mercoledì 27 novembre 2013

L'immagine ha il solo scopo di rappresentare il prodotto










domenica 24 novembre 2013

La vendetta è un piatto che va servito freddo? Io lo servo bollente e anche surgelato



Sono un maniaco dell'ordine. Sul lavoro quadratizzo la mia mania. Odio i disordinati. Non capirò mai chi si vanta di esserlo e non fa niente per curare questo aspetto che è il più importante delle cose meno importanti.
Uno dei tre imbecilli con cui mi trovo a contatto ogni fottuta ora di lavoro è un disordinato patologico. Sono fatto male e non dico niente, metto a posto tutto quello che lascia in giro e taccio. Tanto starei "più male" a dirglielo per poi vedergliele rimettere a posto dopo ore e a cazzo di cane. Oggi mi chiede, con un tono che tirava fuori dalle mani non degli schiaffi ma dei kalashnikov (ha una voce talmente acuta che pare che gli abbiamo strappato i coglioni): "Dov'è la scheda di sicurezza dell'acido solfidrico?"

"Trovata in giro, tanto per cambiare, per il laboratorio e rimessa nell'archivio"
"In quale archivio?" - ce n'è uno. E a me fa già incazzare la domanda retorica "Ah, ti sei tagliato i capelli?"

Figuratevi le altre
Figuratevi le altre quando sono già stressato di mio
Figuratevi le altre quando sono già stressato di mio e incazzato smarzo

"Nell'unico archivio che abbiamo. E metti a posto le cose, che ogni volta che vedo quello che lasci in giro mi viene la depressione"
"Meno male, così almeno ti svegli fuori"

Ahahahah
Ahahahah
Ahahahah
AHAHAHAH
AHAHAHAH
AHAHAHAH
AHAHAHAHAHAHAHAH

Terribile è l'ira del mansueto, ragazzo mio. Te nei sei accorto? E poi ricorda che se tu hai una voce femminile, io di femminile ho la perfidia, per cui la sbocciata odierna è solo l'antipasto di quello che passerai nelle prossime tre settimane. Vedrai che l'acido solfidrico finisci col berlo di tua sponte pur di non abitare più questo pianeta.

venerdì 22 novembre 2013

Di quando e di quanto l'MP3 può essere porco e infame


Oggi mentre sono lì a comparare dati DI MERDA, stendere report DI MERDA, analizzare relazioni altrui DI MERDA, ciccia nelle orecchie 'sta robina qua. Manco mi ricordavo di avercela caricata, chissà quanti anni fa. Ma si può? MA SI PUO'?

martedì 19 novembre 2013

"Bisogna combattere senza odiare per dimostrare quanto vale il cuore". Va bene, man, tieni ragione: però a me stan sul cazzo tutti



- Non scrivo perché non c'è un cazzo da scrivere.

- Questo è un posto di merda che più di merda sulla Terra non penso esista niente.

- I passa(uncazzo)tempi sono la salaTV e una palestrazza.

- Sala TV: proprio come nelle pensioni merde della Riviera romagnola, quelle che non c'avevano manco la TV in camera. Quelle dove andavo coi miei nonni, per capirci. Quella dove mio nonno cristonava sempre con un altro vecchio perché lui voleva vedere il TG3 e l'altro il TG1.

- Io in palestra ci sono andato un mese in tutta la mia vita. Mi sedevo sulle panchine a bere il Gatorade e guardavo quelli della sala cardio dicendo "Dura la vita, eh!"

- Capite che di passatempi mi rimane solo l'eroina?

- Ci sono dei russi. Che uno si chiede: ma con tutto il fottuto gas che avete in patria, perché vi sfondate i coglioni in 'sto posto? Oltretutto bevono ma non ruttano, non cantano e non sono felici. Ridatemi i miei inglesi.

- "Spain is an awesome country, mate!" - "Why?" - "Well, it's full of english people. You can find all the beers you could want. I can watch Premier League, because it's plenty of sports bar. Air coinditioning is more fucking massive than Stockport. I like bolognaise spaghetti, carbonara sauce and Spanish cuisine. But there are also McDonald, Burger King and KFC! Everybody go there, so we decided to do the same. And then..." - occhiolino - "Cristiano Ronaldo oh la la la" e braccia al cielo che ondeggiano.

- E sono passati solo nove giorni. Ne mancano altri trenta. Ma io ve lo dico: tra due settimane mi arruolo nelle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. E lo dico specialmente a te, agente segreto che mi leggi.

- Quasi tutti i miei colleghi italiani mi stanno sul cazzo. Quelli catalani manco a parlarne. E io se uno mi sta sul cazzo non riesco a mascherarlo troppo bene. Quindi c'è della tensione.

- La gente che puntualizza deve incularsi. Oggi in mensa, uno di quelli che mi sta meno sul cazzo dice: "Se vuoi capire cos'è il Vietnam, fai due figli in tre anni". Ora, a questa gag o ridi o non ridi. NON ROMPI IL CAZZO dicendo che tu ne hai fai tre in cinque, che l'hanno fatto in tanti, che c'è di peggio. E' una battuta, non un trattato di psicologia dell'età evolutiva, DIODUNDIO. Quindi inculati e poi muori. Gonfio.

L'unico motivo di gioia della settimana è stato che mio babbo ha incontrato il mio prof d'italiano delle superiori che gli ha detto di salutarmi. Pensate voi che vita di merda.

- Se è vero che io ho fatto delle scuole superiori che lasciamo perdere, lui era uno degli aspetti più da lasciar perdere. La sera prima della terza prova mi telefonò per tranquillizzarmi: "E poi comunque la seconda è andata bene, sei stato il secondo della classe" - "Ah sì? Convinto fosse venuta una schifezza e invece..." - "C'è X che ha preso 14 e poi tu, che hai preso 5" (in realtà avevo preso 10, ma non vorrei focalizzarmi sui dettagli). Beveva parecchio.

- Alle cene della classe si ricorda ancora con emozione quando andammo a visitare un caseificio di Grana Padano a Castenedolo, in cui alla fine della visita ci accompagnarono alla degustazione di Grana Padano e, per i professori, vini della Franciacorta. Lui, con la simpatica battuta "Mi dia un po' di Grana che non vorrei perdere la sete", mangiò una betoniera di formaggio annaffiata da un bidone di rosso. Il viaggio da Brescia durò tre ore, con frequenti fermate nelle piazzole di sosta, tra le bestemmie dell'autista.

- Le patenti a lui duravano 2-3 mesi. A parte l'amore per la bottiglia, c'era che non ha mai capito come si prendono le rotonde che, come qualcunA sa, in Brianza sono una religione. Lui le pigliava un po' a caso, come gli veniva, senza preoccuparsi di senso di marcia e precedenze. "Sono un uomo di lettere, non ho senso pratico". Poi decise di non pigliarle più e di comprarsi un'Ape. A cui tolse le portiere perché altrimenti non ci stava dentro. La usava anche per andare a caccia, sparando direttamente dall'abitacolo.

- Anni dopo lo incontrai durante una delle prime passeggiate con la Trudi. Ci correvano incontro sette-otto cani. Dieci metri di loro un'Ape. I cani iniziano ad abbaiare belli cattivi. Ad un certo punto l'Ape accelera e si schianta addosso ad uno dei cani "/&%$£%&/=^&/%$£, via, via". Era lui.

- Cani con cui viveva in casa. Conoscendo lui e conoscendo quanto possano essere merdi i cani (sette-otto poi...) le grandi pulizie stagionali probabilmente le faceva col napalm. No, in realtà non le faceva.

Saluti. E se vedete alla TV un campo profughi, pensate che c'è chi sta peggio (del campo profughi).

venerdì 8 novembre 2013

Matteo! Anzi no, Paolino!


Domenica di prima mattina, all'ora in cui voi ritornerete ubriachi smarzi nelle vostre abitazioni pronti per quel lungo sonno che verrà interrotto solo dal profumo di brasato di mammà, partirò per un luogo dimenticato da Dio (e fin qui, vabbé...) e dagli uomini. Già il nome è un programma: Damietta, una città che sicuramente non avrete mai sentito ma che fa all'incirca gli abitanti di Trieste. Sarò confinato là. Cioè, io in realtà la città manco la vedrò, sarò confinato nel compound protetto come in Italia forse solo Napolitano. Dicevo, sarò confinato là per 40 (biblici) giorni. Poi torno nel Sultanato e riparto per l'Italia. Voi non potete capire lammerda di fare gli auguri di Natale in questi giorni. Tutto questo lo faccio solo per voi, per garantirvi le scorte di gas per il prossimo inverno. Quanti sacrifici faccio per voi...

Comunque tra le poche note positive, anzi l'unica, annoveriamo la connessione internet e finché c'è quella va tutto bene. Infatti il mio pronostico personale è che non ci sarà. Vabbé. Ora vi racconto un fatto di cronaca familiare per farvi capire che io non sono un'extrasistole o una sinapsi impazzita nel mio parentame ma una disfunzionale consuetudine.

Di lui ne avevo già parlato qua (se non l'avete letto fatelo, perché tratteggia il personaggio, il rapporto che ho con lui e con mia zia, a cui sono molto legato - è una zia per modo di dire, ha qualche anno in più di me: da bimbo ero il suo pupazzo, da passeggero ho girato più volte in scooter in due con lei che con i miei amici, ecc. - e che sento all'incirca una volta ogni due settimane)

http://unidraulico.blogspot.it/2013/03/slow-cheetah-altrimenti.html

E' un terremoto. Un piacevolissimo terremoto, almeno per me che lo adoro. Sua mamma ha sempre avuto il sogno di avere una grande famiglia, l'ha realizzato ed evidentemente ha trasmesso questo suo amore per la famiglia ai figli. Lui è legatissimo ai genitori ma, ancor di più, ai suoi fratelli. Improvvisandomi psicologo del venerdì sera penso che sia dovuto al fatto che svolgendo suo babbo una professione che lo porta spesso in trasferta si sente, in quanto primogenito, l'uomo di casa, pur avendo fatto dieci anni a febbraio.
Quest'anno suo fratello va in prima elementare, o come si chiama ora, e lui in quinta. Questo ha rafforzato ancora di più il legame tra loro, per motivi facilmente intuibili. La prima ha il tempo pieno, la quinta il sabato e tre rientri pomeridiani. Giovedì di due settimane fa, il piccolo torna a casa con le sembianze di un indiano metropolitano. Aveva litigato con un compagno ("Ma a te non ti dico chi è") sul pulmino e questi, oltre ad averlo bussato, l'aveva anche pittato come un Apache. La vicenda sembra finita lì.

Eh, il cazzo.

A posteriori, Samuele sembrava un po' strano quel pomeriggio. Quella sera. La mattina successiva. Le prime due ore a scuola. L'ora successiva all'intervallo non è in classe. La maestra controlla nei corridoi e nei bagni. Niente, non c'è. Parte la caccia all'uomo e lo trovano nel retro della scuola a cavalcioni sul madonnaro disteso a terra mentre senza soluzione di continuità lo sfondava di pugni sulla testa.

La maestra "Non so da quanto tempo fosse lì, penso dall'inizio dell'intervallo. So solo che dava l'idea di potersi anche non fermare mai. Pur imponendomi sia fisicamente che con tutta l'autorità che potevo, ho fatto fatica a levarglielo dalle mani"

Il viso del bimbo è praticamente una maschera che va dal rosso al blu al verde al marrone. Mia zia viene subito chiamata insieme alla madre dell'altro cinno (o di quello che ne rimaneva), lacrime fittissime, senso di fallimento, richieste di scuse, proposte di risarcimento, il melodramma, la scuola che diventa il set di un programma di Barbara d'Urso. L'altra mamma è intelligente (io non sono genitore ma non so se sarei stato così pacato come mi ha raccontato mia zia), le maestre fanno mea culpa pure loro, la vittima e il sadico vengono chiamati a fare la pace. La buriana passa anche se nessuno si spiega perché Samuele l'abbia bussato e non c'è verso di tirarglielo fuori, neanche con le domande a trabocchetto. Probabilmente stavano giocando, chissà. Ma tutti vogliono dimenticare e non pare il caso di tirare in lungo e in largo la storia, sia da una parte che dall'altra. Ci sarà tempo per capirlo. Nessuno si sogna di chiederlo al fratello che, omertoso, tace. Nel frattempo Samuele viene condotto a casa dove, a parte la vita, gli viene levato tutto.

Il giorno dopo, a colazione, con quell'aria di vaghezza che solo i maschi seienni hanno e che poi si trasferisce alle donne adulte

Piccolo inciso: Dio, quando sarò al tuo cospetto, a me non fregherà un cazzo di sapere dove vado, donde vengo, perché son qui. Io voglio sapere solo come avviene questo trasferimento. Mi devi delle spiegazioni. E che siano convincenti.

Leo: "Shamu, devo dirti una cosa!"
Samu: "Dimmi"
Lunga pausa, sguardo nel vuoto, mani che cercano posate
Leo: "Shai che forshe non è stato Matteo a farmi tutte quelle coshe. Shìshì, non è stato Matteo, mi shono sbagliato"
A mia zia, che è lì in cucina a rassettare, in quel preciso crescono le palle solo per potersele vedere franare al suolo.
Zia: "Ma come, Leo, ma che minchiaddici, sei stato tu a dirgli di picchiarlo? Ma ti rendi conto di quello che è successo? E gli hai pure indicato il bambino sbagliato?"
Leo: "Shìshì, anche perché Matteo non prende neanche il pulmino"
Zia: "..."
Leo: "Ora ricordo..." - e qui me lo voglio immaginare col piccolo indice alzato - "...è stato Paolino!"
Zia guarda Samuele che ha gli occhi già infuocati: "No, eh, no. Samuele no!"

P.S.
La mia idea è che anche Paolino non c'entri un cazzo e che il grembiule e la faccia se le sia pittate da solo per fare il grosso coi compagni. Poi accortosi della malparata abbia provato un rimedio che a momenti faceva due morti. E tutto ciò sarebbe meraviglioso e darebbe nuova linfa al proverbio veneto Pezo el tacon del buso (peggio la toppa del buco).