lunedì 30 dicembre 2013

Ha detto tutto lui

Siccome in qualche modo debbo pure sfogarmi e di corsa e nuoto mi sono un attimino rotto i maroni, mi sono iscritto ad una palestra di boxe. Stamane lezione di prova. Alla fine dell'ora vado fuori a fumarmi una mozzica, mi si avvicina l'allenatore

"Da dove vieni?"
"Italia"
"Mmm" - e capoccia dall'alto verso il basso
"Hai già fatto boxe?"
"No"
"Mmm" - e capoccia dall'alto verso il basso
"Sei arrabbiato?"
"Un po'"
"Mmm" - e capoccia dall'alto verso il basso
"Si vede"
"Sì?"
"Mmm" - e capoccia dall'alto verso il basso
"Con la carogna (roughness) che c'hai addosso, se metti su dieci chili di muscoli mi diventi campione nazionale dei pesi medi". E ride.

Per dire...

giovedì 19 dicembre 2013

Ventitré e cinquantacinque


Tra un'ora partenza da Damietta verso Il Cairo. Il volo dal Cairo a Muscat è previsto per le 18.10. Il tragitto in corriera tra Damietta e Il Cairo dura tre ore. Partiamo ad ora di pranzo perché la nostra corriera sarà preceduta, seguita e affiancata da quattro auto con cinque contractor a bordo. Così, in simpatia. Io capisco morire violentemente ma morire dopo aver passato quaranta giorni infami no. Comunque finora non è mai morto nessuno, quindi se tutto va bene saranno solo tre-quattro-cinque ore tra buche, controlli, terroristi, primaveristi e rompicazzo vari. E poi due maroni come due mongolfiere per aspettare l'aereo. Poi nel pomeriggio di domani avrò l'aereo che mi riporterà in Italia. A quel punto la mia agenda prevede questo

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Cena: miei e suoi
Sera: uscita con amici

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Mattina-pranzo-pomeriggio: fottuto soppalco
Tardo pomeriggio: prove
Cena: amici
Sera: uscita con amici

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Mattina: fottuto soppalco
Pranzo: ex colleghi
Pomeriggio: palaghiaccio con ex colleghi e amici
Cena e sera: derby calcistico e poi la tentacolare Milano della domenica sera

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Mattina-pranzo-pomeriggio: fottuto soppalco
Tardo pomeriggio: prove
Sera: derby cestistico

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Mattina-pranzo: fottuto soppalco
Pomeriggio: preparazione trippa e cassoeula nella cucina del bar per la Grande Notte
Sera: bbbeh...la Grande Notte

Siccome in Italia ci vado anche e soprattutto per ritornare figlio almeno per mezza giornata, spero di avere tempo per respirare almeno dal 25 in poi. Che poi vuol dire fino al 27 sera, eh...
Anche perché poi la mia verde terra al 99% la rivedrò il 19 dicembre dell'anno prossimo. Tutta questa interessantissima premessa è per dirvi che gli auguri ve li faccio ora, perché come ogni Natale, l'unico più impegnato del sottoscritto è il Bambin Gesù. Auguri a tutti, tuttini quelli che mi leggono ma in particolare, in rigorosissimo ordine alfabetico

- alla Brioche, che m'ha chiuso il blog proprio quando m'ero messo in testa di rubargli un paio di citazioni dal blog, da riutilizzare poi al club del monocolo, per suscitare l'ammirazione dei presenti.

- alla Chiara, che io ce l'avevo detto che non può piovere per sempre. E non mi stupisce la provenienza geografica dell'Uomo che fermò la pioggia. *quanta discriminazione territoriale in una sola frase* *segue Filippo che si toglie la polvere dalle spalline*

- all'Harley, Gran Donna. Però Katy dovevi lasciarmela fuori.

- alla Hostess, che mi sorveglia di lontano.

- Jakoooo, che festeggerà arrostendo cinni ma gli si vuol bene lo stesso.

- all'Orologiaio, colui che diede ad un amico lo spunto per chiedermi: "Ma con tutti i deficienti che incontri, perché non ti apri un blog come quello dell'orologiaio?" - "E chi fosse?". Tutto inizio da lì. In questi giorni starà impazzendo: solidarietà, man.

- allo Smilzo che ci ha fatto diventare un po' tutti gastroenterologi ma, checché lui ne dica, rimane sempre il mio simbolo preferito dell'Italia migliore. Quella che ogni mattina sa che dovrà camparsi la giornata, si rompe i coglioni ma non li rompe agli altri, si scoraggia, si deprime, si sconforta ma poi je dà. Sempre, ovunque, comunque. Smilzo sappi che ogni volta che mi propongono la tessera sindacale, penso a quelli come te e poi metto mano alla pistola.

(sicuro ho dimenticato qualcuno ma mi piace rischiare, ahahahahah)

Poi, per ultima, ma proprio per ultima, ma non "last, but not least". Last e bona lé: la Pulce. Io lo sapevo che quel muffin che l'anno scorso ignorai me l'avrebbe fatto scontare durante tutto l'anno ma non pensavo che fosse così perfida. Oh, non c'è una foto che non le abbia fatto vedere che non abbia meritato l'appellativo di "Bellissima". Tutte tranne quelle in cui sono immortalato. Pulcetta, lei deve capire, che seppur circondato da fimmine, io sono più donna di tutte loro messe insieme. Non può mortificare in questo modo la mia civetteria. Questa me la sono proprio legata al dito, mi s'è già necrotizzata la falangetta.

Se questo spazio nei precedenti due anni era puro divertissement, nell'ultimo anno è diventato un efficacissimo analgesico per i momenti down. E ce ne sono stati, solo il Cielo sa quanti...

Buon Natale a chi ci crede e Buona Vita a tutti gli altri. E grazie.

martedì 10 dicembre 2013

Sempre con grande umiltà e con la massima, massima, ironia


Mercoledì e giovedì scorso abbiamo compiuto due operazioni ad alto rischio. Non vi tedio con la descrizione tecnica della cosa ma abbiamo avuto a che fare per due giorni con acido solfidrico/idrogeno solforato e mercurio. Due sostanze da nulla, infatti per proteggersi (forse, andiamo poi a leggere tra trent'anni) ci si veste così.


Anche se le nostre tutine tiravano più sul verde speranza.

Il mio cruccio principale comunque non era morire ma che il cadavere avrebbe potuto portare i segni della maschera, compromettendo così una degna sepoltura. Perché anche al funerale ci vuole sempre una certa immagine. Quindi se dovesse succedere, mi raccomando, non fiori ma Rolex Ghiera Verde. Altrimenti ci sarà un funerale per i poveri in cui potrete venire vestiti come vi pare. Ma non è di questo che voglio parlarvi.

Ieri mattina visita di controllo per gli effetti a breve termine dei veleni.
Medico egiziano cinquantenne che, "diciamo, è un tipetto un po’ particolare, a quell’età puoi proprio inquadrare con certezza ASSOLUTA gli orientamenti sessuali di una persona e in lui si vede chiaramente uno spirito alternativo". (semicit.)
Sono uomo di mondo e non mi faccio intimorire almeno finché non mi dice di spogliarmi completamente. Scoprirò poi che una delle prime tracce dei veleni sono delle piccole macchie che si annidano nelle parti molli. Mi chiede se ho le lenti e gli dico di sì. Scoprirò poi che il nervo ottico è la prima terminazione nervosa assalita dai veleni. Ma sul momento anche se "io rispetto l'omofobia"


mi viene quasi da fare il simpatico ma gli dico solo che senza lenti sono praticamente da bastone bianco e cane. Mi visita scrupolosamente per quel che posso capire ma ogni tanto mi pianta lì per dei minuti interi ed esce dalla stanza, poi rientra sorridendo. Insomma, pare di essere al bar, se non che, amico mio, sarei nudo. Per carità, ho fatto per decenni vita di spogliatoio, non è che sia a disagio, ma santiddio non siamo su una spiaggia naturista, famme rimette' i miei quattro stracci e poi fai quello che vuoi. In realtà faccio il sostenuto ma complice il mio mese di lager e il suo orientamento sessuale siamo andati ad un passo dal remake egiziano di Morte a Venezia. Ma non è di questo che voglio parlarvi.

Alla fine della visita mi fa salire sulla bilancia. E lì finalmente la prima buona notizia di questo mese di merda. Redde rationem: ansia e palpitazioni. Il risultato me lo comunica lui perché io facevo fatica a vedere i lineamenti del suo volto, figurarsi a leggere una bilancia.

Bbbeh

Sono ancora sotto i settanta chili. SessantanovePuntoSette. Sentivo una gioia dell'anima che spingeva verso la testa e una gioia mentale che spingeva verso lo stomaco che ciao proprio. Una roba, rega', ma 'na roba che penso sia paragonabile solo quando ad una mamma appoggiano in grembo il figlio appena nato. Non ci volevo credere, stavo quasi piangendo.

Quando all'improvviso guardo verso il monitor della bilancia. Un attimo di smarrimento e recupero la vista. Ma 'na roba, rega', 'na roba che carote levateve.

"Scusi, signor GustavAbbronzato, cosa mi significa quel QuattordiciPuntoUno?"
"E' la massa grassa, mio adorato TadzioAncorPiùEsangue"
"Di chi? Del ragazzo di prima?" - giuro che questa l'ho detta veramente
"No, la tua"
"La mia?"
"Sì"

Ho un mancamento. Inizio a barcollare sulla bilancia. Sembro un funambolo senza stabilizzatore.

A quel punto mentre davanti ai miei occhi scorrevano le immagini di me che dovevo prenotare due posti per tornare a casa in aereo, usando come cintura di sicurezza un cavo del Golden Gate e poi...e poi...sempre di me all'ospedale coll'infermiera che diceva: "Per il signore prendi dalla dispensa i farmaci per obesi" and so on, le mie sinapsi dicevano più o meno questo

"Maccristo, ma come la mia? Ma è sicuro? Ma lei è medico? Guardi che andiamo all'università di Cheope o di dove cazzo è lei e glielo chiedo io se è medico! Guardi che se Tutankhamon la vede, salta fuori dalla piramide e la piglia a schiaffazzi "made in my life". Non è che un OSS e si spaccia per medico? Guardi, lei me lo dica: no, io in realtà butto via i sacchi. E' solo che il medico è a gnappa a Sharm e allora lo sostituisco io. E io lo accetto sportivamente. COME QUATTORDICIPUNTOUNO. Ma che, scherziamo?"

"Sul serio?"
"Ma perché è così turbato? Di solito quando gli occidentali vengono a visitarsi per queste cose sono tutti molto agitati, mi riempiono di domande, ecc. Lei era molto tranquillo, mi ha lasciato fare tutto quello che voleva, aveva i battiti che sembrava che stesse dormendo e si agita per la bilancia?"

Le sinapsi

"Senta, adesso lei stia zitto e faccia quello che dico. E' un ordine. Mi porti alla sedia a braccia, mi faccia sedere, mi dia un bicchiere di acqua, anzi una bottiglia da due litri e una scatola di Tavor. Anzi, me ne porti due. Una per sedermi e una per uscire da qui"

"Io sono partito per il viaggio di nozze che ero DieciPuntoSei"

Sinapsi

"Matrimonio a parte, ero un ragazzo felice"

"No ma guardi che le bilance bioimpedenziometriche, anche quelle che usiamo noi professionalmente, non sono precise per definizione. E' giusto una cosa così per avere un primo riscontro. Infatti io neanche la guardavo, non l'avrei nemmeno preso in considerazione, è stato lei a chiedermene conto. Le misurazioni attendibili sono altre. Magari quell'altra era tarata in difetto e questa in eccesso! Ma anche se fosse vero il dato, non succede niente, guardi che lei è ben al di sotto della soglia. Ma che preoccupazioni si fa?"

"Ah!" con una faccia che neanche quando la Trudi mi mangiò due etti di crudo con la carta e le veline nel tempo intercorso tra l'arrivo in casa e il lavaggio delle mani.

Le prossime due settimane digiuno. A Natale passato di verdura.

P.S. che prego i miei affezionatissimi di non commentare perché non voglio dare eccessiva pubblicità a tre maigoduti e malvissuti

Speravo di non doverlo mai scrivere perché letto da gente mediamente intelligente ma viste le tre rotture di cazzo arrivatemi in PRIVATO - e già qui potremmo aprire il fortunato concorso "Ma che sbatta c'avete?" Poi però uno ha anche puntualizzato "Per non fare polemica pubblica", ahahahahahahahahahah - specifico che questo post come - quasi - tutti gli altri va letto "sempre con grande umiltà e con la massima, massima, ironia". Se non ce l'avete, fuori dai coglioni: questo non è un assessorato ai servizi sociali.

martedì 3 dicembre 2013

Elogio del fumo


Ero poco più che un bimbo. O forse lo ero ancora. Avevo dodici anni, in un parchetto, una sera di maggio. Ho iniziato perché mi sentivo grande, volevo diventare grande, potevo dimostrare agli altri di essere grande. La prima volta non è stata un granché, come tutte le prime volte. Il fumo impastava la lingua, mi faceva tossire se solo mi azzardavo ad aspirare troppo, mi bruciava gli occhi. Finita la sigaretta ero un misto di eccitazione e cattiva coscienza. Mi ero affrancato dall'infanzia ma entravo nell'adolescenza senza sapere dove mettere i piedi. La seconda arrivò dopo un po' di tempo, come dopo tutte le mie seconde volte. Non sono mai stato bravo a metabolizzare velocemente. Ogni tanto ci pensavo, sempre quel yin e yang di soddisfazione e repulsione. Poi arrivarono le superiori, la scuola non era più quella del paese, i compagni neanche. Arrivarono anche i primi pacchetti, prima da dieci, poi da venti. Prima il cespuglio, poi la cartella, poi il "Papà, se vai al bar comprami un pacchetto di Marlboro rosse". Col tempo e l'affinarsi del gusto sarebbero diventate Rothmans blu. E da allora ho smesso e ripreso un'infinità di volte. Poi mi sono accorto che fumo perché fondamentalmente mi piace. E finché mi piacerà e non avrò doveri nei confronti di altri, continuerò a farlo. Non c'è nessun bisogno che mi porti a fumare che non sia il piacere. Fumo perché ormai è proibito ovunque. Fumo perché mi piacciono gli sguardi di riprovazione di chi benpensa. Fumo perché non baratterò mai un piacere istantaneo per una promessa umana futura. Aristotele diceva che la filosofia non serve a nulla, ma proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile. Il troppo cibo quantomeno nutre, l'alcol in qualche modo disseta e persino la droga assolve ad uno scopo. Il fumo no, non serve a nulla. Proprio come la filosofia. Che sia il vizio più nobile? E forse è proprio per questa sua presunta inutilità che è tanto temuto, ostracizzato, combattuto in una società in cui persino il tempo libero non ce lo si "gode" ma lo si "spende".

Le nuove leggi, che ormai stanno prendendo parte in ogni angolo del pianeta e che costringono a fumare in zone ben delimitate, sul modello delle riserve indiane, hanno elevato quello che già prima era un momento di condivisione ad un ulteriore e più alto stadio, in controtendenza rispetto allo scorrere del mondo che ci vuole sempre più individualisti e sempre meno solidali. Se fumi devi uscire dall'ufficio in un mondo in cui tutti hanno sempre troppo freddo o troppo caldo e spesso ci trovi altri reietti, se fumi c'è spesso uno sconosciuto che ti chiede, ti scrocca, una sigaretta o la fiamma del tuo accendino in un mondo in cui se guardi qualcuno che non conosci per più di tre secondi questo ti chiede cosa cazzo vuoi, se fumi alzi lo sguardo, mai visto nessuno fumare guardando per terra e rallenti, spesso ti fermi, in un mondo in cui devi sempre correre a mille all'ora, essere multitasking, affastellare attività una sopra l'altra, da quando esci da una cassa di legno a quando rientri in un'altra cassa di legno.

Ora, siccome non bastavano divieti in ogni dove - ma quanto è triste un bar senza banchi di nebbia?, avvertimenti sui pacchetti, oncologi con la predichetta, fatta di opportune omissioni su tutto il resto, incorporata, si sono inventati la sigaretta elettronica che toglie tutta la magia del fumo e sta alla sigaretta cartacea come l'asettica completezza dell'e-book sta alla consistenza, all'odore, ai difetti di stampa del libro cartaceo. Lo scopo quale sarebbe? Cancellare in una boccata, con la sua tragica perfezione, quello spettro di momenti di pace, di tranquillità, di conoscenza di amicizia e d'innamoramento? No pasarán!

P.S.
Una settimana in più. Di pioggia...