mercoledì 15 gennaio 2014

Sopravvivenza in ambienti ostili


Forse vi ricorderete di me per "A metà del 2004 nella nostra compagnia OnlyBragaPride fa ingresso una fanciulla, morosa di uno dei componenti. Quindici giorni dopo un altro decide di praticare quella oscura disciplina che prende il nome di fidanzamento. Sfortuna vuole con un'acerrima nemica della prima. Iniziano a sorgere mille veti per OGNI cosa. I due ommini, opportunamente aizzati, litigano tra di loro, si formano due fazioni e la compagnia va a catafascio. Inizia un periodo in cui pur di uscire accettavo aperitivi a Kandahar e sabati di shopping a Mbabane. Il periodo Fabbrutto, che alcuni già conoscono e che prima o poi spiegherò anche per gli altri."

Il momento è arrivato

Insomma, dopo la tragedia, al sabato sera uscivo con una compagnia di scoppiati. Per farvi capire il livello: in questa compagnia c'era anche una fanciulla, tale Rachele, che non era neanche tra le più scoppiate. Una sera stavamo andando in discoteca. Io guidavo, lei dietro di me (nono, non ero un taxi, c'era anche altra gente in auto). Arriviamo al casello, sto per pagare, il casellante mi guarda e mi fa: "Ma la tizia lì dietro è normale?" -"Eh? - "Cosa sta facendo?" - Mi giro, stava limonando il vetro. Non eravamo ancora arrivati in disco ed era già fuori come un balcone - "Eh, stiamo andando in discoteca" - "Certa gente non la trovi neanche in galera" mentre mi ridà, schifato, il resto. Poi fortunatamente trovai la morosa, la prima "vera" della mia vita, e mi tirai fuori da quella compagnia, con cui comunque passai dei momenti bellissimi, aldilà del fatto che quelli che la componevano ora sono in carcere (il casellante ci aveva visto bene) o al cimitero o al SerT.

Ma non era di questo che volevo scrivervi. Anzi, non scrivo proprio nulla, riporto quello che scrissi anni fa, in presa diretta, senza filtri, senza censure, come neanche Salvo Sottile.

***
Oggi alle 19 avevo un intervento in quel di Milano. Dovevamo solo prendere delle misure e ci abbiamo messo un attimo. Siccome la morosa - bei tempi - è a Londra - bellissimi tempi - con le amichette (dice lei) e non avevo mezza voglia di tornare a casa a farmi da magnare, propongo di farci un mega gelato (oggi ci voleva) - anni bui, in cui mi drogavo ancora di lattosio, caseine, grassi idrogenati e tante altre schifezze - in una delle pochissime gelaterie già aperte in quel di Grande Verza city.
Eravamo nel tavolino di fianco all'entrata a diretto contatto con la vetrata che dava sulla strada e io davo le spalle alla cassa. Una bimba passa dalla strada e mi scruta con sguardo investigativo, io non ci faccio nemmeno caso (noi donne siamo abituate) e continuo a parlare col mio schiavo rumeno. Ad un certo punto lui mi fa: "C'è una tipa che ti guarda, è lì alla cassa e ti starà fissando da 30 secondi". Io non faccio alcun collegamento (la forza dell'abitudine) e non mi giro anche per non fare la figura del fesso. La conversazione prosegue, se non che ad un certo punto: "Oh, si avvicina, si avvic...", non fa in tempo a finire la frase che sento due gomiti cingermi il collo, due mani sulle spalle e due labbra stamparmi un bacio sulla guancia. Con notevole aplomb, mi giro come se mi avessero appena scippato: "Ma chi cazz..."

"Ciao Filiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii"

Ci guardiamo. Ad un occhio estraneo gli sguardi potevano corrispondere, in realtà mentre il suo era affermativo, il mio era interronegativo.

"Ma...ma...ma...non mi riconosci?

"No"

"Sono la Stefy"

(cassetti della memoria, Cassetti Marco, scatoloni del magazzino..."La Stefy, ma chi è la Stefy?")

Inizio a pensare che questa, tra l'altro vestita in modo che un aborigeno al confronto è fashion-style, mi stia facendo una supercazzola, snasando il nome in qualche biglietto da visita sul furgone.

"Oh, porca troia, ma sei fulminato? Eh sì che dovrei essere io quella a cui è bruciato il cervello! La Stefy! Siamo usciti per sei mesi di fila - errore, quattro mesi, al massimo cinque. Io sono pignolo, ma non era il caso di sindacare - a ballare tutti i sabati! Vabbè, tu non ballavi, ma ci siamo capiti!"

Questa conosce tutta la mia vita ma io non so niente di lei, ma veramente non mi ricordo niente, zero, buio assoluto.

Lei si gira verso un essere che potremmo entusiasticamente definire vivente e scossa il crapone, poi mi guarda (ero vestito da lavoro) e mi fa: "Ma adesso cosa fai? Lo squatter?" (qui ammetto che mi sono alzato in piedi solo per potermi ribaltare)

"No, ecc..." (le racconto la mia vita. Lei mi interrompeva, dimostrando di conoscermi - col senno di adesso mi sta risalendo l'ansia di quei momenti)

Alla fine a forza di dai e dai qualcosa inizio a ricordarmi. Sto per avviarmi verso l'uscio quando le chiedo: "Scusa, giusto per curiosità, chi è quello?" (indicando l'essere di cui sopra che dall'inizio della nostra conversazione continuava a fare: tuz, ta, tuz, tuz, ta, tuz, ta, tuz, tuz, ta, scossando le braccia)

"Lui è Fabbrutto"

Il sonno della ragione cessa, mi ritorna in mente tutto. Nella compagnia tra tutti gli altri scoppiati c'era anche questo mitico Fabrizio detto Fabbrutto, non certo per le scadenti peculiarità estetiche. La conversazione prosegue, ricordando i tempi mitici (mitici per lei) in cui lei si sparava 4 paste a sera (...), in cui altri sboccavano addosso ai buttafuori (...) e altre amenità, di cui nel frattempo tutta la gelateria viene a conoscenza. Alla fine, quando ormai il mio schiavo rumeno non ne può più di questi due, la saluto e le chiedo, occhieggiando Fabbrutto (che nel frattempo continuava il suo concerto personalissimo): "Ma...è in cartone?" (il cartone, per i non avvezzi al milanese-tossico, sarebbe l'LSD). Fabbrutto alla parola cartone si risveglia: "Eh, hai un cartone?" Io guardo, pietoso, lei: "No, Fabri..." Fabbrutto: "Vuoi un cartone? Oh tipo, vuoi un cartone?"

"Va beene, ciao!"
***

Mi rendo conto di essere un sopravvissuto. Dovrò discutere con la Zorza su cosa fare dei nostri figli maschi (per le femmine abbiamo già deciso: menarca farà rima con monastero): porterò avanti la mozione "Accademia Militare" allo scoccare dei quattordici anni. C'ho già l'ansia adesso, cazzo.

16 commenti:

  1. ahahahah, "certa gente non la trovi neanche in galera" me la rivendo!!! STUPENDA!
    Ebbravo il casellante :D

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    1. Fai pure. Io ormai sono mesi che, solo in presenza di persone che si siano già accertate della mia sanità mentale (per contarle bastano le dita di una mano), davanti a pensieri, parole, opere ed omissioni di dubbio gusto mi metto gli indici in verticale sugli occhi, stiro la bocca e dico: "Raccapriccio".

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  2. Io sono anni che dico che i miei figli maschi dovranno intraprendere la carriera militare, vurìa mai che saltino fuori come il figlio del mio socio o Fabbrutto! E prima che mi vada allo sbando pure il cane lo dono alle squadre cinofile, checcazzo.
    Lo smilzo

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    1. La cagnona ormai è una boccia persa. L'unica pastorA tedesca che non è una pastora (al massimo raduna le crocchette), né tedesca (a meno che non s'intenda una Tedeschia allargata, dove lei simboleggia la durezza del Krapfen)

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  3. Cioè...il rumeno si era rotto le palle.
    VEDI TE!

    Comunque Fabbrutto è geniale come soprannome!

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    1. Fabbrutto era geniale per sé stesso. Ricordo ancora quando voleva bussarmi perché IO non avevo le chiavi di casa SUA. Ci conoscevamo da due ore.

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  4. Mah, guarda, non ho mai visto girare tanta droga come in caserma. E fai conto che abito vicino al Number One.

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    1. Il Number One di Cortefranca per questi era come La Mecca per i musulmani. Poi un altro locale top era il Bolgia ad Osio Sotto. Ma il Paradiso era il MazooM a Desenzano. Si organizzavano le corriere...corriere dove peraltro ci devono essere ancora delle mascelle tra un sedile e l'altro. Partivano ragazzi e tornavano cani. Chissà se esistono ancora (sia i ragazzi che i locali)...

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  5. Fa', non farci prendere sti colpi: "Libia, rapiti due operai italiani "Presi da un gruppo armato" "
    che uno fin che non legge operai edili ci può pure rimanere male!

    Comunque come ti dicevo qualche tempo fá, l'ENI si è già unita al maial party della reforma energetica messicana, ci farete fare al fine degli Imazighen, mortacci vostra!

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  6. Ma chi vuoi che mi piglia? Ma hai presente quanto rompo il cazzo?

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  7. Ti giuro che più rileggo il risveglio di Fabbrutto alla fine e più rido, è una scena troppo comica ahahhaha!!!

    Alcool

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    1. Infatti a ripensarci fa ridere. Il problema è stata viverla. Forsan haec olim meminisse iuvabit.

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