mercoledì 16 maggio 2012

Irrigate prima le vostre menti

Lunedì alle 10 torno da Istanbul (viaggio di piacere), lunedì alle 17 avevo fissato da tempo immemore un appuntamento per l'installazione di un impianto d'irrigazione. I clienti di lunedì (ricordatevi sempre che dalle 17 in poi, anche se più dalle 18-18.30 a dire il vero, inizia l'orario "Venga che c'è anche mio marito", e fa niente se spesso il marito è un idiota incompetente con la boria di un campione del mondo) erano psicolabili ma non abbastanza di scriverci un post. Però mi danno il gancio per fare la somma di tutti quelli che ho conosciuto in questi anni.

Ovviamente partiamo dalle basi del cliente rompimaroni

"E' un lavoro per lei o per un un giardiniere?"

La solita stupidissima domanda da anni, con la solita stupidissima risposta: "Non è che ci voglia una preparazione particolare, per me fare uno scavo non è un problema, se il giardiniere ha un minimo di manualità non dovrebbe essere un problema installarlo. Di sicuro quello che non le consiglio è chiamare il giardiniere per fare lo scavo e me per installare l'impianto" (perchè sì, c'è gente che mi ha proposto anche questo modo d'operare. La via clientesca all'abbattimento dei costi.)

Appurato questo, s'inizia a progettare l'impianto. Non ci vuole Calatrava ma un minimo di buonsenso sì. Prima cosa bisogna assicurarsi della portata dell'impianto. Secchio graduato da 10 litri e cronometro  per vedere quanti litri al minuto pompa l'impianto. E' capitato che mi accusassero di sprecare l'acqua "che tanto ultimamente costa poco, tra l'altro". Seconda cosa: bisogna assicurarsi della pressione. Si avvita il manometro al rubinetto e si misurano le atmosfere. La prima dritta del cliente è sempre quella secondo cui il manometro si romperà, la seconda che è avvitato male. Se poi gli dici che sotto le 2-2,5 atmosfere serve una pompa ausiliaria, l'accusa minore è quella di essere uno schiavo delle multinazionali dell'irrigazione. Se si riescono a passare queste due fasi ci si siede al tavolo del giardino, si fa uno schizzo dello stesso e si stabilisce come operare. Qualcuno è riuscito a dirmi che disegno male.

Lo scavo spesse volte non è nemmeno un vero scavo, è una fenditura nel terreno giusta giusta per mettere il tubo. Anche questo però (che se vogliamo è un favore che faccio, visto che l'alternativa sarebbe far diventare il giardino, spesso già fiorito, un cruciverba) provoca reazioni del tipo

"Uno scavo va fatto bene, altrimenti sembra un lavoro fatto tanto per fare"

Se però il terreno è compatto e lo scavo va fatto per forza di cose, la lamentela è che "E' più la spesa che l'impresa".

Sta di fatto che il terreno è pronto per accogliere il tubo, si posa il tubo e si crea la presa d'acqua. Come? Forando il punto della conduttura in cui vanno inseriti gli irrigatori. Questo genera la serie di critiche in base alle quali: "Si sta cercando di mettere una pezza a qualche puttanata fatta prima".

La cosa buona è che negli ultimi anni, probabilmente per agevolare artigiani particolarmente svegli o clienti particolarmente spaccamaroni, c'è un punto che sembra Giove con la scritta "Drill Here".

A questo punto si piglia il tubo verticale, lo si applica nell'apposito collare filettato e, tadan, spunta il seghetto che serve a tagliare il tubo a filo del terreno. Se il cliente non ha rotto i coglioni finora, qui esplode. Il taglio del tubo verticale va eseguito con perizia da Chef Tony, altrimenti è la fine. Anzi l'inizio, l'inizio di un viaggio nella mente umana. Ebbene sì, perchè salta fuori il terribile irrigatore moderno, l'irrigatore pop-up. Alla parola pop-up, la cliente, che non è la scema del villaggio globale che voi state pensando, fa capire che il corso d'informatica del giovedì pomeriggio alle scuole medie non è passato invano ma s'è sedimentato in lei. Solo che di solito il terrore dura il tempo di uno sguardo, l'intervallo in cui le spiego cos'è un irrigatore pop-up. Tranne una volta, in cui il piano volto dell'occhio della madre s'impadronì della mia cliente.

"I pop-up sono un bel problema, ostacolano il lavoro"
E silenzio cadde
"Vero?"

Per la cronaca, anche se non ci vuole la scala: l'irrigatore pop-up è semplicemente un dispositivo formato da due elementi concentrici: quello fisso per ancorarlo all'impianto e quello mobile che ,quando la pressione dell'acqua lo spinge, si alza e quando la pressione s'interrompe ritorna in posizione di riposo tramite una molla di richiamo. Coi pop-up comunque non finisce qua, sarebbe troppo semplice. Ce ne sono di due tipi: statici e dinamici. E' più facile far capire ad un cliente la teoria della relatività anzichè l'impossibilità di montare i due tipi diversi sulla stessa linea.

Tutto finito? Scherzate? C'è da chiudere l'estremità della tubazione di mandata. Una formalità ma non per i clienti che iniziano ad immaginarsi esplosioni del tubo, colpi d'ariete, geyser nel giardino di casa. Poi gli fai notare che in casa è pieno di queste ghiere e guarnizioni e allora, con mio sommo stupore, capiscono di aver appena detto l'ennesima sesquipedale cazzata.

La terra di risulta aumenta di volume e per cui quando poi si copre il tubo ne avanza sempre un po'. Si mette da parte e, dopo qualche giorno, la si usa per colmare gli inevitabili cedimenti. C'è gente che spende i 20 euro della chiamata, affinché glieli colmi io. Ma forse è meglio così, perché un cliente qualche anno fa riuscì a spaccare il tubo sottostante. Sbadilando di taglio.

Chiudo con la ciliegina, sempre a proposito di irrigazione: i primi tempi che lavoravo col mio schiavo me ne combinava di tutti i colori se non gli spiegavo alla perfezione tutto quello che avrebbe dovuto fare. Dopo lo scavo, gli dissi "Vai sul furgone a pigliare i tubi in polipropilene", onde evitare che arrivasse con i tubi per le caldaie (voi ridete, me ne combinò anche di peggio). Senonchè alla parola polipropilene la signora iniziò ad avere crisi epilettiche, pensando ai terribili danni che avrebbe provocato alla sua salute, a quella della sua famiglia e del vicinato tutto e mi sfrangiò i maroni per tutta la durata della posa in opera con lo "sviluppo sostenibile". Il mese dopo le morì una pianta, probabilmente dall'altra parte del giardino. Telefonò in esposizione. C'era ancora il mio vecchio datore di lavoro, voglio pensare che l'abbia mandata affanculo.