venerdì 12 luglio 2013

Happy Ramadan! - Seconda parte



Siccome vedo che tra mail, skype e commenti c'è molta curiosità, provo a rispondere a qualche domanda.

Cosa significa "Ramadan"?

Ramadan vuol dire "digiuno" e segna l'inizio del nono mese del calendario. In realtà significa anche "mese torrido". E questo perché? Perché Maometto per un periodo seguì il calendario solare, da cui deriva anche il nostro, che si chiama calendario gregoriano, dal nome di Papa Gregorio qualcosa, che modificò, tramite i suoi astronomi, il vecchio calendario giuliano, che prendeva il nome da Giulio Cesare, abbassando il margine di asincronismo tra calendario ed evento astronomico ad un'inezia. Poi, con l'attendismo che caratterizza questa simpatica popolazione, da un anno all'altro decise che bisognava cambiare calendario, basandosi su quello lunare. Il calendario islamico odierno inizia quindi dal 622 (calendario gregoriano) quando Maometto scappò da La Mecca per rifugiarsi a Medina. Fuga nota hijra (Egira in italiano) ed infatti il calendario islamico si chiama Hijri. Ogni mese inizia quando la prima falce di luna fa capolino nel cielo. Ora siamo nel nono mese dell'anno 1434.

Perché proprio il nono mese?

Perché in questo mese l'Arcangelo Gabriele rivelò il Corano a Maometto, già allora prescrivendogli che quell'arco di tempo dovesse essere sacralizzato. Siccome allora la clinica del Professor Birkermaier era di là da venire e si mangiava per vivere, autoimpedirsi di farlo era veramente una grave rinuncia e consentiva di distaccarsi dai bisogni materali per purificare l'anima dalle scorie terrene accumulate durante l'anno, per provare a catturare l'essenza delle cose e tendere sempre più verso l'infinito, attraverso la pazienza e l'autocontrollo.

E se un musulmano non dovesse farlo?

L'Islam si basa su cinque pilastri: la testimonianza o dichiarazione di fede, le cinque preghiere obbligatorie giornaliere oppure preghiere altrettanto obbligatorie ma legate a specifici eventi, l'elemosina verso i bisognosi, il digiuno appunto e, last but not least, il pellegrinaggio, almeno una volta nella vita, a La Mecca, che meriterebbe trattazione a parte (e una visita, se solo non fosse più facile organizzare un attentato ad Obama che beccare un visto turistico per l'Arabia Saudita). Qualora un musulmano che non dovesse adempire a questi cinque pilastri non viene considerato un vero musulmano e il suo trattamento varia a seconda del Paese in cui abita (sulle coste del Maghreb tutto ciò viene preso con molta sportività - già nell'entroterra è un altro discorso, in Arabia Saudita un filino meno)

Cosa (non) si fa durante Ramadan?

Non si mangia, non si beve, non si fuma, non si chiava, non si litiga, non ci si arrabbia, non si ascolta musica, non ci si profuma, non si masticano cicles, non si assumono farmaci che non siano salvavita. Questo però è niente rispetto alla vera privazione: quella di non raccontare bugie, ossia lo sport nazionale dell'area. Quanto detto in precedenza vale durante il giorno. Quando il sole tramonta, si recita una breve preghiera, si mangia qualche dattero ma sempre in numero dispari (solitamente uno o tre) e/o si beve un bicchiere d'acqua. Da quel momento in poi è festa fino all'aurora. Banchetti e scambio di regali, intervallati da preghiere collettive.

Tutte le correnti rispettano tutte le prescrizioni?

Sì. La questione verte essenzialmente su due temi: il primo è quello delle punizioni, di cui parlavo prima. Fatto salvo che in pubblico non puoi fare niente (ossia bere, mangiare e fumare) che disturbi quelli che praticano Ramadan, e questo vale per tutti i Paesi arabi, da quelli più liberal a quelli più oscurantisti, ci sono Paesi in cui puoi tranquillamente mangiare, bere e fumare (in casa) senza disonorare te stesso e la tua famiglia ed altri dove se ti beccano a chiavare rischi la pena di morte. L'altro punto è quello dei profumi. Qui il profumo è una...religione e infatti è la prima cosa che ti colpisce quando arrivi. Maometto odiava il fetore e infatti non ha mai proibito il profumo, il cui divieto è stato introdotto da alcuni ulema (studiosi) in epoche successive. Oggi pare si voglia ritornare alle indicazioni maomettane e, proprio per questo, è generalmente tollerato.

C'è qualcuno che ne è dispensato? 

Vecchi, cinni, malati cronici, malati di mente, viaggiatori. Ovviamente tutti questi, nel caso volessero, possono praticarlo. Infatti soprattutto i vecchi, i malati cronici non gravi (cardiopatici, soprattutto) e i viaggiatori cercano di rispettare la prescrizione. Alle donne in gravidanza o in allattamento è fatto invece assoluto divieto di praticare il digiuno.

Ha consueguenze fisiche sulle persone?

Va considerato che questi per un mese digiunano di giorno e non dormono di notte, quindi sì. Questa ve la riferisco per come me l'hanno venduta: nell'ultima settimana di Ramadan gli incidenti stradali quintuplicano.

Non sono Harley, ma ci ho provato. Se avete altre domande, chiedete pure.

5 commenti:

  1. Ahahahaha, grandissimo Phil!!! Sei stato esaustivissimo!

    Ma quindi te lo stai rispettando oppure no?
    Comunque ho scoperto leggendo 'sto post che NON SI PUO' ASCOLTARE MUSICA.
    Ecco, no... non potrei farcela +_+

    Ma dunque - digiunando di giorno e non dormendo di notte - non lavorano durante il ramadan? Ti immagini che gran casini per chi fa il medico +___+

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  2. In pubblico lo si DEVE rispettare. E' proprio una roba che, galleggiando nell'aria, ti entra dentro. Diciamo che è come se in Italia uno andasse in giro nudo per il corso del paesello. Non lo farebbe nessuno, a prescindere dalle sanzioni. Poi a casa, ovviamente, vivo la mia vita: bevo, fumo, ascolto musica, mangio alle 12.30-13 e poi alle 22.30-23. L'unica cosa che mi manca è una paglia a metà turno e la bottiglietta d'acqua sul condizionatore. Ma se il primo giorno mi mancavano 100, oggi mi mancano 50 e tra una settimana non mi mancheranno (quasi) più.

    Il lavoro qui è l'ultimo problema, anche perché non è da intendersi all'occidentale: lavoro -> mangio. Non lavoro -> vivo agli angoli delle strade. No, qui il lavoro è una sorta di welfare per tenerli buoni ma il 70% di quelli che lavorano sono poco più che soprammobili. Quindi diciamo che se durante l'anno "lavorano", durante Ramadan """lavorano""", ma almeno per la mia company, che è costretta come le altre ad assumerli, va beniZZimo così. Invece per quanto riguarda mestieri e professioni tipicamente locali è tutto chiuso (nel caso di svago puro - bar, ristoranti, locali) oppure aperto ad orari ridotti(ssimi).

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    1. Minghia che preparazione, Phil! Me ne compiaccio :D
      D'ora in poi, per info-reclami-perplessità-variedeventuali, mi rivolgerò a te. E non solo per il Ramadan :)

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  3. ciao, domanda, ma tu mangi dove lavori a pranzo (in mensa o magari chiuso nel tuo ufficio) o sei proprio costretto a tornare a casa?

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  4. Benvenuto/a. Lavoriamo su tre turni e io per adesso faccio il secondo (14-22), quindi mangio a casa in entrambe le occasioni. Proprio in questo momento mi sto preparando un risotto con le seppie.

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