venerdì 20 gennaio 2012

Martedì, 05 aprile 2011 - Erotidraulico

La leggenda dell'idraulico chiavatore è, per l'appunto, una leggenda. Quantomeno nel mio caso, ma anche in quello di altri colleghi, con cui l'argomento è stato approfondito e sviscerato in appositi simposi. Anche le avventure a sfondo erotico si possono contare sulle dita di una mano e, per la maggior parte, sono più roba da feticisti che da chiavatori. Rimane il fatto che qualcuna è capitata anche a me. Non in veste di protagonista ma di inconsapevole spettatore.

Un paio d'anni fa stavo installando una lavastoviglie, quando ad un certo punto la signora entra e mi dice

"Tra pochi minuti, dovrei assentarmi per un'oretta"
"Signora, dieci, massimo quindici, minuti e ho finito"
"No, no, tra pochi minuti non ci sarò"
"Eh, ma cosa fa? Per uscire di casa come faccio? Si fida a lasciarmi in casa da solo?" (pensiero: "E soprattutto quando ha intenzione di pagarmi? A 60 giorni?")
"Beh, devo assentarmi, non è che devo uscire, però lei finisca pure il suo lavoro, poi per il pagamento, non so, le lascio qui 40 euro?"

Vivevo in una beata ingenuità, devo riconoscerlo.

"Ma boh, signora, non so quanto viene in totale, devo ancora fare tutti i conti"

Suona il campanello. Come se stessimo parlando di nulla, mi pianta in cucina, chiude la porta e va a rispondere. Io continuo il mio lavoro, fino a che non sento una voce simile a quella di Bongo, il Gorilla marito di Mariangela Fantozzi. Qualcosa inizio ad intuire, specialmente quando orecchio il "tu-tu-tu" caratteristico che si sente quando qualcuno sale le scale. Finisco il mio lavoro, preparo tutto il necessario, manca solo la firma della signora e il pagamento. Non so letteralmente cosa fare, mi siedo sul tavolo della cucina e guardo sconsolato il giardino. Dopo dieci minuti prendo il coraggio a due mani e mi avvio verso le scale: "Signora, io qui ho finito".

Silenzio

Dopo un minuto buono, in cui non sapevo letteralmente che fare: "Ah! Ma lei chi è? L'idraulico?"

(pensiero: "Ma dove sono finito?") "Eh, sì"
"Vuole essere pagato?"
(pensiero: "Faccia pure, la prenda come un'opera di volontariato, io son qui che lavoro, lei su di sopra che chiava, se vuole le lascio anche dei soldi io, non so, come funziona qui da voi?") "No vabbè, se vuole passare in esposizione questa settimana"
"No, no, arrivo subito"

Il subito era un concetto relativo, visto che dopo altri tre minuti, si presenta con i capelli che pareva si fosse scatenato un tifone in camera (e probabilmente...), con un viso recante tutta la gamma di colori che va dal rosso al viola, un abbigliamento che non esiterei a definire barocco e 50 euro in mano.

"Quanto è?"
"48, ma faccia pure 45" e mi volto per prendere il resto.
"No, no, se li tenga, ARRIVEDERCI"
"Un attimo, deve firmare qua"

Mancava poco facesse una X

"ARRIVEDERCI"

Un tono perentorio che non permetteva repliche, anche perchè avevo l'impressione che da lì a poco, fossi andato avanti con le richieste, si sarebbe presentato Bongo sulle scale e a quel punto il rischio di diventare uno spiedino (in tutti i modi in cui volete declinare il verbo "infilzare") sarebbe diventato una tragica possibilità.

P.S.
Da ieri, con il primo grande caldo, è partita la magica stagione degli impianti d'irrigazione, di condizionamento e, in misura minore, dei pannella solari. Finora ancora calma piatta, ma vedrete che a breve l'imbecillità umana, che con la bella stagione dà il meglio, riuscirà a toccare nuove, incredibili, vette. Basta crederci e coltivarla con costanza.

1 commento:

  1. #1 05 Aprile 2011 - 19:57

    Wow potevi quasi chiedere il triplo e non avrebbe battuto ciglio, pur di liberarsi di te!! Hahaha Alex

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