giovedì 5 settembre 2013

Sostanze

 

Dieci anni fa, in un periodo in cui il buonsenso viaggiava a vele spiegate, feci il famigerato coma etilico, di cui devo avervi già accennato. C'è chi diventa grande "sedendosi attorno ad un tavolo per intraprendere un cammino di riforme condivise all'interno del quadro disegnato dalla UE perché la realtà è che ci vuole più, e non meno, Europa e chi dice il contrario è un irresponsabile" e chi ha bisogno di un fatto a suo modo tragico. Ne parlo sdrammatizzando ma, ovviamente, non è che ne vada particolarmente fiero. Diciamo che è successo, mi è servito e va bene così. Sta di fatto che quando si fanno queste puttanate, specialmente se non hai ancora compiuto 17 anni, gli strascichi fisici possono essere pesanti, anche nel tempo. Quindi per otto, e dicasi otto, anni dovetti frequentare periodicamente una gastroenterologa. Esami del sangue, risonanze magnetiche e quattro visite all'anno (marzo, giugno, settembre, dicembre) per i primi tre, due (giugno e dicembre) per gli altri tre ed infine una a giugno negli ultimi due.

La prima volta che fui visitato, mentre attendevo il mio turno in sala d'aspetto quelli che già la conoscevano ne parlavano con lo stesso tono con cui gli internati di Mauthausen parlavano di Ziereis. Tra senso di colpa, terrore della dottoressa e odio per i medici stavo tra due guanciali.

Seduta dietro la bianca scrivania una cinquantenne, capello corto, occhiali da miope. Zero retropensieri su MILF o robe del genere. Non mi sconfiferano ora, figuriamoci allora. Mi fa sedere, probabilmente per evitare che svenissi, con un cenno della mano. Non parlava, interrogava. Io però a queste arpie non so perché sono sempre risultato simpatico. Forse perché come diceva il caro Silvio (sì, proprio lui, il nostro Papi) quando parlava ai suoi venditori: "Dovete essere affabili e calorosi con tutti, ma soprattutto con quelli più stronzi, perché uno stronzo è sempre consapevole di esserlo. Se lo tratti bene, è tuo". Quindi, sempre dandoci del lei, ogni tanto c'era la frecciatina o la battuta al vetriolo. Diciamo che era come se tra noi due ci fosse la rete delle reverenza, con da una parte uno che palleggiava come una cinna di sei anni al primo allenamento di pallavolo e dall'altra una che rispondeva come Djokovic. Tutto questo per otto anni.

Ultima visita

"Va bene, la saluto. Ci siamo conosciuti otto anni fa. E non faccia battute su quanto ero più bella, che ci pensa già mio figlio, che è un lazzarone come lei"
"Non mi permetterei mai"
"E da oggi, fortunatamente, non la rivedrò più"
"Ma come fortunatamente? Io per lei ho buttato il sangue. Ma proprio letteralmente, me ne avran cavati 3 litri in 8 anni. E adesso lei mi dice "fortunatamente"?"
"Ma si scherzava"
"Ma io poi m'intristisco. Si ricordi che dietro questa barba c'è sempre un orsacchiottone"
"E qui allora evito io di fare battute"
Raduna le carte, le squadra battendole sul tavolo, sta per consegnarmele...
"Signor Poletti, non è di mia competenza, ma lei usa sostanze?"
"In che senso?"
"Hashish, marijuana et similia"
"Mah, qualche volta"
"Quantifichiamo"
"Ogni tanto, a casa di amici"
Riguarda gli esami, scorrendo col dito
"Signor Poletti, dalle carte risulta che lei ha uno spiccato senso dell'amicizia. Me ne compiaccio"

6 commenti:

  1. Ahah! Ma egregio, stia più attento!! InZomma!!!

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    1. E' che mi piace troppo sfumacchiare. Infatti è l'unico motivo per cui non vedo l'ora di tornare in Italia, ahahahahah!

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  2. ahahahahah, insomma dai non è la prima volta che si accorge del tuo spiccato senso dell'amicizia! La frase di congedo le scorse volte non era qualcosa del tipo "a parte i soliti vizietti direi tutto bene"?
    ahahahah

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    1. Oddio, non me la ricordo, anche se può benissimo essere, visto che le visite consistevano in mezzora di visita e mezzora di presa per il culo. Comunque meritavano molto anche le sale d'attesa, dove c'erano gente di tutti i tipi, tra cui l'idolo che mi disse "Io ho 45 anni e ho cooperato a far aprire il SerT della mia città. Ora e' 15 anni che prendo il meta. E tutto va bene, a parte 4 o 5 pere a settimana".

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    2. per la serie "E comunque IO SMETTO QUANDO VOGLIO OK???"

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    3. Lui era l'emblema di quello che, con linguaggio strettamente tecnico, viene definito "rimastone".

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