martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale

Podio del Natale 2012

Al terzo posto, mio babbo

Pranzo di Natale (in casa nostra, mia e della morosa) con le rispettive famiglie, in vista del matrimonio. Alla fine del pranzo diapositive dei matrimoni e dei viaggi di nozze delle rispettive famiglie di provenienza. A dirla così sembra una roba fantozziana, ma vi assicuro che, grazie ai suoi commenti (del suo viaggio di nozze, a Cuba - quando Cuba era Cuba - aperta al turismo da una manciata di mesi. Tanto per dirne una: vi volavano solo Tupolev), c'era gente che ha rischiato secco il Pronto Soccorso a forza di ridere (il sottoscritto in prima linea). E' nettamente un primo posto, ma descrivere certe battute internettisticamente non rende l'idea, per cui terzo e va bene così.

Al secondo posto, mio nonno

Abbiamo la tradizione di andare a casa di  mio nonno nel tardo pomeriggio della Vigilia a mangiare una fetta di panettone e scambiarci gli auguri con tutti i parenti dalla sua parte. Sto aiutando mamma a preparare la tavola, lui è alle prese con una scatola dei Rocher Ferrero. Questa


La confezione è chiusa da una pellicola trasparente. Lui prova ad aprirla, non ci campana un cazzo, riprova, la piglia, la gira, la rigira, s'incazza, la gira ancora, prova a sentire con le unghie se c'è qualcosa da fare. Ad un certo punto, incazzato come una biscia, la appoggia sul tavolo, spara un "Ooooooostia" tritonale e con un pugno secco, tipo maglio, la sfascia. Buon Natale, nonnino, buon Natale.

Al primo posto

La Messa vigiliare delle 20 è frequentata da tutte quelle famiglie nanetti-munite che non possono fare quella della mezzanotte e neanche quelle delle giornata di Natale per ovvi motivi relativi ai nanetti. E' una Messa imperdibile per gli atei, di quelle che fan felice Satana per il disinteresse. Ieri, di passaggio, per dei preparativi per la Grande Notte. Nanetta """seduta""" in prima fila a stretto giro di posta e a voce acutissima, mentre il povero babbo le rispondeva sottovoce "Papà, quando finisce?" - "Papà, non è che Babbo Natale non ci trova in casa?" - "Papà, all'inizio? Siamo solo all'inizio?" - "Papà, io sono stanca" - "Papà, voglio andare a letto" - "Papà, guarda che se Babbo Natale salta la nostra casa, mi arrabbio veramente" - "Papà, se  per colpa tua Babbo Natale non viene, non vado più all'asilo". Su questa, Papà, ha capitolato. Ma la perla doveva ancora arrivare. Sulla porta della chiesa, con voce tipo orco: "E comunque CIAO a tutti. Io vado da Babbo Natale". Anche il prete s'è messo a ridere.

Buona prosecuzione a tutti

lunedì 17 dicembre 2012

Engineer

Stamattina ho fatto da cicerone a sessanta futuri ingegneri in visita didattica. L'assegnazione del compito è andata più o meno così: "Domani arrivano sessanta studenti del Dipartimento di Ingegneria Chimica" - "Bene" - "Io mi sono preso un giorno di ferie, perché non sono tipo da fare queste cose" - "E chi gli fa da guida?" - "Tu" - "Io?" - "Tu, tu"

La faccia della perplessità

"Vabbé, mi metto a far la guida a degli ingegneri???"
"Tanto devi solo spiegargli come funziona a livello pratico e fargli vedere dal vivo qualcosina, non è che devi fare una lezione"
"Sì, maaa...non sono ingegnere"
Con nonchalance, si leva il suo cartellino, me lo affranca al taschino e mette il mio nella tasca.

Stamattina tensione a mille, parlavo a macchinetta, per non far parlare loro. A fine visita, con faccia visibilmente contrita
"And now, if you want, you can ask me some questions"
Silenzio
Piccola esultanza interiore
Silenzio
Esultanza che si fa un po' più esuberante
Silenzio
Boato
"Right" e sto per indicare la mensa (mangiano qui, poi questo pomeriggio visitano altre sezioni), quando l'infamone, l'infamone che c'è ovunque, perché l'infamità affratella i popoli, alza la sua nerchia di mano.
Con la faccia con cui nel Trecento si scoprivano i bubboni sotto le ascelle: (pensiero: "Muori") "There is a raised hand" (pensiero: "Speriamo in un embolo") e lì ammetto di aver invocato Allah in modi che probabilmente non sarebbero approvati neanche da Bush.
La domanda è relativamente facile e gli rispondo, purtroppo però l'infamone scatena lo tsunami. Rispondo ad una decina scarsa di domande, di livello sempre più difficile. Stanno per andare a scoprire il bluff, faccio chiaramente capire che la rottura della fava ha ormai raggiunto la prostata.

"Engineer, please, one more question"
"No, it's too late, now we go to the canteen"

Aoh, c'è un limite anche ad aprirmi la guallera in sette parti uguali e distinte.

Probabilmente debbo aver preso lo sfigato del gruppo, perché si sono messi tutti a ridere e abbiamo così potuto raggiungere la mensa, dove mi aspettava un ottimo pollo al masala. Che ha una proprietà mica da ridere: grazie all'amore di questi popoli per qualsiasi cosa che si possa odorare a qualche miglio di distanza, a fine pasto le lamiere si piegano con una singola alitata.

venerdì 14 dicembre 2012

Benita


Benita, luce della mia vita, fuoco amica. Mio incubo, amica mia. Be-ni-ta: la punta della lingua s'acquatta in mezzo alla bocca e poi sale sul palato, per battere, al terzo, contro i denti. Be. Ni. Ta.
E' Bene, semplicemente Bene in vacanza, ritta nel suo metro e sessantasette con un calzino solo. E' Benny in pantaloni. Era Benedetta a scuola. E' Maria Benedetta sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma nelle mie sinapsi è sempre Benita.

Benita, dicevo. In teoria non dovrebbe c'entrare nulla con questo blog, però l'ho tirata in ballo e per cui è giusto che ne parli, anche perché il personaggio merita. L'incontro tra noi non ha una data stabilita, ha due anni in meno di me e quindi si può dire che la conosca da sempre. Ha iniziato a frequentare il mio bar cinque-sei anni fa, però avevamo orari diversi, esigenze diverse, giri diversi. Per cui non ci si toccava, se non tangenzialmente. Il primo ricordo che ho con lei è stato quando, durante una discussione allargata, in un mirabile esempio di sineddoche (se ho azzeccato la figura retorica mi mangio un bricco), usai il termine figa per indicare una ragazza. Era una domenica pomeriggio e stavamo raccontandoci il sabato sera precedente (perché noi ce lo dovevamo raccontare, mica ce lo ricordavamo). Una roba tipo "Ma che ne so dove sia andato, ero fuori come una mina. L'ho solo visto uscire, figa a mano, alle tre". Lei mi rispose: "Non capisco come si possa ridurre un universo sfaccettato e complesso come quello femminile ad un organo sessuale". E fu subito colpo di fulmine. Mi alzai dal tavolo, salutai tutti e andai a casa. Lei non se la prese, perché lei non se la prende mai.
Mesi dopo eravamo in una di quelle belle feste paesane, quelle coi tavolini da birreria 220x50, gambe verdi, 1 euro l'uno trasporto e montaggio (anche così ci si guadagnavano i quattrini "quando il pane era duro come il ferro", segue sguardo verso l'orizzonte e mano destra che sposta il ciuffo verso sinistra), quelle in cui la festa inizia alle 20, alle 20.30 hai ordinato qualcosa che ti verrà servito alle 23 ma tu alle 21 navighi già sotto i tavolini, chiedendo altro pane per evitare che ti fugga la sete. All'incirca alla mezzanotte, quando ormai era rimasto il 2% di sangue nel mio alcol (e non escludo altro, anzi faccio prima a dire che lo includo), gli chiesi: "Scusa, ma tu chi sei?" - "Come, chi sono?" - "Non ti conosco" - "Dai Fily, non fare il cretino, sono la Benny" - "Benny, benny, ma che nome è Benny, come ti chiami? Benita?" E da allora, per me, sempre rimase Benita.

Benita non è per tutti. Benita non ha filtri. Benita è un bulldozer. Benita tutto quello che ha da dirti te lo dice. Benita è imprevedibile. Benita è capace di dirti parole tenerissime e, due secondi dopo, per timore di essere stata fraintesa, di demolirti. Benita le cose te le dice in faccia. Benita non sparla di nessuno. Benita mi manca.

Queste le perle che mi confezionò in una sola serata, di pioggia, a metà aprile

Lascio la morosa, lei e altre due davanti alla porta del locale, per non bagnarsi, poi vado a parcheggiare. Entro nel locale e vengo così accolto: "La tua disponibilità nei confronti degli altri sarà anche una bella cosa ma io trovo che sia soprattutto una scarsa fiducia in te stesso, hai poca autostima, dovresti provare con l'analisi, è utile, io l'ho fatta per anni e ho capito molto di me stessa". Nella mia (ex?) compagnia la percentuale di cretini uomini rasenta il 100%: quando le serate sono mosce, ci sono sempre dei must da tirar fuori. Quella sera era una di quelle sere, e allora, per ravvivare l'atmosfera, racconto la barza del Gennargentu. Una barza che unisce le generazioni, i sessi, le differenze sociopolitiche, in una comune risata. Infatti tutti ridono. "Non è possibile non pigliare mai niente sul serio. Fily, non si può ridere di tutto, sempre, in continuazione". La serata sale di livello e siccome due che escono con noi si sarebbero sposati a giugno, io e la morosa veniamo tirati nel mezzo del discorso. "Ah, anche voi vi sposate?" - chiese un'ingenua fanciulla che studia a Bologna e che per questo motivo vediamo solo di tanto in tanto - Risposta mia: "Sì, maaa niente di serio", copiando il Giacomino di "3Ue1G". "Tu hai la sindrome di Peter Pan, fanno una brutta fine quelli come te, un giorno ti ricorderai delle parole di questa cretina".

Nel nostro bar c'è un paraplegico. Lei ha fatto una battaglia per fare in modo che il Comune e il proprietario del bar mettessero la rampa davanti alla porta, in modo che lui non dovesse chiedere ogni volta il favore a qualcuno. Battaglia vinta. Quest'estate, uno seguitava ad agganciare la bicicletta alla rampa impedendo il passaggio alla sedia. La prima volta gliel'ha detto, la seconda anche, la terza ha messo un cartello, alla quarta ha chiamato i vigili. 78 euro di multa.

Quando siamo andati a mangiare con Goldrake e morosa (ovviamente era all'oscuro di tutto, prima che saltasse fuori con qualche bomba all'idrogeno) era in versione cinque stelle extra-lusso. Inizio cena, ore 22.30, parlano loro tre, mentre io mi getto sugli immangiabili (il Paradiso in terra) antipasti. "Fily, sei il solito asociale". Poi rivolta a loro: "L'unica qualità di Fily è quella di essere bravo a guidare. Su quello non gli si può dire niente, fa anche la manovre da figo con la mano aperta." - "E la tua i capezzoli" - sempre continuando a mangiare come neanche nei campi profughi dell'ONU quando arrivano i camion con i viveri. "Quando me li hai visti?" - "Tu non preoccuparti. Io non vedo, so!" Poi la serata prosegue tra perculeggiamenti suoi e abbozzamenti miei. Alla fine mi si getta addosso, mi abbraccia (io sono molto propenso al contatto fisico. E' uno dei pochi reati per cui prevederei la pena di morte) e fa a loro due: "Io in realtà a 'sto qui gli voglio un bene che non basterebbe questo mondo a contenerlo". La morosa di Goldrake fa la faccia dolce, lei mi punta le nocche di indice e medio nelle costole, torna seria e affresca: "Intendiamoci, come amico. Ché più brutto di lui ci sono solo le guerre, le carestie e le morti." Finisce la cena, andiamo a berci un Long Island, alle 3 saliamo in macchina noi due soli. "Tu non giri la chiave fino a che non mi dici quando mi hai visto i capezzoli."

[...] La chattata sta volgendo al termine
(14.01) ♥Benedetta♥ : e comunque mi ha detto che sono sclerata, paranoica e schizzata
(14.01) Phil - Becero,: chi, tu?
(14.01) ♥Benedetta♥ : sì
(14.02) Phil - Becero,: ma no, non sei il tipo
(14.03) ♥Benedetta♥ : mi stai prendendo in giro?
(14.03) Phil - Becero,: io??? nooooooo
(14.03) ♥Benedetta♥ : vaffanculo
(14.04) Phil - Becero,: però mi manchi
(14.04) ♥Benedetta♥ : anche a me
(14.05) Phil - Becero,: puoi far finta di star bene ma ti manco, ora capisci cosa vuol dire avermi accanto prima di dormire?
(14.05) ♥Benedetta♥ : come amico, scemo
(14.06) Phil - Becero,: tutti questi km di distanza non alleviano il siluro che mi ha appena trafitto il cuore
(14.06) ♥Benedetta♥ : mi mancano ste stronzate. certo che sei proprio strano
(14.07) Phil - Becero,: io?
(14.07) ♥Benedetta♥ : no, io
(14.07) Phil - Becero,: ah, ecco
(14.07) ♥Benedetta♥ : ma quando tornate?
(14.08) Phil - Becero,: il 21, alle 18.40 dovrei essere a mxp
(14.08) ♥Benedetta♥ : e ripartite?
(14.09) Phil - Becero,: il 28 alla sera, 20.45 mi pare
(14.09) ♥Benedetta♥ : praticamente state qui una settimana scarsa
(14.09) Phil - Becero,: yeppa
(14.09) ♥Benedetta♥ : così poco?
(14.10) Phil - Becero,: eh
(14.10) ♥Benedetta♥ : ma che cazzo tornate a fare per una settimana sola?
(14.11) Phil - Becero,: per fare il pupazzo
[...]  Saluti

D'altronde, le mancavo...

Insomma non è che le manca qualche venerdì, le mancano anche i giovedì e i sabato: per lei il weekend lungo è una realtà già metabolizzata da tempo, però me la tengo così, che quelle due o tre qualità che ha per me sono tutto.

giovedì 13 dicembre 2012

Blogger favolosi e comunque...noi a Gino lo menamo!



Dunque.

Le regole sono queste:

1) Includere il logo premio in un post o nel tuo blog (fatto)
2) rispondere a 10 domande su te stesso/a (fatto)
3) Nominare 10-12 altri blogger favolosi (io di favolosa ne ho una sola, poi ci sono gli/le altri/e che meritano parecchio)
4) Far sapere ai tuoi candidati che li hai nominati (ehhhhhhh)
5) Citare la persona che ti ha nominato (ci mancherebbe!)

Colore preferito: Biancorosso

2. Animale preferito: Il mio sacco di pulci, peli e zecche

3. Numero preferito: 28

4. Drink preferito non alcolico: Prohibition Punch analcolico

5. Preferisci FB o Twitter: Twitter, su cui ho un profilo che non uso

6. La tua passione: Secciao. Le prime che mi vengono in mente: calcio&basket, politica, storia e scriverne, leggere e parlarne fino allo sfinimento con la gente che voglio io. Il mio lavoro. I viaggi scomodi e nonsense. Tutto le sottoculture che non fanno parte dell' Anti-sistema. La musica indie, i concerti e il pogo, il mosh, la wall of death, lo stage diving e il crowd surfing. La radio. Tutti i lavori manuali che non contemplino l'imbiancatura, l'elettrotecnica, l'elettronica e l'informatica. La mozzarella in carrozza. I racconti e le foto dei vecchi, soprattutto dei miei vecchi.

7. Preferisci ricevere o fare regali: Li abolirei per decreto.

8. Sport preferito: Calcio&basket. A buoni livelli fino ai 14 anni, feci anche un provino col Como, report: bravo in area di rigore ma poca tecnica e zero corsa. Poi, appunto perché non correvo, gliela diedi su coi buoni livelli. A 20 anni gliela diedi su del tutto, perché anche i discreti livelli contemplavano fare almeno 30 palleggi di fila e, soprattutto, correre. Il basket è stato un riempitivo dai 14 in poi. Praticamente su 7 giorni alla settimana, ne passavo 7 su un campo. Lunedì, mercoledì, venerdì e domenica (partita) a calcio. Martedì, giovedì e sabato (partita) a basket. Ma sono riuscito anche nella non facile impresa del back-to-back domenicale: mattina partita di basket, pomeriggio partita di calcio. Formidabili quegli anni! Ah, ovviamente il fisico è rimasto quello di uno scartatore di golia, io giocavo col talento, ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah.

9. Giorno preferito della settimana: Il lunedì mattina (in Italia) o il sabato mattina (qui).

10. Fiore preferito: Li abolirei per decreto. Rose, se proprio ho una pistola alla tempia.

Blogger favolosi

La Chiara

Blogger che meritano

Harley
Lo Smilzo
Clerks
Hostess

Un tempo v'era anche la Pulce, però devono esserci state storie tese, a mia insaputa, perché il blog adesso è privato e su un post dell'anzidetta favolosa blogger ho intuito che mi odia molto. No, scusate, contrordine: non è più privato (però per un periodo lo è stato, parola di lupetto), anche se seguita ad odiarmi molto. Io comunque le storie di John, George, ecc...le ho mandate a memoria, sappilo. (occhioni lucidi, voce rotta, sipario)

La Pulce Yoko

E direi basta, che mi ricordi.

La persona è la Chiara

Ecco, però io ero entrato per scrivere di Benita, con cui mi sono recentemente sentito, in una chattata dai toni sempre epici, come qualsiasi cosa abbia a che fare con lei. Adesso, che fo? Vabbé, niente, sarà per la prossima volta. Facciamo un piccolo amarcord.

Uno dei (tanti) clienti che contribuì a farmi aprire questo blog fu un tale che era proprio passato fuori di testa. Avrà avuto una settantina di anni e viveva in casa con la figlia e il genero, che avevano due figli entrambi fuorisede. I due lavoravano, lui full-time e lei al pomeriggio, e per cui al pomeriggio stava a casa da solo. La figlia, amica di mia zia, spesso faceva girare della gente a casa sua per tenere """sotto controllo""" (le virgolette sono sia perché non eravamo assistenti sociali, sia perché "come può uno scoglio arginare il mare?" il babbo, per cui quando dovevo fare qualche lavoro, era sempre il pomeriggio il momento della giornata in cui accadeva. Ignoro come si svolgessero i suoi pomeriggi, anche perché non mi piace sfrugugliare. Nelle volte in cui andai a casa loro lui stava in soggiorno a guardare dei DVD prodotti dalla figlia con cose che gli piacevano. Ecco, questo vecchio era l'unico vecchio al mondo che strippava (anche) per gli LSD (o i Latte&IsuoiDerivati). Quando dico strippare, intendo quanto di seguito: una volta, sarà stata l'estate del 2010, cantava, tipo concerto, Raggammaffa, cambiando voce e intonazione, mentre beveva Ceres, ruttava e ingollava semi di girasole. Un'altra volta, e qui onestamente diede il suo meglio, cantò Ginoska (cercateli su Youtube, specialmente il secondo, sono due pezzi di un certo valore artistico). Anzi, sarebbe meglio dire, MI cantò Ginoska, perché, nel mentre, mi si avvicinava e mi diceva, alternando dialetto locale e romanesco: "Oh, martul (martul sarebbe come dire "ingenuo"), t'è capì? Noi, a Gino, lo menamo. E noi a Gino lo menamo, lo menamo, lo menamo". Intanto ballava, con le braccia alte e le gambe che raggiungevano il petto. Adesso è alla Casa di Riposo, perché il passare fuori di testa era andato un po' oltre.

domenica 9 dicembre 2012

Non aprite quella porta e altre amenità

- In sala controllo c'è una porta che separa un piccolo ufficio "tuttofare" (riunioni, stesura di report, confronti di dati, ecc...) dal bunker dove si trovano i sistemi di allarme delle varie macchine (motori, derrick, pompe, ecc...) che, come potete immaginare, sono un trillo unico. Insomma, è la sala relax lavorativo, dove apri la scatola cranica, stacchi il cavetto del cervello, lo sviti, lo appoggi sull'infinito tavolazzo e svolgi le tipiche mansioni da ufficio di cui sopra. O meglio, dovrebbe essere la stanza relax perché l'adorabile porticina che separa gli ambienti la sta facendo diventare la sala inferno. Ebbene sì, perché questa porticina sfrega sul pavimento, producendo il classico rumore da gesso nuovo sulla lavagna (lo ricordo bene, era il rumore che mi destava dal torpore delle lunghe mattinata scolastiche). Dopo puntigliose spiegazioni i miei schiavi hanno capito che la porta va alzata per evitare che produca l'insopportabile stridio. I miei superiori (tutti ingegneri, manco a dirlo), NO! E quindi seguitano a trascinarla e smadonnano perché la porta fa rumore. Un giorno di questi o piglio il coraggio a quattro mani e glielo comunico oppure piglio loro a due mani e mi faccio l'ergastolo da Kabbo.

- "Chiamatemi Wikisex" (Goldrake, 6 dicembre 2012, Turkish House)

- Ieri è venuto l'antennista, perché di vedere OTV, OTV2, Majan TV e Jai Hind TV mi ero un attimino rotto i maroni. Prima mi ha messo Al Jazeera (che è un po' la nostra Sky), poi mi ha chiesto che TV m'interessa vedere. Io, che ormai sono entrato appieno nella mentalità araba, ho sparato altissimo: "Telesettelaghi". Lui è rimasto perplesso. Mi ha detto che possiamo arrivare al massimo fino alla Turchia e, più difficilmente, alla Grecia. Mentre lavorava, vedendomi al computer, mi ha chiesto: "Riesci a vedere i siti europei?" strizzandomi l'occhio. Non so cosa intendesse con quell'occhiolino (magari aveva il re di briscola), ma io mi sento già il fiato sul collo della polizia segreta del Sultanato.

- Passi il calcio che comunque qualcosa si spizza di tanto in tanto (poi da ieri mi cucco pure la Serie A con Altobelli, Cesarone Maldini e Cabrini al commento), ma parliamo dei drammi veri: sono già passate due settimane senza vedere una partita di basket, che non siano le mie (al campetto faccio faville e me la tiro un cifro, debbo riconoscerlo). Da settimana prossima dovrei riuscire a vedere qualcosina di Eurolega (quasi sicuramente le turche, poi chissà), ma di campionati nazionali siamo a zerovirgola. No Italia, no Turchia ma pure No Libano, che era la mia ultima chance (cosa ridete? Jackson Vroman, mica pizza e fichi, è nazionale libanese!). Necessito di robuste iniezioni di p'n'r, blocchi ciechi e flash pivot.

- L'antennista pakistano (gli indigeni non fanno un lavoro di fatica che sia uno) m'ha detto che parlo un inglese molto simile a quello degli indiani. Conoscendo l'amore tra i due Paesi m'ha praticamente dato del Di Pietro della Penisola Arabica.

- La morosa lavora in finanza. La notizia della candidatura di B. è stata presa beniZZimo ma mai quanto le dimissioni di Monti. Domattina potreste aprire la claire e trovarvi l'asfalto della strada davanti a casa venduto.
Consiglia l'abbandona di ogni formato di moneta e acquisto di generi di prima necessità.

- La battaglia per il volo del 21 prosegue: in settimana la risposta. Non ci faremo intimidire da chi non si accontenta di rubarci otto ore di sole ma vuole pure rubarcene 48 di ferie.

- A stretto contatto con me lavorano ovviamente degli indigeni, tra cui uno che ha mille qualità, ma purtroppo spicca per tontaggine. Purtroppo per lui, per chi gli gravita attorno è spettacolo puro. L'altro giorno dovevamo andare nell'ufficio di cui sopra per un riunione. Io, lui, l'IngegnerA e Goldrake arriviamo dieci minuti prima dell'inizio. Ci sediamo. In mezzo al tavolo (classico tavolo da riunioni, di quelli lunghi centinaia di migliaia di metri) c'è un telefono. Provo la gag del telefono che si muove da solo, quella che fanno TUTTI gli studenti di un professionale o di un tecnico che vanno in visita  alle aziende. Se avete fatto il liceo (e quindi potete dire "Al liceo" - "Negli anni del liceo" - "Da liceale sedicenne", cosa che vi invidio moltiZZimo) ve lo spiego: il telefono è un cordless. Ci sono due cavi: uno per l'alimentazione, l'altro per la connessione alla rete. Se ne tiri coi piedi uno il telefono va a destra, se tiri l'altro va a sinistra. Insomma, sembra che il fluido delle tue mani faccia muovere autonomamente il telefono. Sembra...oddio sembra...sembra per un secondo, la prima volta che lo si vede fare, poi tutti nasano la geniale trovata. Per fare il cretino (strano...), faccio la gag con l'IngegnerA e Goldrake. Loro ridono, lui mi chiede il trucco. E' suonato l'allarme nell'altra stanza per "caduta palla destra".

lunedì 3 dicembre 2012

Chi parla delle Notti d'Oriente è perché non ne conosce i giorni!

Da martedì alle 9.15 sono nel Sultanato. Cosa sia successo martedì mattina, mezzogiorno, pomeriggio, cena, sera, notte, notte fonda non è argomento di questo blog, quindi passiamo al mercoledì. Ho conosciuto il mio capo (che non è Goldrake), un ingegnere pavese (a cui però non ho ancora chiesto perché i pavesini si chiamano pavesini se son di Novara) e, soprattutto, i miei dieci schiavi. A cui fa molto ridere il fatto che io mi chiami...Calippo. Vedete, non abbiamo esportato solo mamma, pizza, mafia, spaghetti e mandolino ma pure quello stronzo ghiacciato che ora mi si ritorce contro. Il fatto che poi esista il Calippo Fizz, che con Filippo produce ulteriore assonanza, li fa ulteriormente ridere. Praticamente sono sputtanato già dalla presentazione.  Sabato è stato il primo giorno, perché qui il weekend usa di giovedì e venerdì (c'è anche l'alternativa occidentale: venerdì-sabato, ma volevo calarmi da subito nella nuova realtà). E' dura, ma penso sia solo questione d'abitudine, nel senso che debbo imparare a tenere insieme troppe cose (nuovo lavoro, nuovi compagni, nuova lingua), ma non c'è molto altro da dire. Il Sultanato per ora è un parco giochi, nel senso che mi fa TUTTO molto ridere e molto stupire, giro per le strade come se fossi a Gardaland, mi sento Alice nel Paese delle Meraviglie (con molta meno droga, purtroppo).

Anzi, a dir la verità ci sarebbero da dire tre cose:

- Debbo affinare il mio inglese: ieri mentre eravamo sull'impianto, parlavo al cellulare per dare istruzioni a tre miei schiavi che operavano sullo stesso impianto a qualche centinaio di metri. Guardate che è difficile dabbestia parlare in inglese (inglese tecnico) otto ore al giorno. No, non è un alibi per giustificare il "Shut up", con loro che al posto di chiudere la check valve (valvola di non ritorno, per voi italofoni), hanno pensato bene di chiudere la bocca.

- La marca verso il polpottismo procede a passi sempre più spediti. Ora siamo nella fase del sindacalismo rivoluzionario. Orbene, nel contratto ci sono i voli pagati. Vacanze di Natale: dal 23 al 28. Il che vuol dire che 22 (e 29, ma transeat) si lavora. Ma che senso ha, quando c'è un comodo volo il 21? Faccio weekend, poi lavoro un giorno e poi parto? E poi il 22 iniziano le prove per la Messa di Natale, debbo compiere i necessari atti di nonnismo nei confronti dei chierichetti più giovani, non posso arrivare bel bello il 24, solo alle prove generali! Sto cercando di trovare altri europei per condurre la battaglia! Lotta dura senza paura!

- Oggi sono stato per la prima volta in vita mia, anche se per poche ore, su una piattaforma. Goldrake ha pensato bene di allietarmi la giornata con un: "La prima volta? E sapere che la tua fidanzata non mi sembra tanto prosperosa". Ora, sommando il contenuto della battuta, il fatto di usare fidanzata anziché morosa "and this rub salt into the wound" avrei voluto buttarlo giù dall'elicottero.

Goldrake, con cui peraltro vivo in simbiosi, dentro e fuori dal lavoro, e che, per giunta, ha familiarizzato con la morosa nella festa di benvenuto di venerdì (non vi dico i triboli per trovare una bottiglia di Moscato). Anzi, a giudicare da una foto, gli è anche scappata un attimo la frizione. Ovviamente, nell'eventualità, mi riserverei di ammazzarli qui, dove ho un diritto familiare all'avanguardia che mi tutela. No, non dovete fare quella faccia lì, farvi rubare (e vedete che signore, con tutti i termini che c'erano ho usato rubare) la morosa da Goldrake è uno smacco che si lava solo col sangue. Macellazione halal, per la precisione.

Direi che per oggi basta, un altro giorno vi racconterò dei magnifici modi per passare il tempo libero usati dai giovinotti locali (gli omanotti, anche questa è marchiata GR), roba da far sembrare Crotone o Aosta una via di mezzo tra Las Vegas e Disneyland.