martedì 8 gennaio 2013

A testa alta siam qui a caricar

Ora lavoro col 6+2 con riposo a scorrimento. Oggi è il mio secondo giorno di riposo, domani inizia la mia settimana lavorativa. Da una parte è brutto perché sei in ferie quando gli altri lavorano (mentre invece lavorare quando gli altri sono in ferie non mi dispiace: boh, son montato al contrario), dall'altra va bene così, perché con la morosa non amiamo viverci addosso (e qui, conoscendo poche persone, ci sei quasi costretto) e per cui ci sono ampi spazi di libertà per entrambi. Libertà che io sublimo nel seguente modo: ieri giro in solitaria per la capitale, con cuffiette. Nel mio MP3 ho dentro di tutto, ma di tutto tutto. Di tutto, tutto, tuttissimo. Anche i Civico88. Non ne condivido, ovviamente, la linea politica (li trovo troppo moderati, ahahahahahah, scherzo), ma hanno due o tre canzoni che mi fomentano dabbestia, anche perché solleticano ricordi passati. Cammina, cammina, mi viene un voglino di crunch. No, non gli addominali, quelli impestati di formaggio. Entro allora in un supermercato, li prendo, cassa automatica. Codice a barre, prit prit. Inserisco i quattrini, me li ricaccia, li reinserisco, me li ricaccia, li re-reinserisco e me li ri-ricaccia. Nel frattempo gli anzidetti C88 riempono l'aere con le delicate note di "Dietro la curva". A quel punto sparo un tritonale: "Porca puttana, ohhh, ma che coglioni". Nel frattempo le cose visibili dalla Luna erano diventate tre: le foreste, i deserti e la coda che s'era formata dietro quel ragazzo che "ha solo un sacchetto di patatine, mettiamoci qui". La commessa inizia a parlarmi, ma senza voce. Muove le labbra sempre più freneticamente ma senza voce. Si sbraccia ma senza voce. Ettecredo, cojone, alza un altro po' il volume delle cuffiette! Mi levo le cuffie e la disperata mi fa: "You have to press the button "Finish" on the screen and then insert the coin" - "Azz, excuse me". Dietro di me, le masse approvano, scossando la capoccia dall'alto verso il basso, mentre lo schermo che hanno sulla fronte vede passare una scritta luminosa dove confermano il "Cojone". Io rido, lei ride. Le masse, pur approvanti, un po' meno. La morosa, dopo il racconto dell'avventura, mi ha incoraggiato con un "Inizia a farmi figurazze anche qua, eh".

Il vice mi ha detto che si laurea in Ingegneria Chimica l'anno prossimo (1435 ovviamente, non 2014). Devo aver fatto una faccia strana perché mi ha detto: "Don't worry Philips" - Philip, maremmaladra, Philip, non Philips - "I think to stay in this company. Moreover, I was chosen out of 80 competitors" - "Mi sarebbe piaciuto conoscere gli altri" ho sussurrato all'IngegnerA. "Uh?" - "Nothing, I asked her if she had a degree in chemical engineering too" - "Ah" - "Ehhh".
Sono più tranquillo, l'industria estrattiva avrebbe potuto perdere una delle sue punte di diamante.
Adesso il massimo sarebbe ritrovarselo come capo.

Adesso stiamo valutando che auto prendere, anche se probabilmente sarà un piccolo SUV. Io sono dubbioso, perché la viabilità locale è da lupi (deve averla progettata lo stesso ingegnere che ha progettato il marciapiede in via Caduti del Lavoro a Monza. Un giorno ve ne parlerò, so che non aspettate altro. Anche domani, se volete), però comprendo che non si può andare avanti così. Poi ci sarebbero anche delle cose serie da dire, come il fatto che sto scoprendo la sottile differenza tra diritti conquistati e privilegi concessi, ma la serietà non è affare di questo blog.

Forse non mi mandano nello Stretto. Mani come in barriera.

1 commento:

  1. ciao.
    voglio sapere quella cosa del marciapiede di monza.
    quando vuoi eh. con comodo, sia chiaro.
    magari prima che ti mandino in the navy coi pirati froci e gli ingegneri coi blog di merda nelle stazioni petrolifere (sembra una canzone di vasco brondi)

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