di viaggi ma senza neanche farci guidare in autostrada"
"Sisì"
"No eh, non ce l'ha...la ringrazio, arrivederci"

Forse lo Stato italiano dovrebbe rivedere il sistema per essere classificato come "malato di mente".

Mercoledì, 18 maggio 2011 - Ajeje Brazorf

Vi avevo promesso Ajeje Brazorf, che Ajeje Brazorf sia.

Lunedì scorso, appena ritornato da una settimana di vacanza in quel di Barcellona, sono assalito dalla solita telefonata che da due anni a questa parte, bimestralmente, mi sfracella i maroni. Questo cliente ha un impianto con una geometria di tubature che probabilmente neanche negli anni Sessanta si faceva, praticamente sono ad angolo retto, una pacchia per le otturazioni, gli ingorghi e lo sporco. E' da due anni che continuo a ripetergli, andando anche contro al mio interesse economico (non vorrei passare per una persona in odore di santità, ma il denaro guadagnato o fatto guadagnare al mio datore di lavoro non sono le prime cose che mi interessano del mio lavoro, che adoro in quanto tale, non solo come fonte di guadagno), che sarebbe più intelligente fare un pozzetto d'ispezione al piano interrato, in modo che, in caso d'ingorgo, potrebbe sgorgarlo da solo senza problemi (basta inserire un getto d'acqua forte) o comunque se proprio sentisse l'impellente necessità di chiamarmi, sarebbe un intervento da dieci minuti, con conseguente risparmio di tempo (mio) e di denaro (suo). Lui non ne vuole sapere, ogni volta accampa una scusa nuova, ogni volta mi dice che lo farà la volta successiva, ogni volta mi dice che costerebbe troppi quattrini (farei notare che ormai è arrivato a spendere il quintuplo di quello che avrebbe speso se avessi fatto da subito un pozzetto). Per completare il quadretto aggiungiamoci che è uno che è conosciuto nella zona per averne combinate di tutti i colori, non ultimo quello di aver rischiato, all'imberbe età di settant'anni, di diventare una torcia umana, provando su di sè gli effetti del "ritorno di fiamma" mentre alimentava la stufa con un flacone di alcol. Io sono uno convinto che si fa male solo chi lavora, però uno che tenta di ravvivare un fuoco con un flacone di alcol è un deficiente senza se e senza ma, poche storie.

Vado a casa sua e, all'ennesimo rifiuto di risolvere il problema con un pozzetto, dopo un pò di lavoro di molla sturalavandino, acidi e pistola a 8 atmosfere, riesco a risolvergli il problema. E' un uomo dalle facili infatuazioni e la sua passione, quando vado a lavorare a casa sua, sono gli acidi. Ogni volta mi chiede se posso lasciarglieli, ogni volta gli rispondo di no. Il motivo è presto detto: gli acidi, oltre che complicati da usare (non c'è un acido universale per tutte le tubature e se sbagli l'acido devi rifare l'impianto), sono anche la roba più pericolosa con cui mi trovo a lavorare, materiale da professionisti, per usarli ho frequentato un corso alla Camera di Commercio. Per utilizzarli, bisogna indossare guanti impermeabili e mascherina, perchè se ne respiri i vapori sputazzi sangue e se ti vanno sulla pelle ti ustioni. Non li darei a nessuno, figurarsi ad uno che c'è caso che li usi per bagnare le scaloppine.

Il genio però non ne può più di spendere un centinaio di euro ogni due mesi e prova l'affondo: "Ma perchè non me li vuole lasciare?" - "Perchè sono pericolosi, materiale da professionisti" - "Ma lei lavora sotto titolare?" - "Sì" (avevo già capito dove voleva andare a parare) - Ma lui mi spiazza con un dribbling d'altri tempi e tenta di corrompermi: "Se me lo lascia, le dò dieci euro in più." - Stavo sistemando gli attrezzi nella cassetta, alzo lo sguardo come a chiedergli, al posto dei dieci euro, il numero del suo spacciatore, visto che con dieci euro non mi corrompevano neanche a otto anni. A quel punto, altro cambio di passo e zampata del fuoriclasse: "Ne vuole venti?"

Lascio a voi ogni commento.

Venerdì, 13 maggio 2011 Sconti - Seconda Parte, la supercazzola

Un mesetto fa arriva in esposizione una signora, sui cinquant'anni, che cerca una vasca con sportello con apertura esterna per la madre ottantenne. La segretaria gliene presenta una decina ma non ce n'è una che le aggrada. A quel punto, giusto per provare, le propone di guardare quelle ad apertura interna e, magia, si innamora di una. Però pone una condizione: bisogna cambiare l'apertura. La segretaria mi telefona e mi espone il problema per verificare la fattibilità della cosa. Il lavoro si può fare ma, per dirla con Petrarca, è "un dito ar culo co' la sabbia" perchè: 1 - Non è il mio lavoro 2 - La garanzia ce la possiamo fumare, ergo: il cliente, nonostante tutte le spiegazioni precedenti, romperà i coglioni. E' l'unico caso in cui, almeno per quanta riguarda l'articolo, il pagamento va anticipato. La cliente tergiversa, prova ad abbozzare una replica ma la stronco immediatamente: o così o ne cerchi un altro. Accetta.
Ci metto una settimana (tutte le sere DOPO la giornata di lavoro con un amico fabbro) ad approntare la vasca e devo dire che, senza falsa modestia, facciamo un lavoro che è una piccola opera d'arte.
Arriva la fatidica mattina, mi accolgono le due donne e la madre mi sembra tutto tranne che una persona con difficoltà motorie, ma questo non conta. La figlia mi chiede se riusciamo a fare tutto in mattinata perchè, per seguire i lavori, ha preso mezza giornata di ferie e non vorrebbe prenderne un'altra. Le dico che farò il possibile, lavoriamo alla cinese, non ci prendiamo manco una pausa e in cinque ore riusciamo a fare tutto, stabilendo il nuovo record mondiale. Alle 13 abbiamo finito, le faccio vedere come funziona il lavoro e la ammonisco: "Mi raccomando, si ricordi di chiudere lo sportello quando esce dalla vasca, altrimenti" - prendo in mano la porta del bagno - "magari apre la porta e, tac, vanno a sbattere ed è un attimo che, non essendo un lavoro industriale, lo sportello si reclini e si fletta, pregiudicando l'impermeabilità della struttura".

L'occhio della madre

"Me lo dice adesso?"
"Eh, diciamo che mi pareva una cosa abbastanza scontata"
"Scontata? E' perchè me l'ha detto ora, a lavoro finito?"
Irrompe il mio collega: "Signora, è comunque una cosa abbastanza semplice: chiude lo sportello e poi con la porta non ci sono problemi"
"Si, ma mia mamma è una signora anziana, potrebbe anche dimenticarsi"
A questo entra in gioco la vecchia con fare simile a Giacomo nella scena di "Biglietto Amaro", il film neorealista di "Tre Uomini e una Gamba" (Ajeje Brazorf tra l'altro è un cliente di cui parlerò in uno dei prossimi post) "E se eh, se se fa un laurà, se fa a regola d'arte - con tanto di pollice e indice a formare un cerchio e braccio tirato verso l'esterno - altrimenti mej lassà sta". ("Se si fa un lavoro, si fa a regola d'arte, altrimenti meglio lasciar stare")
Io sbatto gli occhi verso il soffitto, vorrei che davanti a me comparisse una pera d'eroina: "Signora, onestamente non vedo il problema..."
"Il problema è che è lei l'artigiano, non io, e quindi era lei a dovermi avvisare di questa criticità"

Criticità, perdio, criticità...pare si stia parlando dell'Afghanistan, non del fatto che bisogna chiudere un cazzo di sportello prima di aprire una stracazzo di porta)

"A parte che mi pare veramente si stia parlando di niente, cosa avrei dovuto fare? E' arrivata in negozio con le misure, devo dire esatte, della vasca, s'è scelta il modello, non mi ha chiesto sopralluoghi, peraltro inutili in casi come questo, visto che parliamo di un bagno di sei metri quadrati, quindi senza molto da inventare"
"Bisogna rimuovere la vasca, non posso accettare questo rischio!"
Il mio collega sta iniziando ad incazzarsi, lo spedisco sul furgone prima che faccia cazzate.
"Ma quale rischio?"
"Eh, metta che un giorno le due porte sbattono, mia mamma non s'accorge, la prima volta che rifa il bagno, allaga la casa...magari l'acqua tocca qualche filo elettrico, scende da quello di sotto con cui tra l'altro non è in buoni rapporti"

Dimentica la tramutazione dell'acqua in sangue, la moria del bestiame e la morte dei primogeniti maschi

Ma la vecchia esplode: "E se eh, pò suced de tot e dopu l'è un disaster" ("Può succedere di tutto, dopo è un disastro")
"Di rischi non ne esistono, non è che si forma una cascata fuori dalla vasca, al massimo uscirà un po' d'acqua ma, ripeto, basta chiudere lo sportello e questa vasca dura cent'anni"
"No, no, la rimuovo"
"Va bene, nessun problema, però mi paga il lavoro e poi, se la vuole far rimuovere dal sottoscritto, anche la rimozione e lo smaltimento"
"Ma no, poi la riutilizza"

Taccio, perchè qualsiasi movimento del mio corpo sarebbe finalizzato a prendere la mazzetta dalla cassetta degli attrezzi e a parcheggiargliela sul cranio.

Sguardo alla Jack Nicholson in Shining: "La devo rimuovere?"
"No, dai, la tengo" con una faccia da schiaffi come se mi facesse un favore.
La vecchia: "Eh, ades un bel sconticione, dopu tot stu burdel" (Un bello scontone, dopo tutto questo bordello)
Chiaro, limpido, Recoaro: "Non se ne parla neanche"
All'unisono: "Ahhh!"
"Ma scherziamo? Dovrei farvi lo sconto perchè vi siete inventate un problema che assolutamente non esiste"
"Un lavoro malfatto e perdipiù senza sconto, bella roba"
"Te l'eri dì de mia ciamà von così giuven, g'han mia 'speriensa e poi va che laurà de maltrainsema che han fa fò" ("Te l'avevo detto di non chiamare uno così giovane, non hanno esperienza e poi va che lavoraccio" - ma in dialetto è molto più "pesante" - "che hanno fatto")

Ma queste lo sconto lo vogliono come risarcimento danni in un processo penale per duplice omicidio? Onde evitare di togliermi il dubbio vado in cucina, faccio la fattura, mi pagano la manodopera (la vasca l'avevan già pagata) ed esco, dandomi un pizzicotto per capire se è vero che ho perso mezzora per aiutare due aspiranti volpi (o due rincoglionite?) a risolvere il seguente quesito: "Riuscirò nell'impresa di chiudere uno sportello che ho espressamente voluto così, facendo tra l'altro perdere quindici ore di extralavoro ad un povero cristo, prima di aprire una porta?"
Spero che ci frani su 'sto sportello, almeno lo scardina, ma con la porta chiusa.

martedì, 10 maggio 2011 - Al crucco non far sapere quant'è buona la pizza...

Le donzelle inseriscano l'opzione "Caserma".

Siamo, per così dire, convenzionati con alcune aziende del territorio, con cui già lavoriamo a livello industriale, che affittano case per i clienti, i fornitori, i tecnici che arrivano da lontano. Qualche settimana fa una di queste case era abitata da un tecnico tedesco, che doveva installare una macchina utensile e mostrarne il funzionamento ai dipendenti dell'azienda stessa.
Una sera mi chiamano perchè c'era da sgorgare un sifone in cucina, un intervento di routine. Il crucco è, stranamente, simpatico e discorriamo amabilmente di vari argomenti mentre sto eseguendo il lavoro.
Alla fine dell'intervento, prendendosi una confidenza inusuale, mi chiede

"Senti, io alla sera non c'ho mai niente da fare, tu che sei della zona, mi sapresti dire un locale pizza&figa?"

E sapere che io in tutti questi anni l'avevo accompagnata con la birra...venticinque anni buttati nel cesso!

Mercoledì, 27 aprile 2011- Il filo sottile che unisce colleghi e clienti

Ieri è stata una bella giornata!

Lamine, di cui vi ho già parlato, è il nostro factotum in esposizione. Tiene in ordine il magazzino, riceve i fornitori, aiuta la segretaria quando magari si presentano tre o quattri clienti contemporaneamente, paga le bollette, ecc...insomma è una sorta di jolly, quel che serve lui lo fa.
Tra le sue incombenze ci sono il taglio dell'erba nel giardino che circonda l'esposizione e, dato che per lavorare abbiamo una divisa composta da una tuta blu e una maglietta nera, quello di ritirare le divise al venerdì sera e al mercoledì sera e di ridarcele per il lunedì mattina e il giovedì mattina.
Io ho una sveglia fantozziana, nel senso che dato che inizio a lavorare alle 6, ogni minuto in più che dormo è benedetto, visto che tra l'altro alla sera mi addormento sempre verso l'una (se vado a letto prima inizio a girarmi nel letto e non dormo più) e anche se non timbro mi girano le balle arrivare anche solo con un minuto di ritardo.

Ieri mattina arrivo di corsissima in esposizione, mi vesto in un battibaleno, inizio a caricare i furgoni e a dare le istruzioni per la giornata. Nel frattempo sento un tanfo di olio e benzina terribile. Vado in un cantiere a fare un controllo e all'improvviso ne sento un altro. Risalgo sul furgone e c'è una puzza terribile di olio. Passo in un altro cantiere e 'sto lerciume continuava a sentirsi e vedevo anche degli sguardi strani da parte dei muratori ogni volta che mi avvicinavo. Alla fine, un po' perchè non ci non ci ho fatto più caso, un po' perchè il mio naso si sarà abituato, 'sta puzza non la sentivo più. Grazie al cielo comunque ho passato il resto della mattinata a collaudare un impianto per i fatti miei, senza avere a che fare con altra umanità.
Ieri pomeriggio ero in magazzino ad aiutare Lamine a sistemare uno stock di arredo bagno e lui mi chiede: "Fily, ma la maglietta te la sei portata a casa venerdì?" - "No" - "Uhm, io non l'ho trovata" - "No, scusa e questa cos'è?", tirandomi la maglietta da sotto la tuta - Gli vengono gli occhi a palla "Ah, quella è la tua maglietta?" (No, Lamine, vai tranquillo, sono solo tre anni che lavori qui) - "Ti droghi?" - "Cazzo, l'ho trovata per terra..." - "Ma per terra dove?" - "Eh, lì, di fianco al cestone delle divise sporche..." - (volevo darmi fuoco, sarà caduta fuori mentre la mettevo nel cesto ma la gemma non è ancora arrivata) "... pensavo che fosse uno straccio e l'ho usato per pulire il carburatore del tagliaerba!"

Bravo Lamine, il prossimo stipendio lo giriamo direttamente all'igienista mentale.

Dopo dieci minuti da questa ennesima riprova che i clienti dementi vengono attirati da colleghi della stessa natura, arriva in magazzino una signora. Uno di quegli esseri incommentabili che nonostante sul cancello ci siano due frecce come neanche nella Foresta di Sherwood, che indicano come a destra (per i clienti) ci sia l'ESPOSIZIONE e a sinistra (per i fornitori) il MAGAZZINO, non hanno ancora capito...CHE SE VIENI IN MAGAZZINO NON POSSO SERVIRTI!
Musica a palla, non la vedo finchè non mi bussa sulle spalle. Già da questo potete capire la simpatia che mi ispirava una che senza conoscermi mi bussa sulla scapola.

"$%£%$/%&/()&=()&)=/)?/=)/" (la musica a palla mi fa capire questo)
"Eh?" - mentre vado ad abbassarla ad un volume che comunque lei riteneva insopportabile
"Cercavo una tenda per la doccia!"
"Bene, deve andare in esposizione"
"A quanto me la lascia?"
"Chieda su in esposizione"

L'affronto è terribile, il Gabibbo è già pronto ad indossare il costume d'ordinanza, la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo dimostra tutta la sua arretratezza davanti a questo terribile sopruso.

"Ma come, sono venuta giù adesso e lei mi dice di tornare su?"
"Già"
"Ma poi, dico, lei cos'è qui a fare ad ascoltare la musica o a lavorare?"
"Signora, le tende le vendiamo in esposizione, arrivederci"

sabato 21 gennaio 2012

Martedì, 26 aprile 2011 - La cliente ha sempre ragione

Qualche settimana fa mi chiama una signora perchè il condizionatore non funziona. Vi tolgo ogni suspense: era, strano ma vero, una cazzata.
Partiamo dall'inizio: tutti i condizionatori moderni hanno la funzione pompa di calore ma in molti mi specificano subito che non la useranno mai perchè "si trovano bene coi caloriferi". Io non aggiungo altro, va bene a loro, va bene a me. Quando installo un condizionatore a questa gente, specifico in ogni punto del discorso, onde evitare perle del tipo: "Lei non mi aveva detto niente", accuse di truffe, gabibbi e amenità varie, che in inverno va acceso almeno cinque minuti a settimana e vanno puliti i filtri. (poi eventualmente se vedo che il cliente è sveglio gli consiglio uno spray igienizzante ai sali d'ammonio che va usato con un procedimento particolare, ovvero condizionatore spento - chiudere finestre - spruzzare sull'impianto lo spray - aspettare una mezzoretta - aprire le finestre - far ripartire il condizionatore per qualche minuto, roba che per la stragrande maggioranza dei miei clienti sta tra la progettazione di un impianto nucleare e quella di un'astronave)

Tutto questo, nella stragrande maggioranza dei casi, non serve a niente perchè nonostante le rassicurazioni post-installazione e pre-catastrofe, le risposte, nel corso degli anni sono state le più varie

"Io ho già tanti impegni, figuriamoci se mi ricordo di accendere il condizionatore ogni settimana"
"In inverno fa freddo!" (non vorrei dire, ma a quel balengo di Einstein hanno dato il Nobel per quella cazzatina della relatività e a questo genio niente?)
"Ho i bambini piccoli, non posso incrociare caldo e freddo" (deve essere una cosa come quella del vino rosso e bianco)
"Scusi eh, ma lei è figlio del presidente dell'Eni? Spreco i caloriferi, buttandomi in casa una ventata di freddo"

Il tutto è quindi affidato al buon cuore dei condizionatori stessi.

Arrivo da questa signora e la prima domanda è ovviamente:

"Ha fatto la manutenzione che le avevo consigliato?"
"Sì"
"Sì?"
"Non proprio?"
"Signora non è che la sgrido, mi serve solo per sapere da dove iniziare a guardare"
"No"

Perfetto

Mi avvicino al climatizzatore e lei mi avvisa

"Ieri ci ha guardato un attimo mio marito!"
"Ha pulito i filtri?"
"No, no" (Eh, vuoi scherzare? C'è solo una cosa da fare, semplice e immediata, meglio evitare e tentare di improvvisarsi tecnici)
"E cos'ha fatto? Mah, ho visto che ha aperto, poi mi ha detto che non c'era più nulla da fare"

Mi viene da ridere, un condizionatore installato a giugno scorso, a cui andrebbero solo puliti i filtri, su cui non c'è già più nulla da fare. In realtà se al posto di lei, mi trovassi davanti lui, prenderei la spallina del divano solo per fargli una 619, spaccargli la testa e guardar dentro quella scatola cranica.
Invece apro, con non poca difficoltà, il condizionatore e mi trovo davanti un quadro di Picasso. Eppure controlla di qua, controlla di là, nonostante si capisse che non ci aveva lavorato una mano esperta, tutto pareva a posto. L'imbecille non aveva semplicemente pulito i filtri ma in compenso, poco male, non aveva fatto danni., Pulisco i filtri (pulire i filtri vuol dire metterli sotto l'acqua e asciugarli col phon, nient'altro), passo lo spray, rimonto il coperchio, lo riaccendo. Uhm, non va ed in più si sente un rumore stranissimo, come di qualcosa che sbatte sulle pareti del condizionatore. Apro al massimo e a quel punto pareva ci fosse dentro la carpa gigante di Sampei. Un po' spaventato guardo la cassetta degli attrezzi, convinto di aver dimenticato qualcosa. Riapro il coperchio, ricontrollo tutto, ma che è?

Decido di smontarlo pezzo per pezzo.

No
Nono
Nono, non può
Nono, non può essere

L'Imbecille, con la necessaria maiuscola, ha ben pensato di sfasciare la valvola a quattro vie (non so come e non so perchè, evito domande ai miei clienti, soprattutto a quelli che di lì a poco rischierebbero di trasfomarsi in pazienti) e poi, come aveva pensato di sistemarla (non si può fare, va cambiata), con un bel nastro adesivo telato? No! Con un nastro adesivo impermeabile? No! Con un bella scotchata di nastraccio marrone, di quelli che mettono in promozione a 50 centesimi! Cioè, questo Imbecille pretendeva di aver riparato una valvola ad alta pressione con lo scotch del supermercato! E ringrazi il cielo che ha rotto quella, che è l'ultima valvola prima del ricevitore di fluido, altrimenti la signora si ritrovava il soggiorno allagato da un dito di fluido refrigerante.

"Signora, ma sa cos'ha fatto suo marito?"

Le spiego tutta la storia e lei se ne esce con una definizione che, oltre a chiudere il post, per una volta mi fa dire che la cliente ha sempre ragione

QUEL COGLIONE NON DEVE TOCCARE PIU' NIENTE IN 'STA CASA! NIENTE!