giovedì 2 gennaio 2014

Buon anno, gente!


Premessa: questo post viene scritto col permesso della controparte, altrimenti il divorzio lampo sarebbe stata una tragica certezza.

Il tutto è iniziato al mattino. Prima lezione del corso di tedesco visto che prima o poi (si spera entro l'anno, si ha la certezza entro settembre 2015) leveremo le tende e ce ne torneremo in Europa. Vienna o Baviera le destinazioni. Per cui quella lingua (di merda, diciamocelo) va imparata. Dopo fitto conciliabolo faccio valere il mio ruolo di maschio alfa (c'è sempre una prima volta) e la convinco a prendere posto all'ultimo banco sul lato opposto a quello della cattedra. A livello geografico, la posizione più distante possibile dalla professoressa. Il Paradiso.

Fatto questo primo importante passo, non si può che proseguire nel nostro iter, quindi, ammettiamolo candidamente, rompiamo il cazzo per tutte le due ore di lezione, al punto che mi chiedo cos'abbia trattenuto la prof o gli altri dal dirci cos'eravamo andati a fare, dato che il corso non viene via esattamente a due croste. Ma siamo simpatici, ammettiamo candidamente anche questo, e quindi sia la prof che gli altri non possono fare a meno di ridere alle nostre gag (peraltro tutte in inglese...se capissero anche l'italiano ci giravano direttamente lo stipendio sul c/c). A metà lezione, pausetta di cinque minuti che la prof ci suggerisce di sfruttare scrivendo i nostri nomi sui classici "cartellini" da mettere sul banco. Io: "Fai tu, dai, che c'hai una bella calligrafia". Lei parte bella decisa, fa una scritta lunga mezzo metro, che mi chiedo cosa stia arabeggiando (battuta di Carlo Sassi). Viene fuori un Giorgia con la celtica al posto della O, un Filippo dove la O lascia chiaramente spazio anch'essa alla cetlica e, per sovvramercato, le due P diventano due bei fasci littori. Completa l'opera un cuore uncinato in mezzo.

"Giò, macchemminchia fai?" - "Non capisci un cazzo, è tedesca, facciamo colpo". Già lì avrei dovuto capire che se la giornata iniziava così, non poteva che finire in splendida progressione. Comunque il foglio viene ovviamente capovolto e i nomi scritti secondo la consuetudine. Se alla crucca viene la tentazione di girarli, se salutamo bbbelli. Finisce la lezione, stiamo uscendo dall'aula, la prof ci ferma e, ridendo, ci fa: "Oh, se continuate così alla prossima vi separo" - "Nooooooo, con quello che costa" (indovinate chi l'ha detto tra noi due...). Ci guarda le mani. Ed è amore, l'abbiamo conquistata. Fatte salvo le rotture di cazzo dei colleghi di corso, potremo trasformarlo in una piazza d'armi. Poi in Crucconia ci capiremo a gesti ma sticazzi.

Vabbé, giornata di lavoro e s'arriva a sera. Cena di 19 persone tra miei e suoi colleghi. Tutta gente gggiusta. La conosco da sette anni, alcune volte l'ho visto allegrotta ma ubriaca cotta dura mai. Fino all'altra sera. Io vedevo che il gomito girava che era una meraviglia però oh, eh. Arriva il 2014, brindisi e 10 secondi dopo il brindisi parte il "Late Show with Giorgia G" in cui l'italiano viene abbandonato per lasciar posto al romanesco dell'Esquilino. 

"Mastigrancazzi del 2014, sempre e solo Lazio merda" e fa partire il coro. Coro a cui si uniscono TUTTI gli italiani e pure expat di altre nazioni che non sapendo le parole, fanno partire un "eh eh, oh oh". E' un momento bellissimo. Parte un secondo brindisi e con un cheers appena accennato sfracella il suo bicchiere sul mio. Peccato che non mi abbia toccato la mano, la deriva splatter sarebbe stato il tocco di classe. Poi inizia a raccontare barze senza capo né coda, nel mentre il gomito continuava a girare che era una meraviglia. Io era un po' preoccupato (diciamo lo zerovirgolacinquepecciento), un po' imbarazzato (diciamo l'unovirgolacinquepecciento) e molto divertito (la restante parte). Ad un certo punto, dal nulla, inizia ad indicare due persone, accusandole di essere Luigi e MariaCristina. Che le due fossero entrambe donne non conta, una era chiaramente Luigi. Mi è venuto talmente il dubbio che fosse vodka al peyote che c'ho pure dato dentro due sorsi. Dopo altre due ore di siparietto, l'ingegnerA norvegese, attualmente mia capA, un personaggio su cui da qualche tempo medito un post, mi si avvicina e mi fa: "Filippo, is she not too drunk?", al che capisco che era ora di portarla a casa. Io non è che fossi particolarmente in forma (quindi vi lascio immaginare in che stato versasse lei) e per cui veniamo accompagnati.

Apriamo la porta di casa, riusciamo stoicamente a raggiungere quella della camera e cadiamo a pochi centimetri dal traguardo. Mi sveglio alle 12.30 (alle 14 dovevo essere a lavoro, lei invece - grazie al Cielo - oggi e ieri è a casa) con lei come materasso (ignoro come abbia potuto sopravvivere), la sveglio, mi guarda stranita, la guardo perplesso, qualche ricordo affiora nella mia mente, zero nella sua, tranne uno "Fili', ieri sera se semo tajati 'n botto?" - "Penso" - Ah, ma se semo embriagati?" - "Sì" - "Pure io?" - il mio sguardo fa il giro della stanza, poi si posa sui nostri corpicini a cavallo tra la spalliera e le piastrelle, potrei aggiungere altri particolari ma vorrei conservare quel briciolo di dignità, quantomeno telematica - "No, tu non tanto".

P.S.
Non penso di aver vissuto questa scena in esclusiva, ma tra le cose meravigliose di questo Natale, oltre al fatto che mia cugggina dodicenne s'è definitivamente instradata sulla via del punk ("molto bene Melania, ora però non diventarmi anche femminista, altrimenti tutti i miei sforzi saranno stati vani"), c'è stato il pranzo di Natale colla sua famiglia. Eravamo in una trentina e c'erano tutti quei bei sentimenti da Natale che però nella sua famiglia sono veri, o quantomeno ci si avvicinano, perché essendo dislocata in tre parti diverse d'Italia (una parte in Sicilia, un'altra a Roma, la terza nell'hinterland milanese) gli attriti sono al minimo e la gioia di rivedersi è sempre molta. Sono solo parenti acquisti ma è proprio un bel clima, giuro. Soprattutto perché abbiamo messo romanisti (cioè la metà della tavolata) da una parte del tavolo e laziali (tre) dall'altra, ché poi quando l'alcol fa salire i giri, la tragedia è dietro l'angolo anche nelle migliori famiglie: al matrimonio, per lo stesso motivo, mettemmo i due tavoli uno a Lugano e l'altro a Montorfano. Insomma grande amore, grande serenità, grande pace ma poi arriva la tombola ed esce il settantuno.

Per chi non fosse appassionato al giuoco del calcio e non sapesse dell'impercettibile rivalità tra le due formazioni (non c'è niente di paragonabile in Italia)

"La nuova linea di abbigliamento, in collaborazione con Macron, chiamata "Lulic71", in onore del gol realizzato al minuto 71 che ha deciso la scorsa finale di Coppa Italia contro la Roma ,e che ha scritto una nuova pagina nella storia dei derby capitolini" (basta, no?)

Dalla parte del tavolo laziale "Lulic" e dall'altra "uomoddimmmerda" (71 nella smorfia). Il resto del parentame sotto il tavolo dal ridere (non paraculeggiamo: è dal 26 maggio che aspettavamo questo momento), matriarca perplessa "Ma-ma-ma, che succede?", top ten della mia vita.

P.P.S.
Così chiudiamo il cerchio: io tra tre giorni debbo presentare il piano ferie di massima per il 2014. Due settimane tra marzo e aprile, due settimane a dicembre e poi due settimane che fluttueranno in base all'eventuale scudetto da'a Maggica (se lo vince torniamo a maggio, altrimenti a luglio), "nono, se lo vincemo, io nun me li perdo, piuttosto me licenziano". L'espressione del manager quando gli dirò "le altre due settimane gliele saprò dire a seconda delle sorti della Roma" (perché gli dirò questo, non voglio raccontargli balle e del resto manco ne ho in mente una plausibile) sarà, già a gennaio, la faccia dell'anno.

11 commenti:

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    1. Ah, e mi garba pure il tedesco, studiato per tre anni e poi (purtroppo) abbandonato.

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  2. Anch'io, anch'io. Poi il contrasto tra la Ella formale (precisina, perfettina, tutta ina-ina) e la Ella quando allenta la catena mi fa andare ai matti. Il tedesco invece è inascoltabile, non scherziamo (domattina seconda lezione). Comunque da quando la chiami Sua Maesta (il nemico ci legge), sono costretto a rivolgermi a lei non solo col titolo di "Mia Signora e Padrona" ma anche con quello di "Imperatice delle Indie Nord-occidentali". PulceCombinaGuai

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    1. Mi pare il minimo. E il tappeto rosso quando torna a casa? ;-)

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  3. Sono io che torno a casa dopo di lei, peraltro venendo accolto a fischi e berci. Che ovviamente mi fa pesare il fatto che va a lavoro prima di me (per lavorare sei ore, eh) e che le tocca star sveglia fino alle 22.30-23 (nientemeno) per alimentarsi.

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    1. Ma va' che brava che ti aspetta!! Ma cosa vuoi di più dalla vita??? PulceDallaParteDiSuaMaestàSempreEcomumque

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  4. Mi aspetta perché altrimenti inizierebbe a praticare l'endura, vista la sua passione per la "cucina quotidiana".

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    1. Secondo me, lei sa bene quanto a te piaccia fare il MasterChef.... DajeSuaMaestàDaje

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  5. Buonasera!
    Io FECI il tedesco alla sHcuola superiore!
    Per 5 anni. Con un'insegnante tedesca di germania.
    Le bestemmie....ma le bestemmie....
    Che alla fine sono arrivata a pensare che per sapere il tedesco devi nascere in Germania, e viverci MINIMO 45 anni.

    Comunque mi sarebbe tanto piaciuto impararlo mediamente bene!
    Buona fortuna a voi!

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    1. La tua convinzione me l'han riferita tutti quelli con cui ne ho parlato, ma in realtà sto facendo progressi clamorosi. Rispondo a qualsiasi domanda "Ich bin Filippo". Morirò eh, ma tutti sapranno il mio nome. F.to "Brigata mai N.N."

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  6. oh Lippo! buon tutto! comunque nichts pambini a natale (anzi, a "noche buena"), piuttosto pasta all'uovo éndmeid (dal sottoscritto, altro chef "per gusto e sopravvivenza") e costicine annegate in qualsiasi cosa (non fatte da me, che non sono proprio un vegano salutista, ma certe cose sono "troppo"), e tanto tanto odio per chi mi circondava (che va bene il rispetto e tutti sticazzi, ma pregare (o nel mio caso, veder pregare) 10 minuti davanti a delle tagliatelle funghi e noci fumanti fumanti non si può.)

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