mercoledì 10 dicembre 2014

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Ho sempre schifato quelli che "meno male che quest'anno di merda sta finendo". Fino al 2014. Un anno di merda che getta prospettive funeree sul 2015. Dodici mesi circondato - a migliaia di chilometri di distanza - da lutti, malattie e amenità di questo genere. Uno stillicidio di sfighe piccole, grandi ed enormi. Ogni giorno, una nuova. Che poi io non son fatto per buttarle fuori - ci ho anche provato, non funziona - e per cui macino tutto dentro. Quanto mi tocca dar ragione a John Giorno e al suo "Nessun cazzo è duro come la vita".

mercoledì 3 dicembre 2014

Ten seconds to andarmene affanculo



E' già un mese che non scrivo. Quante cose sono successe. Voce fuori campo: un cazzoooooooo. Di seguito gli episodi più esaltanti dell'ultimo mese. Utenti delle case di riposo leggete ed esaltatevi con me.

1) Oltre a quanto già in precedenza elencatovi, da una settimana dormo con un uomo di colore. Di quel colore là. In due letti separati. Separatissimi.

2) In compenso, per farvi capire l'abbruttimento, il collega con cui ho legato di più è uno che ha il corpo ricoperto di tatuaggi che vanno dal labrys ai fasci littori, dal teschio della Decima Mas ai motti del Ventennio e mi ha detto che quando ritorna vuole farsi un nuovo tatuaggio politico. Gli ho proposto "Noi non siamo del Leoncavallo" nel caso qualcuno avesse dubbi. Lui non ha capito. A volte mi dice "Ritorneremo", io gli dico "Sìsì, il 19 dicembre". Lui non capisce. Evidentemente è la condizione necessaria e sufficiente per farsi assumere.

3) A differenza sua, io sto benissimo. L'altro giorno, per un'operazione di preparazione ad una rilevazione, avevo in mano un crivello (non la raffinatissima Giorgia, che è di Bernareggio, Brianza profonda, ci tengo a ricordarvelo), che sarebbe quella cosa qui
  
e mi stupivo perché i granuli cadevano, anziché finire in fondo alla rete di maglie. Ebbene, amici miei, tenevo il crivello allegramente girato al contrario. Sono andato avanti per una buona decina di secondi a farmi domande sul curioso fenomeno fisico. Forse è meglio non capire e sperare in anacronistici (voto 2) ritorni.

4) Il puntello della mia allegrezza è la ricerca quotidiana della minore interazione possibile con esseri umani di sesso maschile - che poi qui sono tutti uomini a parte due donne con BMI superiore a 15,5. Quindi uomini, per me. Loro cercano di coinvolgermi. Io cerco di non farmi coinvolgere. Loro dicono che Emma Watson in fondo non è così meravigliosamente sublime. Io per una volta non dò ascolto ai consigli di mamma sulle "brutte compagnie" e mi coinvolgo. Mandandoli sonoramente a fare in culo, tirando in ballo le (loro) madri, le (loro) sorelle ma anche l'astemìa dei (loro) padri. Loro ridono. Un giorno li ammazzerò.

5) Mi hanno inflitto quattroeurovirgolatredici di penale sullo stipendio. Peraltro proprio ieri ragionavo - c'erano dei medici pronti ad intervenire in caso di complicazioni cliniche - sul fatto che quando esercitavo la nobile dell'allenatorato - mi chiamavano "Maestro" (giuro) e io ovviamente lasciavo fare ché anche quello serviva a gonfiare la ruota del pavone - pigliavo all'ora più di quanto prenda oggi.

6) E' arrivato l'assistente psicologo del lavoro. Già il fatto che ci abbiano mandato l'assistente fa capire quanto siamo considerati. Il mio colloquio si è aperto con l'assurda richiesta "Che problemi ha rilevato dall'arrivo in questo impianto?". La mia risposta è stata "Lei ha intenzione di morire di vecchiaia seduto su quella sedia?". Lui ha riso. Siamo finiti a parlare di basket. Quanta serietà, quanta empatia, quanta li stramortacci mia.

7) 19 rientro. 20 cena della leva ("dai, non fare l'asociale"). 21 cena delle superiori ("dai, non fare lammerda"). 22 cena ex-colleghi ("dai, non fare il robboso"). E mi hanno anche già chiesto "Ohhhhhhh, Filipppppppo, cazzo fai l'Ultimo?". E improvvisamente mi sono sentito piombare addosso come piombo (ah ah ah) tutto il carico ingiustificato della saudade che ho provato durante quest'anno che mi sembrava infinito. Non voglio più tornare. No, scherzo.

8) Skypo con la Zorza. Passa dietro un coglione (non ci si crede, vero?). 
Coglione: "Ciaooooooo, moje di Filippo"
Giorgia: "Ciaooooooo"
Filippo: "E' romano!"
G: "Dai?"
F: "Te lo chiamo!"
F: "Andreaaa, vieqqua"
Coglione arriva
G: "Sei di Roma?"
C: "Sì"
G: "Zona?"
C: "Pomezia"
G: "Levate va"

9) Ieri Ella ha sostenuto l'A2 di tedesco. Io, per ovvi motivi, no.  Lei non è una che fa pesare le cose. No. Ieri sera smessaggiamo, le chiedo cosa sta facendo, mi risponde che sta leggendo Hegel, in tedesco. L'ho insultata. Pesantemente.

10) Un altro tecnico mi telefona per un lavoro che dovrebbe fare lui ma lui decide che devo farlo io alle condizioni poste da un terzo tecnico. Già qui capite che la mia situazione psichiatrica già precaria diventa quella di Ed Gein. 
"Ascolta, facciamo così: io gli mando una mail e ti metto in copia, così io e Boris (perché tutto parte dai nomi: cosa cazzo vuoi pretendere da uno a cui le due persone che dovrebbero amarlo di più a questo mondo, hanno scelto di affibbiare il nome BORIS??? ndF) decidiamo i vari passaggi e tu sai cosa fare"
La mia risposta pacata per cui ha minacciato prima di bussarmi, poi di licenziarmi (non so con quali poteri ma non sottilizziamo), poi di denunciarmi è stata: "Devi finirla di collezionare cromosomi". 

Ciao belli e ricordatevi sempre "Beato tu che sei all'estero, qui è tutto uno schifo" slash "Beato tu che lavori in un ambiente internazionale, ricco di stimoli e di culture differenti".

P.S.
Ho (ri)iniziato ad ascoltare i Prodigy. E' grave? In realtà lo faccio solo perché immaginare migliaia di persone strafatte di droghe sintetiche che si muovono come una via di mezzo tra Robocop, Ken di Barbie e i tori di Pamplona è un'immagine che riporta una terapeutica serenità in questa mia anima tormentata.

martedì 4 novembre 2014

Finalmente


Venerdì scorso le voci che circolavano da qualche tempo sul fatto che saremo rivettati qua fino al 17 dicembre si sono trasformate in - tragica - conferma. Sospinto da uno spontaneo moto nascente dal primo nome, quello di Corridoni, e dal secondo nome, quello di Bresci, che gli ascendenti più prossimi mi affissero, ma soprattutto da due maroni che ormai sono diventati quattro, otto, sedici e che promettono di divenire trentadue, sessantaquattro, centoventotto nel prossimo mese e mezzo, scrivo una mail al Mega-Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara in cui, con felpati giri di parole, gli faccio capire che "Abbasta, mo me so popo rotto er cazzo".

Il M-DCDCPCIS mi risponde domenica facendo uscire un fax su cui apporre la mia prestigiosissima firma, recante una promozione motu proprio. Giubilo et gaudio? Manco per il cazzo, la promozione mi tiene inchiodato qua e ha un valore pari a "Se mangi la minestra, guardi i cartoni animati fino alle 21.30". Mi suscita una felicità pari solo a quando scartavo i regali aspettando un nuovo videogioco e vi trovavo un maglione.

Replico alla mail, scrivendogli, sempre con parole più felpate di una lingua dopo una tolla da cinque litri di Heineken, che non era esattamente quello il senso della mail, la sua risposta è quasi stizzita e mi dice che domani farà una conference call con me ed altri tecnici che si sono lamentati. Tecnici che, come il sottoscritto, evidentemente credono nell'anarco-individualismo e che infatti mica si erano consultati tra loro. A questo punto capisco che Zia Ulrike aveva ragione anche questa volta. "Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più" e che forse è il caso di organizzare una piattaforma comune di lotta. Dopo trenta secondi di discussione, mi sposto verso posizioni parimenti tedesche ma più hitleriane e propendo per la soluzione finale dei miei compagni.

Ieri alle 11 inizia la conference call e a quel punto ritorno all'anarco-individualismo, ma più prosaicamente a pensare ai cazzi miei, e prendo subito la parola, visibilmente alterato riporteranno le cronache, sparando ad alzo zero una roba tipo: "Guida suprema, condottiero illuminato, grande padre del nostro destino: sul contratto di trasferimento nel Sultanato, c'era scritto che avrei potuto essere spedito in trasferta al massimo due volte all'anno, per un periodo massimo di due mesi, di cui uno di trasferta a rischio. Ecco, in questo 2014 mi sono fatto da gennaio a marzo in Libia, trasferta a rischio, da maggio ad agosto in Turchia e ora dovrei star qui fino al 17 dicembre, altra trasferta a rischio?". Lui si stupisce e mi chiede come ciò sia possibile. Ho rischiato di trovare la quarta dimensione con un destro ben assestato al monitor. Visibilmente alterato, come le cronache continueranno a riportare, mi chiudo in un cupo mutismo, colla soave espressione di Anders Breivik quella mattina del 22 luglio 2011. Gli altri parlano dei cazzi loro, che sostanzialmente sono la prosecuzione dei cazzi miei con altri mezzi. Qualche spiantato parla pure di stipendio, ché io vorrei cantargli nelle orecchie "Alla nostra età devi essere sposato, con due figli, laureato, per esser rispettato da questa società, avere un conto in banca, un mutuo da pagare per un monolocale, dove poterti impiccare, quando ti vedrai nei debiti affogare e non potrai scappare. E alla nostra età invece noi suoniamo punk e alla nostra età invece noi suoniamo punk" ma poi lui non capirebbe e mi chiederebbe "E allora tu perché ti sei sposato?" e io gli dovrei rispondere "Per la sua nuvola di dubbi e di bellezza e de li mejo mortacci mia" e la conversazione non avrebbe senso.

Spippolo nervosamente sullo smartphone cercando un modo per iscrivermi ai terroristi e inneggiando alle Brigate Izz al-Din al-Qassam, peraltro protagoniste dell'ultima sbornia agostana come mi dissero due costernati miei colleghi l'indomani quando mi trovai a dormire sul pavimento della loro camera: "Fily, t'abbiamo portato in camera quando sei saltato sul tavolo inneggiando a dei martiri palestinesi o forse ad altra gente, non si capiva bene" e aspetto la fine della conversazione altrui, che si chiude all'incirca alle ore 12.28.

O almeno questo pensavo.

Perché in realtà s'era "chiuso" il video ma non l'audio e per cui mi metto ad imitarlo e alla fine dico "E il bello è che ha anche il coraggio di chiedermi: "Come mai?" ma io, ma io, ma veramente, mavvaffanculo".

Ecco, l'audio non era chiuso. Non so se il M-DCDCPCIS abbia sentito o magari ha sentito il tecnico o magari non ha sentito nessuno. Sticazzi. Forse ho trovato la via per farmi licenziare. Finalmente.

Poi non so, vogliamo aprire il capitolo permalosità dei miei colleghi? Insomma, cito solo un episodio perché altrimenti occuperei tutto il uorld uaid ueb: c'è questo abitante di quella zona del mondo su cui proseguirei senza requie a fare esperimenti nucleari, nota come "tutto quello che sta ad Est del Pakistan, ad Ovest degli USA, a Nord dell'Australia e a Sud della Russia". Un essere che a 'sto punto penso sia allergico all'acqua pulita, che sembra che viva in un friggione, che ogni volta che apre bocca muore una farfalla che batte le ali e poi l'uragano dall'altra parte del mondo o come cazzo era, eccetera che OGNI volta che accendo il notebook arriva a rompermi i coglioni. Se sono su Skype con qualcuno la rottura di coglioni quintuplica. Se poi è una fanciulla, la rottura di coglioni decuplica. Beh, chattavo con 'sta amica che risponde a tutte e cinque le virtù cardinali (è magra che ar parco le paperelle je butteno 'r pane, è bianca che co 'na candela je fai la radiografia, fuma, ha gli occhiali, ha i capelli castano chiari/biondi e gli occhi chiari), si apposta dietro come un gufo piddino da rottamare e inizia a rompere il cazzo: "Dai, fammela conoscere".

"No". Perentorio.

La richiesta viene replicata altre cinque volte. Contate, non scherzo. Io continuo ad opporre il mio forte, franco, fermo e fiero diniego. In maniera educata, da maturo, maschio, bianco, occidentale. Alla settima volta, da maturo, maschio, bianco, occidentale ma anche un po' anni Trenta, "Senti, amico, l'hai vista lei? Ecco, te sei mezzo cinese e mezzo negro, 'ndo cazzo vuoi anna'?". Beh, s'è offeso. Sticazzi. Forse ho trovato la via per togliermelo dai coglioni. Finalmente.

venerdì 31 ottobre 2014

Beato tu che sei all'estero, qui è tutto uno schifo o Del come s'inizia a bestemmiare



Ricapitolando

Faccio un lavoro non mio, in un Paese in guerra, in cui alle 18.30 fanno 32°C, c'è la sabbia che s'infila ovunque quindi non posso mettere le lenti ma sono costretto a mettere gli occhiali, ché a me senza ausili ottici - mavvaffanculo anche a me stesso, ausili ottici - mi ci vuole il cane e il bastone, mi stanno TUTTI sul cazzo - non c'è più neanche il quasi, TUTTI: stupidi come i sassi, permalosi come stamminchia e ce n'è anche uno, è notizia di queste ore, a cui ho prestato la BIC alle 15 e non me l'ha ancora ritornata, 'sto cesso ribaltato che sua madre piscia in piedi e suo padre è un uomo astemio - e probabilmente sono costretto qui fino al 17 dicembre. Quest'anno ho visto più i miei colleghi demmerda che mia moglie. L'unica cosa che mi consola è che da domani, se non direttamente da stanotte, tutti inizieranno a rompervi i coglioni o (e, per i più fortunati) le ovaie su cosa farete all'ultimo - "Ooooohhhhhhh, cazzo fai l'Ultimo?" con quel tono soave che contraddistingue questi luminari - mentre io me la scampo fino a metà dicembre.

Però un tempo sono stato felice anch'io, come quando il lunedì successivo ad un derby passato a devastarsi l'ugola, la prof chiese ad un mio compagno di leggere una novella. Inizia a leggere - "Marelli, non si sente!" - "Ehhh, prof" - Ricomincia a leggere - "Marelli, dobbiamo sentire tutti!" - "Ehhh, prof" - Ricomincia a leggere - "Marelli, mi prendi in giro? Alza quella voce".

Non potevo esimermi, mi girai, distesi il braccio, con la mano perpendicolare al piano delle ascisse e lo incitai "Alza la voce, coniglio alza la voce, aaaaalzaaaaa la voooceeeee, coooniiiglio aaaaalzaaaa la voooooceeeee".
Due settimane a spazzare il cortile, svuotare i cestini e verniciare le aule durante il pomeriggio. Sono stato più bidello io di tutti voi messi insieme. Però non potevo esimermi.

P.S.
Sono le 18.54 e il cretino continua a non ridarmi la BIC. Kuklinski, forever in my heart, ha ucciso per molto meno.

giovedì 2 ottobre 2014

Lo straccio



Negli ultimi giorni, tra una roba e l'altra, sono uscito pochissimo colla Trudi. Ieri notte, stranamente insonne, rimuginavo su ciò. Preso dall'insonnia e dai sensi di colpa - è per quello che cerco di morire prima di avere figli - mi sono alzato e sono andato a fare un giro con lei. La Trudina che, solitamente, sposta l'asse terrestre ad abbai quando si accorge che stiamo per uscire, si è limitata a guardarmi perplessa e soprattutto addormentata. All'inizio faceva fatica a camminare da quanto era rincoglionita, poi si è rassegnata a seguirmi. Qui non piove MAI, ma proprio MAI, MAI, MAI. Fino a ieri notte alle tre quando ormai eravamo a cinque km da casa. Siccome qui non piove MAI, ma proprio MAI, MAI, MAI quando lo fa le strade diventano ruscelli, torrenti, fiumi. Sabbia e acqua. Acqua e sabbia. Ad un certo punto, la sua perplessità si trasforma in uno sguardo fisso e attonito, uno sguardo che significava solo: SEI PROPRIO UN COGLIONE, PASSANO GLI ANNI MA RIMANI SEMPRE QUEL COGLIONE CHE HO CONOSCIUTO LA PRIMA VOLTA - quando la presentai alla mia ex e a tutta la sua famiglia allargata, vestito da Babbo Natale: "Potresti presentarti a Natale, vestito da Babbo, davanti a tutta la mia famiglia. Ahahahah, che ridere". Detto, fatto. "Va beh, ma io scherzavo"). E' arrivata a casa che sembrava uno straccio tra la sabbia che la ricopriva e l'acqua che la inzuppava. Sempre con lo sguardo fisso e attonito. Pensavo mi sbranasse. Alla mattina, solitamente, quando irrompo - torcia in mano - in cucina mi assale: stamane apre un occhio, vede che sono io e finge di continuare a dormire, curando ogni mio movimento: sia mai che replichi il numero di stanotte.

venerdì 26 settembre 2014

Un anno dopo

 
26 settembre 2013 - 26 settembre 2014

"Tu, che hai dato alla mia vita il suono del tuo nome
Tu, hai trasformato tutto il resto in uno sfondo
Tu, della mia esistenza sei l'essenza"

Io, che mai e poi mai avrei detto "mia moglie" e ora invece mi riempie il cuore, la testa, tutto.

mercoledì 17 settembre 2014

Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione



Il primo giorno che entrai nella divisione sultanatica della company ci dissero che il dress code non è stringente come in Italia - comunque niente di eccezionale: camicia e barba rasata - ma che si può venire a lavoro anche in T-Shirt. Ricordo l'ultima postilla "Senza esagerare, mi raccomando". Penso sia una procedura standard, compreso il "Senza esagerare, mi raccomando". Ieri Mattia si è presentato al lavoro con una maglietta con un Hitler dalla sognante espressione e la scritta "I have a dream". Alle 14 ha iniziato il turno, alle 14.30 girava con una T-Shirt bianca. "Mah, L. (il nostro ingegnere di linea, ndF) m'ha rotto la minchia. Non c'ha proprio un cazzo da fare, quello".

L. è proprio una di quelle L. là, tipo Primo, tipo Carlo, tipo Rita. Lui immagino che non ne sappia niente, anche perché per lui è già tanto essere consapevole della propria esistenza in vita.

Dopo il corso di tedesco e quello di boxe, dovrò iscrivermi a quello per non volergli bene perché è ogni giorno sempre più difficile.