domenica 27 ottobre 2013

Amore e trasferte




Ore 14.01

Apro la casella mail lavorativa, consapevole di quello che mi aspetta dopo cinque settimane di ferie (meritate, cazzo, meritate)
Do' una veloce scorsa
In mezzo a 28 mail canoniche, c'è lei, anzi lui, perché non è manco una mail, ma uno dei messaggi interni.

Data: 24-10-2013
Oggetto: comunicazione non prioritaria
Testo: La risorsa è pregata di presentarsi al direttore OHR (Office of Human Resources, mica pizza e fichi)

Questi messaggi sottendono SEMPRE ad un'inculata. E vorrei usare una metafora cara all'Ariosto: non un'inculata leggera ma una di quelle con colpo d'ariete. In questo caso però sono tranquillo (che ha fatto proprio quella brutta, bruttissima fine), me l'avevan già detto che dovevo andare a Khasab, ormai c'ho fatto il callo, d'altra parte lo sapevo prima di venire a lavorare qua che mi toccavano dalle due alle tre trasferte annue e poi con la Zorza ci sono stato viscino viscino quattro settimane, che problema c'è? Giusto, che problema c'è? Eh, che problema c'è? Sono lì che ciuccio il mio siwak, ci gioco, faccio anche degli sguardi alla Clint. CHE-PROBLEMA-C'E? Nessuno! E allora dopo aver completato con molta calma tutte le procedure di inizio turno, coll'aria di quello che ritorna al lavoro dopo cinque settimane e deve risolvere tutti i problemi dell'universo in dieci minuti, alle 16 salgo al piano di sopra. "Dura la vita di noi discendenti di Atlante"

Interminabile dissertazione oratoria su matrimonio, viaggio di nozze, ecc. con miei sorrisi di circostanza (Filippo parla di sé, se Filippo ha voglia. Niente domande, niente pressioni, niente intrusioni) poi l'esimio Human Resources Manager mi dice che sono tempi di ristrettezze anche per le multinazionali (lacrime fitte, stiamo qui ad occuparci di disoccupati, pensionati, disabili, ma chi ci pensa alle povere multinazionali?) e "quindi anche la gestione delle risorse va rivista in ottica di efficientamento, di ottimizzazione, di miglioramento nell'allocazione delle risorse". Inizio a sentire i Carmina Burana infilarsi tra una sinapsi e l'altra.

Prosegue


"Lei è una delle risorse che ha dimostrato" - segue una serie di parole da intorto che non funzionavano neanche quando ci provavo con le sedicenni allo Spazio, figuratevi dieci anni dopo e, per sovrammercato, in un contesto lavorativo. "Dottore, la ringrazio. Però sa, io non sono molto avvezzo a queste cose, non vorrei metterle fretta ma debbo andare in linea a fare le rilevazioni".
"Anche in questo appunto che mi fa si dimostra" - e giù altra sbrodolata - "Arrivo subito al punto" - era passata mezzora di chiacchiere inutili - "nella riqualificazione delle risorse, per quanto riguarda la sua area, la trasferta a Khasab è stata sostituita da una trasferta in Qatar o in Turchia, da effettuarsi l'anno prossimo verso marzo"

Niente panico

"Bene". Alla fine non mi cambia niente, sempre lontano da Ella sono. Anzi, c'è caso di vedere posti nuovi, quindi speriamo mi mandino sul Mar Nero che ho già ammirato per quanto riguarda la sponda Ovest ed è un luogo meraviglioso. Quelle a Sud pare siano ancora più affascinanti, per cui...

"Comunque non si parla di mesi, ma di settimane, niente di lungo"
(pensiero: "Com'è umano lei!") "Ok, d'altra parte anche le precedenti trasferte sono state nell'ordine di settimane. Noi l'abbiamo vissuta come un mese perché sono state immediatamente successive ma erano comunque due trasferte separate"
Lui fa una faccia di cazzo come se la mia frase gli avesse interrotto il ragionamento.
"O no?"
"Certo, nell'ordine di mesi, direi 45-50 giorni, invece sarà la prossima trasferta"

E da qui è la caduta, la frana, la valanga, la bomba atomica, il terremoto, lo tsunami, la fine del mondo: i Carmina Burana vanno a volume 99.

"Mesi?"
"Attraverso una serie di analisi dati abbiamo determinato che non è più conveniente spostare risorse dall'Italia e quindi dove le nostre operazioni possono svolgersi per lunghi periodi senza particolari intoppi vorremmo impiegare manodopera locale, spostando risorse ad elevata professionalizzazione nelle aree dove la specializzazione è necessaria"
Ringrazio di essere seduto su una sedia coi braccioli e di essere sufficientemente vicino alla scrivania per non svenire e cadere di lato oppure, peggio ancora, faccia avanti: "Tipo?"
"Non si preoccupi"
"Nono, qui non si preoccupa nessuno" (pensiero: "Eh, il cazzo")
"Le presenteremo una rosa di nazioni e lei potrà stilare una classifica in ordine di preferenza, poi ovviamente decideremo noi, ma tenendo conto anche delle sue indicazioni"
"I nomi quali sarebbero?" (il tono era di quelli che presupponeva il "Senti ciccio, mollala lì" all'inizio della frase)
"Algeria, Angola, Egitto, Libia, Nigeria, Tunisia"
Ormai dissocio, penso stiano parlando di un altro. No dai, non può essere...
"Una rosa all'insegna della sicurezza e della tranquillità, eheh" (pensiero: "I tre Paesi più tranquilli - ahahahahah, risata nervosissima - sono quelli immersi in una guerra civile, fate voi)
"Eheh"
Completamente posseduto metto l'indice sulla scrivania, quasi a scavarla, ritorno in me (più o meno)
"Ricapitoliamo, io, proprio io intendo, si sta parlando di me, dovrei andare in uno di questi sei Paesi per un mese e mezzo?"
"Sì. Ovviamente ogni zona poi ha un coefficiente di pericolosità che le verrà riconosciuto monetariamente"
(pensiero: "Com'è umano lei vol.II") "Non ho capito se sono obbligato o meno"
"Vivamente consigliato, diciamo così" (sorriso alla Silvio)
"Non le dico né sì, né no. Prima ne parlo con mia moglie"

WhatsApp
"Mi mandano in trasferta in Nigeria" - ho messo lo Stato più pericoloso per farla preoccupare
"Quanto ti danno di bonus?"
"Mi pare che il coefficiente sia 2,5" (che non vuol dire stipendio moltiplicato per due volte e mezzo, intendiamoci. Due volte è il coefficiente che messo in una formula che studiano solo ad Analisi II moltiplica la parte variabile dello stipendio. Anzi, nei prossimi giorni posterò l'IBAN, che qui dopo lo scherzo del 26 settembre di denari non ce ne stanno più. Se arrivano i ladri a casa nostra, lasciano un'offerta)
"Quando parti?" - obiettivo raggiunto

L'amore, signori, l'amore.

P.S.
Segue mio messaggio strappalacrime.
"Dai - vezzeggiativo da vergognarsi di appartenere al genere umano - scherzavo. Anzi, sdrammatizzavo, perché sarei molto preoccupata nel caso"
Segue mio messaggio di grande dirittura morale, coesione d'intenti, roccia e vincastro dell'unione amorosa. Lo mando con l'espressione soddisfatta che aveva Hank Wooden mentre dondolava sulla sedia in "Sentieri Selvaggi" (che sembra la parodia porno della famosa soap opera ma in realtà è un western)
"Sìsì, vabbé, ma fatti dare bene la formula dello stipendio da trasferta"
Ho fallito su tutta la linea. Per espiare la mia colpa dovrei andare in Somalia, altro che Nigeria.

P.P.S.
Un'ora e mezza fa comunque m'è arrivato un altro messaggio da parte sua.
(pensiero: "Si sta preoccupando, mi dirà di non andarci")
Leggo
"Braaaaaaadley" (per chi non lo sapesse è il centrocampista della Roma che oggi ha segnato il gol della vittoria giallorossa ad Udine)

venerdì 25 ottobre 2013

Morti di fame



C'è che siamo tornati, no? C'è che avevamo in casa il nulla "perché tanto venerdì mattina gli esercizi commerciali sono aperti". C'è che invece oggi erano inspiegabilmente chiusi. C'è che la colazione sono state una pera e una prugna secca a testa (no gag) e il pranzo quattro fette biscottate integrali e quattro alici all'olio di peperoncino per uno. Stasera digiuno. La Giorgia non è mica tanto dell'idea e allora passeggia davanti alle case dei vicini, aspettando che ci invitino a cena. Per adesso solo grandi saluti ma non demorde. Certo, ci sarebbero le crocchette della Trudi che, vorrei ricordarvi, sono commestibili anche dagli umani. Purtroppo il sapore non è una variabile indipendente. Dopodomani ricomincia il tran-tran, non c'è manco la Vale (torna martedì dalla capitale), tra due mesi avrò messo alle spalle il Natale e sarò già sulla via del ritorno per questo ridotto di sabbia, cammelli e umidità. Voglio morire.

P.S.
Stanno finendo anche le scorte d'acqua. Se domani non riaprono, sfondo le saracinesche e organizzo il primo esproprio proletario della storia del Paese.